Situazioni spiacevoli

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"Sono sobrio di pensieri, datemi un po' di alcool per pensare."
(Anonimo)
•••
Elisabeth

Osservo oscillare il liquido ambrato all'interno del bicchiere: una gentile offerta di un amico di Noah già ubriaco alle prime ore della sera.

Ignaro del fatto che non ne avrei toccato una goccia, quel tizio mi ha abbandonata all'ingresso urlando qualcosa riguardo le feste e le sbronze, lasciandomi una birra in mano.

La bevanda in questione ha un odore forte.
Mi è bastato avvicinare il naso al bicchiere e la puzza di alcol mi ha travolta, mandandomi indietro nel tempo a qualche anno fa.

Quella che sarebbe dovuta essere una tranquilla serata tra amici si è rivelata una pseudo festa, con tanto di musica ad alto volume, ragazzi sbronzi sul divano e bicchieri disseminati ovunque.

Sbuffo esasperata...e io che speravo in un bel film con tanto di popcorn da sgranocchiare.

La mia inquietudine si fermerebbe qui se non fosse per il fatto che mi ritrovo seduta su questo sudicio divano tra Noah e Jacob.

Il fato ha deciso di complicarmi la vita per l'ennesima volta, catapultandomi nel bel mezzo di una stupida festa di studenti del college, seduta tra i miei due amici strafighi intenti a flirtare con ogni cosa abbia due tette e lunge gambe lisce.

"Oh J, sei così divertente!" Mugola una voce languida proveniente dalla mia destra, proprio accanto a Jacob.

Mi sporgo in avanti per osservare meglio la scena.

Una bellissima mora, fasciata in una gonna striminzita, gli sta facendo scorrere gli artigli laccati di rosso lungo il collo con fare seducente.

"Tesoro, è circa da mezz'ora che rispondo a monosillabi al tuo tentativo di far conversazione, esattamente cosa ci trovi di divertente?"

La voce di Jacob è divertita, scandisce le parole come se stesse parlando ad un bambino.
Alzo gli occhi al cielo e sorrido.
Tipico di Jacob.

"Ho in mente davvero un sacco di cose che per te potrebbero essere divertenti." La ragazza sussurra questa frase al suo orecchio, stringendosi al corpo di Jacob.
Lui non risponde, noto solo la sua mano far capolino tra i loro corpi e scivolare lungo la coscia della mora.

Volto lo sguardo dall'altra parte serrando i denti, un sapore acido mi si diffonde in bocca come veleno.

È abbastanza per me.
Diamine, ma cosa ci faccio qui con lui?

Decido di abbandonare la mia postazione dal divano: mi allontano da Jacob e Noah perché ho bisogno di spazio e qui mi sento soffocare.

Mi dirigo in fretta verso la cucina in cerca di un po' d'acqua.

"Ecco la mia dolce Elisabeth!"

Sobbalzo al suono della voce di Noah tanto che il bicchiere minaccia di scivolarmi dalle mani e cadere rovinosamente a terra.

Mantengo una presa salda e mi volto verso il mio collega.

Noah ha le guance arrossate, un sorrisetto sghembo dipinto sul volto, un'altra birra tra le mani.

"Noah, non eri impegnato con Sandy fino a dieci minuti fa?" Sussurro aspramente, inarcando un sopracciglio.

"Sandy è noiosa e poi si è convinta di piacermi."
Alza gli occhi al cielo e barcolla leggermente verso destra, ma riacquisisce subito l'equilibrio reggendosi al tavolo.

Mio dio, è già ubriaco.

"Sembrava piacesse anche a te visto il modo in cui le eri avvinghiato sul divano." Ridacchio, portandomi una mano al fianco con fare saccente.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora