"Non amare chi ti tratta come se fossi ordinario."
(Oscar Wilde)
•••
ElisabethDeglutisco con fatica e libero il braccio di Jacob dalla mia presa, il silenzio che ha invaso la stanza è fin troppo pesante e lascio andare un tremulo sospiro nella speranza di trovare sollievo dal blocco di cemento che sembra essersi posato sul mio petto.
La bocca di Jacob è serrata in una linea dura, i suoi occhi sono animati da un'emozione che fatico a decifrare.
Ed è in questo istante che mi pento.
Mi pento di aver consentito a quelle parole di fuoriuscire dalla mia bocca, mi pento perfino di averle pensate e maledico me stessa per esser stata così patetica da arrivare a confessargliele.
Vorrei ritirare ogni singola sillaba, riavvolgerle le une sulle altre come un nastro e serrarle dentro il mio petto.Chi sono io e cosa ne è stato di quella Elisabeth riflessiva, della ragazza che pesa le parole e le pondera con cura ripetendole nella propria testa dieci volte prima di parlare?
Ho trascorso la mia intera esistenza cercando di confondermi tra la massa, di apparire sfocata e banale.
Ho scelto di congelare il mio viso in una maschera di impassibilità così da non permettere a nessuno di poter decifrare le mie emozioni e usarle come lame per trafiggermi alle spalle.Oggi però ho ceduto: per una volta mi sono concessa il lusso di dar voce all'ingarbugliato caos che sento dentro, a quella caotica giostra di sentimenti che sembra impazzire quando lui mi sta davanti.
Ma forse l'ho fatto con la persona sbagliata.
Jacob non emette alcun suono e l'unica risposta che attende il mio fiume di parole è il suo assoluto silenzio.
Faccio un passo indietro.La mia voce è flebile quando provo a parlare. "Lascia stare io non..."
Il tempo di mezzo respiro e lui mi è di fronte, le punte delle nostre scarpe si sfiorano.
''Zitta.'' Mi ordina con tono instabile. ''Non una parola.'' Il suo indice atterra sulle mie labbra forzandomi a tacere.
Avverto con ogni terminazione nervosa la ruvida pelle del suo polpastrello sfregare lievemente contro la morbida curva del mio labbro mentre trascina il dito lungo il profilo della mia bocca.
Jacob si fa ancora più vicino e adesso posso crogiolarmi in ogni suo singolo particolare.
Mi immergo nelle screziature dorate che punteggiano le sue iridi, nel suo profumo che mi avvolge come un manto: così familiare eppure sempre diverso, come se ogni volta riuscisse a rivelarmi un'altra sfumatura di lui.
''Sai qual è il mio più grande problema Elisabeth?'' La sua voce è melodica, quasi ipnotica, intrisa di un'oscura sensualità e quasi lo supplico di proseguire pur di sentirlo ancora parlare, pur di continuare ad averlo così vicino.
Le sue dita si allontanano dal mio viso e proseguono il loro languido cammino verso il mio collo soffermandosi sulla carotide che pulsa furiosamente al ritmo del mio cuore impazzito.
Tutta la sua attenzione è adesso focalizzata lì: sullo scorrere incessante del sangue che pompa furioso nelle mie vene, su quella piccola porzione di pelle segno della mia debolezza.
''Il mio problema sei tu.'' Quasi ringhia questa risposta a denti stretti e, nel farlo, la sua bocca sfiora sensualmente il lobo del mio orecchio.
![](https://img.wattpad.com/cover/175251448-288-k902346.jpg)
STAI LEGGENDO
𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢
Любовные романыDAL 10 SETTEMBRE IN LIBRERIA💜 Osserva, analizza, rifletti, agisci. Questo è il mantra di Bessie Gray, la cui vita monotona si svolge tra i cento passi che separano il Katy's, il locale dove lavora come cameriera, e il suo appartamento, dove trascor...