"Amano davvero, quelli che tremano nel dire di amare."
(Philip Sidney)
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JacobOsservo i primi raggi solari filtrare con fierezza dalla grande finestra della mia camera da letto.
La luce dell'alba inonda lentamente l'ambiente gettando un fascio di luce sulla distesa di indumenti disseminata sul pavimento della stanza.Mi sollevo su un gomito e, voltando lo sguardo alla mia destra, osservo come la luce bacia il volto di Elisabeth che giace addormentata al mio fianco.
Con il solo lenzuolo a coprire il suo corpo, i capelli corvini sparsi attorno al suo viso e le labbra leggermente dischiuse sembra l'immagine della serenità.
Faccio vagare i miei occhi lungo il profilo della sua mascella poi verso le sue clavicole fino a sfiorare con lo sguardo la curva del suo seno che il lenzuolo riesce a coprire a malapena.
Immagini della scorsa notte si susseguono nella mia mente a grande velocità: rievoco col pensiero il movimento del suo petto nel sollevarsi in brevi spezzati respiri, la sensazione del mio corpo unito al suo senza un inizio e neppure una fine, il suono del mio nome pronunciato dalle sue labbra una volta raggiunto il suo culmine.
Sento il mio corpo tendersi ancora una volta nel rievocare quello che è accaduto tra noi soltanto poche ore fa eppure, averla qui, tra le mie lenzuola, a pochi centimetri dal mio corpo, non diminuisce il bisogno di renderla mia di nuovo.
Lo acuisce soltanto.Un'ondata di intenso desiderio sembra corrodermi le viscere mentre allungo una mano verso il suo viso.
Facendo attenzione a non svegliarla, avvicino il polpastrello al suo labbro inferiore, pieno, roseo e deliziosamente morbido al tatto.Sfioro quella curva con massima delicatezza e vengo quasi accecato dalla voglia di assaporare quella morbida carne tra i denti per poi passarci sopra la lingua e lenire il dolore che potrei provocarle.
Dio, sono proprio un bastardo fortunato.
Sentivo fin dall'inizio che con Elisabeth sarebbe stato così: tutto o niente, prendere o lasciare.
E sapevo, forse fin dall'istante in cui incrociai il suo sguardo fiero quella sera al Katy's, che avrei finito per detestarla o per innamorarmene.La osservo girarsi nel sonno e sospirare delicatamente.
No, non la detesto affatto. Non potrei neppure se mi sforzassi.La verità è che ieri sera penso di essere finalmente giunto alla resa dei conti.
Non so se siano state le sue parole, la sua confessione urlata a mezza voce o se tutto sia stato dettato dal terrore di perderla definitivamente a causa del casino con Emma.
Forse è stato tutto questo o niente, forse ero soltanto giunto ad un punto di non ritorno.
O forse era arrivato il momento di dare un nome a quel mostro che sembrava ruggirmi in petto alla sola vista di Beth, al solo pensiero di poterla fare mia, di averla qui dove è adesso.
Tra le mie lenzuola, accanto a me.E adesso tutti quei dubbi che sembravano soffocare i miei pensieri in una fitta nebbia di confusione sembrano essere evaporati come neve al sole.
Perché adesso so di volere Elisabeth con ogni maledetto respiro del mio corpo.
Ed ecco perché decido di alzarmi prima che lei si svegli e, lasciandole un biglietto sul cuscino in cui le prometto che tornerò il prima possibile, esco di casa con una meta precisa.
Ho un paio di cose da sistemare.
***
"Che significa che ti chiami fuori dal giro?"
La voce aspra di Derek giunge sgradita alle mie orecchie, come delle unghie che graffiano contro uno specchio.

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𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢
RomantikaDAL 10 SETTEMBRE IN LIBRERIA💜 Osserva, analizza, rifletti, agisci. Questo è il mantra di Bessie Gray, la cui vita monotona si svolge tra i cento passi che separano il Katy's, il locale dove lavora come cameriera, e il suo appartamento, dove trascor...