Rossetto rosso

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Prima di iniziare ci tenevo a ringraziare tutti voi del supporto dimostratomi in questi giorni, sono felice che la mia storia vi stia appassionando così tanto e che non siete disposti a rinunciare a Beth e Jacob.
Perciò eccomi qui. Un nuovo capitolo, per voi. ❤️
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"Alcune persone sono destinate a innamorarsi, ma non destinate a stare insieme."
( dal film "500 giorni insieme")
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Elisabeth

Volteggio armoniosamente per la sala, il vassoio stretto tra le mani e un finto sorriso stampato in faccia sono le mie uniche armi contro questa massa di snob che popola il soggiorno della lussuosa villa.

La stretta gonna a tubino mi fascia le gambe in maniera sgradevole e la leggera camicetta che indosso si appiccica alla mia pelle già madida di sudore dopo appena due ore di servizio.

"Gradisce dello champagne?" Mi ritrovo a pronunciare questa frase con fin troppa enfasi e, in risposta, la signora alla quale mi rivolgo mi fissa con gli occhi strabuzzati quasi come se fossi un pezzo di arredamento con le gambe che è sbucato dal nulla.

Il mio cellulare, riposto dentro la tasca della giacca che indosso, sembra pesare come un macigno: la voglia di sbloccare lo schermo alla ricerca di un segno di vita di Jacob si intensifica di minuto in minuto.

Non ho idea di dove si sia cacciato da ieri pomeriggio.

Mentirei se dicessi di essermi abituata a queste sue improvvise sparizioni perché non è così. Soprattutto dopo quello che è successo tra noi l'altra notte.

Credevo che ciò che abbiamo condiviso, quell'intreccio di respiri, mani e labbra avrebbe finito con l'avvicinarci ineluttabilmente.
E allora perché in questo momento lo sento lontano anni luce da me?

Questi pensieri hanno un effetto devastante sulla mia andatura e sul il mio equilibrio tanto che, con il vassoio tra le mani, rischio di andare a sbattere contro le schiena di un distinto uomo anziano.

"Elisabeth!"

Una violenta ondata di rabbia e disgusto si dimena nelle mie vene in sintonia con i battiti furiosi del mio cuore.

Emma, che indossa un elegantissimo abito nero, sta storcendo la sua bocca dipinta di rosso in una smorfia di disappunto mentre mi squadra da capo a piedi.

Le sue carnose labbra rosso fuoco riflettono la stessa disapprovazione che si legge nei suoi occhi.
"Cerca di stare più attenta, stavi quasi per far fuori il povero Signor Stone." Gesticola furiosamente nella direzione dell'uomo che ho rischiato di mettere al tappeto con un colpo di vassoio.
"Voglio dire...so che sei abituata ad ambienti più squallidi e dozzinali come quella tavola calda nella quale trascorri le tue miserabili giornate, ma adesso sei qui e stai lavorando per me e la mia famiglia. Pretendo professionalità ed attenzione, è chiaro?"

Serro i denti mentre un caldo fiotto di umiliazione mi invade ogni terminazione nervosa.
Sapevo che affrontare questa serata sarebbe stato difficile, ero certa del fatto che la vista del solo viso di Emma avrebbe scatenato in me una rabbia cieca... ma questo? Queste parole impregnate di disprezzo e superiorità sono uno schiaffo alla mia dignità.
E sono fuoriuscite proprio dalla bocca della stronza con le extension che ha dato fuoco a casa mia.

So bene che Jacob mi ha chiesto di pazientare, di fidarmi di lui in attesa di una soluzione.
Eppure non posso fare altro che chiedermi: cosa cazzo ci faccio qui?

"Ascolta brutta stron.." Faccio per parlare, ma vengo bruscamente interrotta.

"Per me dello champagne, grazie."

Mi volto di scatto, appena in tempo per intercettare con gli occhi la grande mano di Jacob che afferra un flûte di champagne.

"E tu cosa ci fai qui?" Chiedo esterrefatta.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora