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(vi consiglio di ascoltare "What about us" - di Pink 💔)

Se stai attraversando l'inferno, non ti fermare.

Winston Churchill

Elizabeth

Lo sentii bene, lo schianto della palla da demolizione che Brandon lanciò sul mio cuore, senza il minimo riguardo.

Lo sentii bene, l'ultimo pezzo di me volare via.

Lo sentii bene, il dolore nel mio petto, che mi impediva persino di respirare.

Lo sentii bene, il peso del mondo che mi crollò addosso all'improvviso.

E li sentii bene... I gemiti che provenivano dalle due figure a qualche metro da me.

Brandon aveva gli occhi chiusi e la testa gettata all'indietro, mentre con una mano teneva i capelli di Roxy e la penetrava da dietro.

Non lo stava facendo davvero. Non era possibile che mi stesse tradendo. Lui non... non stava davvero mettendo  un punto a noi due.

Quello lì non poteva essere Brandon... il mio Brandon...

Il rumore sconcio delle loro pelli che sbattevano mi fece salire un conato alla gola, e rese tutto tremendamente vero.

Roxy fu la prima ad accorgersi di me: voltò infatti il viso nella mia direzione e sorrise.

Sorrise soddisfatta nel vedermi così distrutta, con il corpo tremante.

Dio, sembrava tutto un incubo.
Come se fossi piombata all'inferno, dove più urlavo per cercare aiuto, più scivolavo sempre più giù, in un abisso buio e profondo, senza alcuna via d'uscita.

Sebbene stessi crollando da ogni parte, mi feci forza per tenere insieme gli ultimi pezzi rimanenti di me.

Ogni fibra del mio corpo mi urlava di andare via, ma era ora di dire basta.

Basta restare in silenzio.

Basta rimanere in un angolino.

Basta non farsi valere.

Non ne potevo più.

Proprio per tale motivo, scossi la testa e mi fiondai verso quei due per mettere un punto a quella scenetta pietosa.

«Sei un bastardo!» Urlai infatti, arrivando a un centimetro dal corpo di Brandon.

Solo in quel momento lui parve accorgersi di me. Voltò infatti di scatto il viso nella mia direzione, tuttavia non gli diedi il tempo di pensare a nulla, poiché allungai le mani verso di lui e con tutta la forza di cui disponevo lo spinsi all'indietro.

Lui, colto alla sprovvista, ricadde sul materasso.

Roxy invece - prima a carponi - si sedette e mi guardò sfacciatamente.

Il collo era tempestato di lividi violacei, i lunghi capelli neri erano tutti scompigliati e i suoi occhi azzurri erano appagati.

ToxicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora