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(Canzone consigliata: Horns - Bryce Fox)

Elizabeth

Quella serata si era rivelata talmente destabilizzante da farmi venire un incredibile mal di testa. Tutte le provocazioni, le discussioni con Brandon, e qualunque suo sguardo mi aveva infatti prosciugata completamente.

E a spaesarmi ancor di più fu il pensiero di essermi fatta toccare da un uomo dopo tempo. Quando infatti quel ragazzo aveva cominciato a leccarmi il collo - proprio come richiedeva l'obbligo - avevo avvertito l'impellente bisogno di respingerlo via, come succedeva ogni volta.

Le mani infatti avevano cominciato a prudere, la pelle aveva preso a scottarmi e nella mia testa era ricomparso il ricordo di Ryan e della violenza subita.

Sebbene però i flash di quella notte avessero cominciato a colpirli come missili, avevo forzato ogni fibra del mio corpo a rimanere immobile e a resistere.

Aver tenuto lo guardo incollato su Brandon tutto il tempo mi aveva sicuramente aiutata, ma una voce in particolare nella mia testa era riecheggiata tutto il tempo:

«Superalo. Non andare via. Superalo.»

Come se sostituire il ricordo di Ryan con il tocco di qualcun altro fosse necessario per permettermi di lasciare andare il trauma subito. Come se avvertire delle mani diverse mi permettesse di impegnare la mia mente con altro.

Obbligarmi infatti a non cacciare chiunque mi si avvicinasse e spremere il disgusto fuori dalla mia mente sembrava essere l'unico modo per affrontare la violenza subita.

Necessitavo solo di estraniarmi e allontanare la mia mente da quella notte.

Non sapevo se quello fosse la maniera giusta, ma alienarmi per una volta dallo stupro subito e immergermi in una dimensione in cui ero consensiente e in cui decidevo io quando e come farmi toccare, mi aveva dato più conforto.

D'altronde, avevo un disperato bisogno di lasciar andare il ricordo della violenza e cancellare dalla mia testa Ryan. L'unico modo sembrava essere quello di usare altri ragazzi. Proprio per tale motivo in quel momento stavo ballando con Tom, il ragazzo che mi aveva fatto un succhiotto al gioco di poco prima.

La dichiarazione di guerra di Brandon infatti aveva toccato delle corde dentro di me che mi avevano innervosita parecchio. Avevo persino rischiato di perdere il controllo, così mi ero buttata in pista e avevo preso a strusciarmi su Tom, guidando le sue mani sul mio corpo.

La sua erezione mi premeva sul sedere e nonostante l'iniziale conato di vomito, col passare dei minuti avevo cominciato ad abituarmi sempre di più alla sensazione e a scacciare via qualsiasi impulso.

Ryan non avrebbe più dovuto influire su di me. Per un mese intero avevo lavorato su me stessa per acquisire freddezza e controllo, pertanto adesso era arrivato il momento di dimostrare che niente avrebbe davvero potuto condizionare le mie emozioni.

Sarei dovuta essere solo e unicamente io a gestire il mio corpo. Quella era la vera dimostrazione di forza e potenza.

«Il tuo amico mi ha minacciato, prima.» Sussurrò d'un tratto proprio Tom, affondando il viso nel mio collo.

Nel frattempo la musica continuava a rimbombare dalle casse e la gente a ubriacarsi.

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