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Elizabeth

Mi ero sempre chiesta se dentro di me ci fosse qualcosa che spingeva le persone a cui mi affezionavo ad allontanarsi...

E in realtà non ero mai stata in grado di darmi una risposta.

Probabilmente sì.

Probabilmente era solo la vita che seguiva il suo corso.

Probabilmente tra le pagine del mio destino non c'era spazio per tutto.

Probabilmente avrei sempre dovuto rinunciare a qualcosa. 

Avevo passato ben due giorni a interrogarmi su tutti i possibili errori che avrebbero portato Brandon a spingermi via, ad allontanarsi da me e a costruire un muro talmente alto, impossibile da superare.

Spesso, durante la giornata, mi perdevo a osservare il vuoto e a  ripensare a tutti i momenti all'apparenza banali che avevamo vissuto, ma colmi di una vitalità, di un'intesa emotiva, di una complicità e di un legame impossibile da negare.

Talvolta mi chiedevo persino se fossi stata io in realtà ad avere travisato e ingigantito tutto. Quella sarebbe stata l'opzione più amara da digerire, ma anche quella più credibile.

Magari mi ero solo illusa.

Avevo avvertito me stessa di non avere aspettative, di non affezionarmi... Tutto si era rivelato una breve parentesi della mia vita, terminata in un battito di ciglia..

Los Angeles, Brandon, i ragazzi.

Anche loro, infatti, a seguito del litigio con Brandon, non si erano minimamente fatti sentire.

Ero da ben due giorni che bagnavo il cuscino con le lacrime, a furia di pensare a lui e alle parole che aveva usato per ferirmi.

Era stato meschino e crudele, quando mi aveva urlato contro che non mi voleva più, che ero di troppo e che gli ero andata bene solo per fare sesso.

Per tutta la vita avevo sempre custodito la mia verginità e mantenuto il mio pudore, per aspettare la persona giusta... e quanto per una volta mi ero fidata, ecco com'era andata a finire.

Brandon in realtà voleva solo togliersi lo sfizio di portarmi a letto; di sverginare la brava ragazza che aveva deriso la prima sera che ci eravamo incontrati.

"Sei piena di complessi"

"Non voglio altre rotture di palle nella mia vita"

"Basta dirti qualche parola dolce per farti aprire le gambe"

"non hai niente di interessante"

Le sue parole mi rimbombarono in testa come un mantra, mentre osservavo dalla finestra la pioggia che cascava impetuosa dal cielo.

Evidentemente però doveva andare così. Pensai, poggiando la fronte sul vetro, bagnato da tante piccole goccioline.

Ne osservai in particolare due prima congiungersi, per poi dividersi e procedere per due direzione diverse.

Ed ecco che scivolò sulla guancia un'altra lacrima amara.

Alla fine lo avevo sempre saputo che avrei perso anche i ragazzi.

L'unico gruppo di amici mai avuto.

Le uniche persone con cui l'ansia diventava domabile, con cui si annoiava di combattere e sfumava via come polvere al sole.

Quel vuoto che avvertivo nel petto, però, non era presente solo dentro di me.

Anche Amber, infatti, era profondamente ferita per ciò che aveva fatto Kevin nei suoi confronti.

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