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Salta! E mentre cadi lascia che ti spuntino le ali.
Ray Bradbury

Canzone: living proof- Des Rocs

Elizabeth

«Mh...» Mugugnai, stiracchiandomi sul morbido materasso.

Mi rotolai tra le lenzuola, affondando assonnata il viso tra i cuscini.

Tutto profumava inspiegabilmente di mandorle.

Cominciai ad aprire gli occhi, corrucciando la fronte, infastidita dai raggi di sole che filtravano dalla finestra e che mi pressavano le palpebre.

Quando il buio cedette il posto alla luce, però, il cipiglio sul mio viso aumentò ancora di più.

La panoramica che mi si presentò dinanzi, infatti, non era affatto quella a cui ero abituata tutte le mattine.

Le pareti non erano quelle bianche della mia camera. I mobili non erano quelli della mia camera. Il letto su cui ero stesa non era quello della mia camera.

Quella non era la mia camera.

Ma che diavolo...

Mi tirai di scatto su col busto, cercando di fare mente locale, tuttavia un fortissimo capogiro mi costrinse a fermarmi.

Dio, che fastidio.

Istintivamente portai una mano alla fronte, sul punto in cui il dolore pulsava più forte, tuttavia al tatto percepii qualcosa di ruvido...

Un cerotto.

Gli ingranaggi del mio cervello cominciarono a girare, tentando di capirci qualcosa.

Mi guardai intorno, stordita, trovando però quella stanza particolarmente familiare.

Scostai le lenzuola dal mio busto, pronta ad alzarmi, tuttavia ancora una volta dovetti arrestare i miei movimenti.

Addosso non avevo miei vestiti.

Le gambe erano totalmente scoperte e l'unica cosa che mi fasciava il corpo era una t-shirt nera che mi stava larghissima.

Afferrai il tessuto tra le mani - lasciando che i capelli mi ricadessero sugli occhi - e cercai di fare mente locale per capire quando, come e perché avessi indosso un indumento non mio.

Che diavolo era successo la scorsa notte?

«Oh, sei sveglia.» D'improvviso, una voce baritonale mi riscosse.

Voltai la testa verso la direzione da cui era provenuta, tuttavia ciò che vidi mi fece di scatto seccare la gola.

Una figura imponente, gocciolante, con i capelli bagnati e i fianchi avvolti da un' asciugamano nera - su cui ricadevano innumerevoli goccioline d'acqua, che percorrevano un busto quasi scolpito- era appena uscita dal bagno

Per tutti i santi...

Quando alzai gli occhi sul viso, la salivazione di colpo ritornò nella mia bocca, quasi fino a farmi strozzare.

«A un certo punto ho persino pensato fossi morta.»

Brandon.

Oddio.

Dovetti chiudere di scatto la bocca, a causa della saliva che ne stava per fuoriuscire.

«C-che diamine ci faccio qui?» Mi precipitati fuori dal suo letto, tentando di non dare ancora retta alle conclusioni che gli ingranaggi del mio cervello avevano tratto.

ToxicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora