Risvegli indelebili

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"Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente."
(Romeo e Giulietta, William Shakespeare.)
•••
Elisabeth

Mi sveglio lentamente, reduce da un sonno profondo e privo di paure o brutti sogni, riscuotendomi dal torpore poco a poco.

Con le palpebre ancora chiuse, mi crogiolo nella piacevole sensazione di calore nella quale il mio corpo è avvolto come un bozzolo.

Ed è in quel momento che mi immobilizzo.

Spalanco gli occhi e quasi urlo nello scoprire la situazione nella quale mi sono cacciata.

A farmi scudo dalla frizzante aria mattutina non sono le coperte ma è il caldo corpo di Jacob.

Avverto il peso del suo braccio che giace sul mio addome scoperto, la sua mano è appoggiata su di me e, ad ogni mio respiro, sfiora delicatamente la porzione di pelle accanto al mio ombelico.

Brividi traditori danzano sul mio corpo nel momento in cui ruoto leggermente la testa per osservarlo meglio.

Alla vista mi si presenta un tripudio di muscoli e pelle olivastra.

Le spalle di Jacob si alzano e si abbassano lentamente, traccio con gli occhi la linea marcata delle sue clavicole per poi scendere a perlustrare i pettorali definiti e l'addome scolpito, infine giungo nel punto in cui il resto del suo corpo è nascosto dal lenzuolo.

Le mie mani fremono per il desiderio di sentire la sua pelle sotto le mie dita, di percepire i suoi muscoli flettersi al mio tocco.

Come ieri notte.

I ricordi travolgono la mia mente come uno tsunami lasciandomi boccheggiante e senza fiato.

Ricordo di Jacob in camera mia che squadra il mio corpo semi nudo con crescente eccitazione, rievoco la sensazione di calore cocente che infiammava le mie viscere al solo pensiero di essere sfiorata da lui e poi le nostre bocche fuse insieme accompagnate dal tocco insaziabile delle nostre mani.

Nonostante ricordi tutto, è come se gli eventi accaduti si susseguissero nella mia mente come un cumulo immagini sfocate.
Maledetto alcol.

Avrei voluto essere sobria e conservare integro ogni istante, ogni sospiro di ieri sera.

Ma se fosse stato così forse sarei andata oltre, saremmo andati oltre.

E adesso mi chiedo, lo avrei fatto sul serio? Mi sarei consegnata anima e corpo a lui?

Prima che possa formulare una risposta al mio azzardato quesito mentale, avverto le dita di Jacob solleticarmi la pancia appena sopra l'orlo del pantalone.

Digrigno i denti e stringo i pugni.
Complimenti Elisabeth, basta un suo semplice tocco involontario a mandare il tuo cervello in cortocircuito.

Punto i miei occhi sui suoi lineamenti addolciti dal sonno: sembra un'altra persona quando dorme.
Non è Jacob schiacciato dal suo solito bagaglio di ombre e segreti, ma è diverso.
È il Jacob che sento più mio.

La sua fronte, solitamente tesa di rabbia o corrugata nei momenti di riflessione, è adesso rilassata.
L'armonioso arco delle sopracciglia corona i suoi occhi ora chiusi, incorniciati da lunghe ciglia nere che sembrano risplendere a contatto con la luce che filtra dalle imposte.
Le labbra piene e carnose, che conosco abbastanza bene da poter confermare la loro morbidezza, sono distese in una dolce linea e sorrido nell'udire il piccolo sbuffo che fuoriesce da esse nel momento in cui Jacob espira.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora