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(Canzone consigliata: I'll be good - James Young)

Brandon

Devi lasciarmi andare davvero, questa volta.

Lasciarmi andare davvero.

Lasciarmi andare.

Lasciarmi.

Lasciarmi.

«Lasciami!» Urlò mia madre, con le lacrime che le rigavano le guance.

«Dove cazzo sono tutte le mie bottiglie?!» Mio padre gettò a terra tutti gli oggetti sul bancone della cucina, rosso in volto per la riabbia.

«Basta, basta...» Nel frattempo io me ne stavo seduto in un angolino della stanza, a fissare la torta del mio dodicesimo compleanno, spappolata sul pavimento.

«Sta zitto!» Le urla furiose di mio padre mi si riversarono addosso e i suoi occhi arrossati mi guardarono con un odio disumano.

«No!» Urlai di rimando, alzandomi in piedi.

«Brandon, smettila!» Intervenne mia madre, terrorizzata da ciò che sarebbe successo.

«Sì, ascolta la puttana di tua madre.»

A quel punto, esplosi e andai incontro a quell'orco crudele, ma prima che potessi colpirlo, lui sollevò un braccio e mi sferrò uno schiaffone in faccia.

«Piccolo bastardo» Con una mano mi strinse i capelli, mentre con l'altra prese a colpirmi in testa.

Io cercai di colpirlo di rimando sulla pancia, ma senza sortire alcun risultato.

«Lascialo, lascialo!» Mia madre si avventò su di noi e iniziò a urlare. «Colpisci me! Colpisci me!» Gli bloccò il braccio e indirizzò la sua mano sul suo viso, in un gesto che mi spezzò in due.

E così mio padre mi gettò per terra e tornò a scagliarsi su di lei: una donna che ormai aveva ridotto allo stremo, a furia di tutte le botte, le umiliazioni e le sfuriate... e che alla fine aveva ammazzato, senza alcuno scrupolo.

Con il ricordo dell'ennesimo schiaffo sferrato sulla guancia di mia madre, mi svegliai di scatto, nel cuore della notte, col respiro affannato.

«Cristo...» Terribilmente agitato e sudato, mi passai una mano tra i capelli e scesi dal letto.

Quella era l'ennesima notte in cui i ricordi di tutte le violenze di mio padre riaffioravano nella mia testa senza un freno, facendomi rivivere tutto quello schifo da capo.

Bisognoso di bere un bicchiere d'acqua, uscii dalla camera e attraversai il corridoio, cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare i ragazzi.

Non appena arrivai in cucina, aprii il frigo per prendere dell'acqua, ma quando i miei occhi si posarono su una vaschetta di yogurt alla fragola, un magone mi salì in gola e un altro ricordo mi colpì come un missile.

Quella volta, però, fece ancora più male.

«No... No...» Mentre mi contorcevo nel letto, a causa degli incubi, delle mani gentili mi si posarono sul braccio.

«Brandon, svegliati...»

«Mh...» Continuai a muovermi e a dimenarmi, con la fronte imperlata di sudore.

«Brandon, svegliati, è solo un incubo...» La voce delicata di Beth mi fece svegliare di soprassalto.

Scattai infatti come una molla e presi a respirare profondamente, a corto di fiato.

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