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E in realtà cominciai a capire di esser geloso di lei... E per la prima volta arrivai alla consapevolezza che fosse ormai unicamente e indiscutibilmente diventata mia.

Brandon Collins

Brandon

«Mh...» Non appena sentii il mugolio della mora davanti a me, per poco non mi venne da vomitare.

Cristo...

Da circa venti minuti il mio cazzo si rifiutava di concedere le dovute attenzioni a Roxy.

Precisamente da quando la biondina se n'era andata.

Non capivo cosa cazzo mi prendeva. Sapevo solo che gli occhioni di quella fottuta ragazzina mi erano rimasti impressi come non mai.

Ero stato crudele, dannatamente crudele... eppure non credevo che avrei risentito così tanto del dolore che avevo scorto dentro di lei nel momento in cui l'avevo cacciata e mortificata.

Non mi era mai accaduto con nessuna ragazza che mi scopavo di sentirmi in colpa per il mio atteggiamento da stronzo.

Per due giorni consecutivi non avevo fatto altro che ripetermi che sarebbe stata la cosa più giusta tentare di allontanare Elizabeth in ogni modo.

Sia per lei che per me.

E in realtà mi era andato bene così... fino a quando non l'avevo rivista, e l'istinto di sbatterla ovunque mi aveva assalito con la stessa potenza di un uragano.

Potevo sembrare terribilmente contraddittorio, eppure non riuscivo a domarmi neanche io. E quello era un enorme problema, considerando il fatto che per ventun anni avevo sempre avuto il pieno controllo di ogni fottuta cosa.

«È tutto okay?» Domandò d'un tratto Roxy, per tentare di capire come mai non avessi già provato l'istinto di fotterla come mio solito.

Neppure la sua lingua esperta sul mio collo o il tocco suadente delle sue mani sul mio petto erano riusciti a togliermi dalla testa il viso di Elizabeth.

Ancora la immaginavo avvolta in quel tubino del cazzo, dannatamente perfetto su di lei, che aveva attirato gli sguardi di gran parte dei coglioni presenti a quella festa.

Non sapevo dove fosse, cosa stesse facendo e soprattutto con chi lo stesse facendo.

E volevo saperlo.

Era ancora con quel biondino ritardato?

«Brandon?» Mi richiamò ancora la mora davanti a me, scostandosi di poco.

«Cosa vuoi?» Chiesi, ormai innervosito, passandomi una mano tra i capelli.

«Tutto okay?»

A quel punto, serrai la mascella e me la scrollai di dosso.

«No. Levati dalle palle.» Mi staccai dalla staccionata a cui ero stato appoggiato fino a quel momento, e sfilai dalla tasca dei jeans il pacchetto di Marlboro.

«Dovrei offendermi...» Mormorò a quel punto la mora, poggiandosi la mano smaltata di rosso sulla guancia.

«Per quello non hai bisogno di me. Ci riesci benissimo da sola.» Risposi piccato, improvvisamente irritato dalla sua presenza e dai suoi modi di fare.

Da due giorni a quella parte, le continue provocazioni delle ragazze che mi circondavano avevano perso di interesse. Era infatti come se ricercassi solo determinati comportamenti... magari puri, innocenti. Magari appartenenti a una bionda dagli occhi azzurri, che mi stava incasinando.

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