"Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato."
(Walt Withman)
•••Elisabeth
La minaccia di un possibile temporale è definitivamente sparita nel momento in cui giungo davanti la casa sulla spiaggia di Jacob.Una lieve pioggerella sta cadendo su San Francisco.
I miei vestiti sono totalmente bagnati ed il mio viso è solcato da tante piccole gocce d'acqua che baciano i miei lineamenti con fragile dolcezza.Simon, prima di andarsene, mi ha assicurato che sarebbe rimasto nei paraggi e che sarebbe tornato a prendermi non appena lo avessi chiamato.
La sua auto è sfrecciata via cinque minuti fa, ma io sono ancora qui.
Immobile davanti al portone principale.
La mano stretta in un pugno, pronta a bussare.
Ma per qualche assurdo motivo non ci riesco.È come se avessi perso il controllo del mio corpo:
come se stessi vivendo una sorta di esperienza extra corporea, intrappolata in un sogno dal quale non so come uscire.So di essere qui, a pochi passi da lui, ma al tempo stesso mi sento come se non ci fossi veramente.
Mi domando cosa diamine mi sia saltato in testa.
Davvero ho creduto che questo intricato casino potesse avere soluzione? Ho davvero pensato di poter aggiustare tutto venendo qui?
Cosa dovrei dirgli poi?Ancora una volta, sono stata io a fare un passo verso Jacob. Ancora una volta, sto chiedendo io il permesso di entrare nel suo mondo, nella sua testa.
E di nuovo, sono io quella che ha scoperto le proprie carte.
Mi sto mettendo a nudo, qui di fronte a questa porta, in nome di qualcosa che sento al centro del petto, qualcosa che mi dice di non lasciar perdere, almeno per un'ultima volta.Ma lui? Qual è stato il suo ruolo in questa nostra assurda danza di passione e promesse?
Mi porto una mano al centro del petto e stringo il tessuto della mia maglia nel pugno.
Non posso farlo.
Estraggo di fretta il telefono dalla tasca, le mie dita si muovono veloci sullo schermo nel cercare il numero di Simon: devo semplicemente andare via di qui.
Non so se sia per il destino, il karma o semplicemente per un enorme sfortuna, ma è proprio adesso che la porta d'ingresso si spalanca.
È un movimento talmente brusco e improvviso che sobbalzo sul posto ed il telefono scivola via dalla mia presa precipitando al suolo.
Sulla soglia c'è Jacob.
Riesco solo sentire il rimbombo furioso del mio cuore che giunge fino alle mie orecchie ovattando qualsiasi altro suono proveniente dal resto del mondo.
Maledico me stessa perché mi rendo conto di essere ancora vittima di lui, impotente di fronte a ciò che sento quando mi è vicino.Il suo petto si alza e si abbassa in brevi concisi respiri di agitazione.
Non formula alcuna parola, non emette un suono e mi inchioda con uno sguardo di disperazione mista
a stupore.Si limita a starsene lì: una mano stretta alla maniglia della porta, l'altra abbandonata lungo il suo fianco.
Frugo nei meandri dei miei pensieri per trovare qualcosa da dire, una parola alla quale aggrapparmi per uscire da questo oblio di disagio nel quale sono precipitata.
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𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢
RomanceDAL 10 SETTEMBRE IN LIBRERIA💜 Osserva, analizza, rifletti, agisci. Questo è il mantra di Bessie Gray, la cui vita monotona si svolge tra i cento passi che separano il Katy's, il locale dove lavora come cameriera, e il suo appartamento, dove trascor...