Baci alcolici

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"Il bacio è il modo più sicuro di tacere dicendo tutto."
(Guy de Maupassant)
•••
Elisabeth

Fisso un punto indistinto di fronte a me: la parete ha delle macchie di pittura scrostata che ai miei occhi assumono strane forme.

L'allegro brusio che riempie la stanza arriva quasi ovattato alle mie orecchie.

Lontana anni luce da tutti, ecco come mi sento adesso.

Rievoco alla mente l'immagine dello strano ritrovamento nell'armadio di Jacob.
Tutti quei soldi...ma per cosa?
Perché nascondere quel denaro quando potrebbe averne a sua disposizione molto di più?

Un gruppo di ragazzi urla qualcosa nel bel mezzo di un brindisi.

Mi volto e, accanto a me, scorgo Jenny, Stephanie e Matthew agitare i bicchieri tra le mani.

Non dovrei essere qui, la mia voglia di socializzare o divertirmi è ridotta a zero, perché ho accettato?

Perché ogni volta che sento di essermi avvicinata a Jacob scopro qualcosa che fa sbriciolare la fragile fiducia che ho nei suoi confronti?

Sono abbandonata alla deriva sul divano, a braccia conserte, e sto affogando nei miei solitari pensieri quando Jenny decide di prendere posto accanto a me.

"Cos'è quel muso lungo?" La mia amica si sporge verso me dandomi un buffetto sulla guancia.

"Nulla, sono solo stanca." Rispondo meccanicamente, ormai è la scusa perfetta per evitare di rivelare cosa mi turbina realmente sotto pelle.

"Ho come l'impressione che tu sia stanca troppo spesso ultimamente. Si tratta di Jacob?"
Il suo tono privo di ironia mi sorprende, forse sono davvero ridotta male e non riesco a celarlo agli altri.

"Jacob? Jacob Butler?" Una ragazza seduta all'estremità del sofà interviene nella nostra conversazione dopo aver spudoratamente origliato.

Il viso di Jenny si contrae in una smorfia di fastidio.
"Perché dovrebbe trattarsi proprio di quel Jacob?" Le chiede scontrosa.

La ragazza, una mora tutta curve con un viso da angelo, inarca un sopracciglio e la guarda con aria interrogativa.
"Tesoro, quella è la faccia di chi ha avuto a che fare con Jacob Butler." Afferma indicandomi.
"Ti ha già scaricata, non è così? Almeno ti sei divertita, guarda il lato positivo." Si rivolge a me direttamente.

Sussulto. Non rispondo.

"Ah, sono sicura che ne è valsa la pena. Quel ragazzo è pieno di talenti." Questa volta è una seconda ragazza a parlare, credo si chiami Amy ed è seduta accanto all'altra.

La mora rilascia un sospiro sognante e dice: "Ci sa fare con quel corpo, non c'è dubbio." Il suo tono trasuda malizia.
Detto ciò, si volta verso Amy e le sussurra:
"Ti ho raccontato di quella volta in cui mi attirò dentro quello stanzino a casa di Caleb e..."

Scatto in piedi: il cuore galoppa impazzito nel mio petto, lo stomaco sembra serrato in una morsa di acciaio e un sapore acido mi corrode la bocca.

Serro i pugni tremanti lungo i fianchi fino a farmi male, fino a quando le unghie si conficcano nella carne.
"Ne ho abbastanza." Sussurro tanto piano da essere udita solo da me stessa.

Mi precipito fuori sal soggiorno con il solo desiderio di allontanarmi da quelle due oche.

Due oche che se la sono spassata con Jacob.
Mi rammenta una fastidiosa vocina proveniente dai meandri della mia mente.

Mi rendo conto di essere stata soltanto l'ultima ragazza di una sua lunga serie.
Quello che abbiamo fatto la sera della cena a casa sua, quello che lui mi ha fatto, non è altro che la copia sbiadita di qualcosa che è già accaduto molteplici volte.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora