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E fu quando mi baciò e il mondo parve scomparire... che capii quanto mi stessi terribilmente ammalando di lui.

Arya E Wolf

🔴🔴🔴🔴

Elizabeth

Tremendamente eccitata.

Era così che mi sentivo mentre le braccia possenti di Brandon mi portavano su per le scale della casa di Amber.

Respiri concitati, battiti accelerati, ansimi sommessi e gemiti sfuggiti squarciavano il silenzio di quella notte sconvolgente.

La pioggia continuava a cascare senza sosta, il vento soffiava sempre più veloce, il cielo ruggiva ogni secondo, con incessanti tuoni e fulmini.

Eppure, nonostante quel temporale, io riuscii a concentrarmi solo e unicamente sull'adone che in quel momento mi teneva in braccio.

Dopo le parole di Brandon, ero stata travolta da un impeto tale che il desiderio di lui era schizzato fino alle stelle.

Avevo lasciato andare le redini di me stessa, mandato al diavolo la razionalità, abbandonato l'autocontrollo e gli avevo chiesto di farmi sua, invasa da una passione trepidante e un'eccitazione sconvolgente.

Volevo lui.

Le sue mani su di me.

Il suo corpo intrecciato al mio.

Il suo viso a un millimetro dal mio.

Volevo provare di nuovo tutta quella bramosia e quella smania di concedermi a lui, così come era accaduto a Los Angeles la prima volta e nella sua camera le volte successive.

«Da quant'è che non scopiamo, biondina?» Domandò d'un tratto lui, entrando nella camera in cui mi ero stabilita da quando ero andata a vivere a casa di Amber. «mh?» Le sue labbra rimasero vicinissime alle mie, in modo che ogni sua parola e ogni suo respiro si infrangesse sulla mia bocca, arrossata a causa dei suoi morsi e dei suoi baci.

«I-io... non lo so.» Ansimai, col clitoride pulsante a causa della tremenda voglia che avevo di lui. «Ma mi sei mancato.» Gli dissi a cuore aperto.

Il secondo dopo, mi ritrovai gettata sul letto, con il corpo di Brandon sopra di me.

La collanina gli pendeva dal collo, i gomiti ai lati della mia testa, i bicipiti contratti, i muscoli in tensione e l'ampia schiena che ricopriva il mio corpo minuto... Era una visione estremamente erotica.

Eravamo vicini come non mai in quel momento. Sia fisicamente che mentalmente.

D'un tratto lui con le nocche della mano prese ad accarezzarmi il viso, e mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Anche tu mi sei mancata.» Mi sussurrò poi, occhi negli occhi, bocca su bocca.

Il suo respiro si scontrò sulle mie labbra e la sua voce bassa e roca andò a toccare precise corde nelle mie parti intime, tanto da portarmi a inarcare la schiena e a spingere il bacino verso il suo.

«Mh...» Mugugnò soddisfatto strofinando il naso lungo la mia giugulare come un lupo affamato. «Vai, strusciati pure...» Portò una mano sotto il mio sedere per stringerlo prepotentemente e spingermi contro la sua erezione.

A quel punto mi feci scappare un gemito e lui si morse il labbro inferiore.

E quel gesto fu talmente tanto lascivo che, presa dalla lussuria e dall'eccitazione, cominciai a strofinarmi in modo sempre più spinto e audace contro il suo basso ventre.

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