La svolta

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⚠️ATTENZIONE: prima di iniziare la lettura, vi invito, se avete bisogno di rinfrescare la memoria, a rileggere due capitoli in particolare: "Strani ritrovamenti" e "Frammento: prima di quel giorno." Questi due capitoli sono collegati a ciò che state per leggere.
In più, gli avvenimenti di questo capitolo si verificano prima che Jacob vada al Katy's dicendo a Beth che deve parlarle, mi riferisco al capitolo intitolato: "Si va in scena."
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"Mi sei scivolato sotto la pelle, hai invaso il mio sangue e hai preso il mio cuore."
(Maria V. Snyde)
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Jacob

Sono trascorse ormai due ore da quando Beth è uscita per andare a lavoro.

Fisso con disappunto la grande sala della villa sul mare che oggi mi appare ancor più deserta degli altri giorni.

Il pigro sole del tardo pomeriggio filtra dalle grandi vetrate del soggiorno, gettando un alone di luci sui costosi mobili in legno che arredano l'ambiente.

Questa è una casa fin troppo grande per una sola persona.

Fin troppo grande per me.

Rilascio un sospiro di frustrazione: mi chiedo cosa diavolo mi abbia fatto Elisabeth per ridurmi così.

Se qualche mese fa mi avessero detto che all'età di ventitré anni avrei proposto ad una ragazza di andare a vivere insieme probabilmente sarei scoppiato in una fragorosa risata e poi avrei mandato a fanculo chiunque si fosse azzardato a pensare una cosa simile.

Eppure oggi l'ho fatto.

E lei mi ha esplicitamente detto di no.

Dio, sono un patetico pezzo di merda.

Fisso con rassegnazione gli scatoloni contenenti la roba di Beth, dovrò portarli più tardi al suo nuovo appartamento e mentirei se dicessi che tutto questo non mi sta turbando.

Perché lo sta facendo.
Perché la verità è che la desidero qui.

Lo squillante suono del campanello mi allontana dal turbinio di assurdi pensieri che mi invade il cervello.

Abbandono la birra che ero intento a sorteggiare sulla superficie del tavolo in legno e mi dirigo verso il portone.

"Ciao stronzo." L'energica voce di Simon riesce a strapparmi un ghigno di divertimento.

"Ti prego, dimmi che hai novità su mio padre e quella foto del cazzo che ho trovato nel suo studio." Sospiro con stanchezza, passandomi una mano sul viso.

Ho un dannato bisogno di portare a termine questo incarico.

Devo portarlo a termine se voglio la possibilità di vivere la vita che desidero, di rimanere insieme a Beth e Thomas.

Derek deve sparire dalla mia vita.

Così come mio padre.

"Stavi bevendo, eh?" Mi beffeggia Simon indicando la bottiglia semi vuota sul tavolo.

Lui sa che, per la situazione di mio padre, rifiuto tutto ciò che abbia a che fare con l'alcol: non voglio divenire schiavo della stessa cosa che ha distrutto l'uomo che mi ha messo al mondo.

Ma non oggi.

Non con un solo mese di tempo per portare a termine l'incarico.

Non con tutto ciò che c'è in ballo.

"Ne avevo bisogno, sono nervoso." Rispondo semplicemente, sedendomi sull'enorme divano in pelle bianca che troneggia nel soggiorno.

"Vuoi dirmi se hai scoperto qualcosa o no?" Sbotto all'improvviso fissandolo negli occhi.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora