La confessione (parte 1)

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Salve lettrici! Come state?
Mi scuso ancora per l'assenza prolungata ma eccomi qui, sono tornata con "Tu sei l'inaspettato." ❤️
Il capitolo che segue è abbastanza lungo, vi avviso, ma è senza dubbio cruciale per la storia.
L'ho diviso in due parti per facilitare la lettura e nulla, spero che possa piacervi. Fatemi sapere al solito nei commenti.😉
Buona lettura.🦋
Al prossimo travolgente (e sconvolgente) capitolo!
Un abbraccio
Meri
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"Ti odio e ti amo.
Forse mi chiedi come io faccia.
Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato."
(Catullo)
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Jacob

L'aria nella stanza sembra addensarsi e caricarsi di elettricità fino quasi a diventare una presenza tangibile pronta a soffocarmi.

Quella domanda ha lasciato la mia bocca solo da pochi secondi, eppure ho come l'impressione che il tempo si stia dilatando a dismisura mentre aspetto la risposta di mio padre.

Serro la mascella e conto fino a dieci.
Ma non arrivo neppure a sei perché la mia mente sfugge al mio controllo e cade vittima del panico che mi sta serrando le viscere.

"Questo..." La voce di mio padre rimbomba prepotente per tutta la stanza, mi penetra le orecchie con fare fastidioso. "Tutto questo è la cosa più difficile che abbia mai fatto nella mia miserabile vita." Confessa indicando lo spazio che intercorre tra i nostri corpi.

Lo osservo affondare sul pregiato divano in pelle nera che adorna lussuosamente il nostro soggiorno.
Si siede in maniera scomposta: ha le spalle curve come se cercasse di non soccombere ad un peso che minaccia di schiacciarlo, i suoi capelli sono un disastro, la camicia è sgualcita e sporca di bourbon e le sue mani sono intrecciate sulle sue ginocchia, serrate così tanto da fare sbiancare le nocche.

"Natalie è stata l'unica donna che io abbia mai amato in vita mia."
La sua bocca pronuncia semplicemente quest'unica frase in un tono apparentemente leggero sotto al quale si cela l'amarezza dei rimpianti e della perdita.

Sono parole dirette, semplici, che però mi lasciano interdetto ed incredulo.

Forse è perché non ho mai sentito mio padre parlarmi così apertamente, forse perché l'idea che lui possa sentire, che lui possa amare mi sembra quasi impossibile.

"E sai? La cosa buffa è che l'ho conosciuta proprio grazie a tua madre." Dice, passandosi una mano sulla mascella con fare pensoso.

Strabuzzo gli occhi in segno di assoluta sorpresa.
Mi raddrizzo di colpo, ancora stupito della sua improvvisa loquacità,e abbandonandomi mollemente sulla morbida pelle della chaise-longue nera, gli getto un'occhiata carica di domande.

"Io e tue madre andavamo al college insieme. Natalie era tra le sue compagne di corso nonché una delle sue più care amiche." Racconta con lo sguardo vacuo e la mente persa in chissà quale ricordo.
"Conobbi Natalie in una giornata qualunque. La mia lezione di economia stava per iniziare e mi trovavo a girovagare solitario tra i corridoi del campus quando finii per imbattermi in tua madre."
Lo osservo scuotere la testa e mormorare qualche parole sottovoce prima di riprendere a parlare.
"E quel giorno non era sola: accanto a lei c'era questa taciturna ragazza con i capelli tagliati in un caschetto dritto ed i libri stretti al petto che mi squadrava guardinga.
I miei occhi rimasero fissi su di lei per tutta la durata di quel breve incontro nonostante da parte sua non ricevetti il minimo segno di attenzione."

Detto ciò si ferma, il suo flusso di parole si interrompe per qualche breve istante, il tempo di deglutire, schiarirsi la voce e prender fiato prima di riprendere il discorso.

"Sai bene che la mia famiglia e quella di tua madre si conoscono da sempre. Sono praticamente cresciuto con lei e all'epoca eravamo in rapporti molto stretti sebbene si trattasse di tutto fuorché di amore." Spiega, passandosi una mano tra i capelli.
"Le chiesi chi fosse quella ragazza tanto strana quanto ammaliante e lei finì per presentarmela."

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora