"Ed io che invece vorrei solo averti più vicino
Cascare nei tuoi occhi e poi vedere se cammino
Che sono grandi come i dubbi che mi fanno male
Ma sono belli come il sole dopo un temporale."
(Ultimo, Cascare nei tuoi occhi.)
•••Elisabeth
(Qualche anno fa.)Osservo con lieve stupore il mio riflesso allo specchio.
Il vestito prestatomi da Rose mi avvolge perfettamente il corpo: il morbido chiffon di colore rosa antico ondeggia ad ogni mio movimento, facendomi sentire una principessa.Continuo a sorridere come un idiota e ruoto su me stessa, osservo la gonna dell'abito volteggiare insieme a me.
Già mi immagino nella grande sala addobbata a festa, le urla di gioia degli studenti che celebrano la fine di un altro anno scolastico, la musica che accompagna le nostre risate in sottofondo.
Sono così emozionata: il ballo di fine anno è un rito di passaggio, un ricordo da custodire per sempre e da rispolverare in caso di tristezza.Afferro la mia pochette e mi avvio verso la porta d'ingresso, i passi veloci, il cuore che batte.
"Elisabeth!"
Mi blocco sui miei passi. No.
Ti prego fa che non si accorga di nulla."Beth, vieni subito qui!" Sussulto alle sue urla.
Lasciami andare.Percorro la breve distanza che separa la mia libertà dalla cucina.
Mi torturo con le dita una ciocca di capelli procurandomi dolore, ma non devo urlare.Sollevo gli occhi verso di lei.
Ha i capelli unti, intricati in una matassa di nodi, la t-shirt intrisa di macchie, gli occhi rossi e iniettati di sangue."Cosa c'è mamma?" Le chiedo con tono flebile.
Non sopporta che alzi la voce con lei."La mamma ha bisogno di aiuto." Biascica con parole poco chiare.
Oh no, ti prego no, fammi andar via.
Si solleva dalla sedia e con passo malfermo mi raggiunge.
"Mio dolce amore, corri al negozio in fondo alla strada e prendi qualcosa da bere alla mamma."
Sporgendosi verso me, mi abbandona in mano una logora banconota."Mamma questa sera non posso: c'è il ballo scolastico. Rose sarà qui a momenti per offrirmi un passaggio." Tento di spiegarle.
Scuote la testa risoluta. "Coraggio, fai felice la mamma."
"Ma mamma, non farò in tempo..."
Le lacrime inondano i miei occhi, offuscandomi la vista."È un ordine, Elisabeth! Non costringermi ad usare le maniere forti." Mi afferra il polso con violenza, lo stringe.
Domani su quella porzione di pelle apparirà un livido.Chiudo gli occhi.
Li stringo con forza, faccio una preghiera.
Prego, non so chi o cosa, prego chiunque sia in ascolto di farmi sparire, di portarmi via da qui.Ma ogni volta non ottengo risposta da nessuno.
Riapro gli occhi, reprimo le lacrime.
"Va bene mamma, sarò di ritorno il prima possibile."Un sorriso sbilenco si fa strada sul suo viso.
"Ecco la mia bambina." Mi accarezza i capelli e io mi scosto dal suo tocco.Chiudo la porta di casa alle mie spalle e, con la banconota stretta tra le mani, mi incammino verso la destinazione.
Il tessuto del mio vestito si solleva ad ogni passo, la stoffa leggera ondeggia al vento.
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𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢
RomanceDAL 10 SETTEMBRE IN LIBRERIA💜 Osserva, analizza, rifletti, agisci. Questo è il mantra di Bessie Gray, la cui vita monotona si svolge tra i cento passi che separano il Katy's, il locale dove lavora come cameriera, e il suo appartamento, dove trascor...