Istanti

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''Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.''
(Cesare Pavese)
•••
Jacob

Non è forse questo la vita?

Un insieme caotico di istanti che si susseguono nel tempo come fotogrammi per poi formare un'immagine nitida.
Si tratta di piccoli frammenti di esistenza che raccogliamo e custodiamo gelosamente in fondo al petto, alcuni dei quali finiranno per ferirci, altri invece ci faranno gioire ed altri ancora saranno capaci di lasciarci boccheggiare senza fiato.

Ecco, credo che questo istante sia uno di quelli.

Proprio qui, in questo stupido locale dall'insegna al neon quasi spenta che lampeggia ad intermittenza, emanando un sinistro alone verdognolo.

Proprio qui, in un luogo nel quale mi trovo solo di passaggio, spinto da una curiosità che non dovrei alimentare, ho vissuto uno di quegli istanti.

Serro la bocca nell'avvertire la scarica di dolore che si irradia dal taglio che mi sono procurato allo zigomo.
La ferita continua a pulsare in maniera fastidiosa eppure, in questo momento, i miei caotici pensieri mettono a tacere ogni altra sensazione.

In questo momento vedo solo giallo.
Una tonalità di giallo davvero orrenda a dirla tutta.

La ragazza che ho di fronte mi fissa con un'espressione che non riesco ad associare a nessuna particolare emozione.

La squadro di rimando.

Ha i capelli arruffati che le ricadono intorno al viso in un groviglio di ciocche castane, la sua pelle è lucida a causa del sudore e le guance sono deliziosamente arrossate.
Faccio scivolare lo sguardo sulle sue labbra carnose che sono leggermente dischiuse e mi chiedo se stia per proferire parola.

È stupore quello che leggo sul suo viso?

Mi osserva con sospetto, i suoi grandi occhi marroni sono accesi da una luce guardinga e mi ritrovo a spostare il peso da una gamba all'altra con un certo disagio.

Possibile che la sola vista di qualche taglio ed un po' di sangue sulle mie mani le provochi una reazione simile?

Ha un viso dai lineamenti proporzionati e delicati, eppure c'è qualcosa nei suoi occhi, nella sua postura, che le conferisce un'aria severa, rigida ed impostata.
La divisa di lavoro, fin troppo larga, non rende giustizia a quelle curve che riesco ad intravedere nonostante gli strati di tessuto.

Sposto lo sguardo alla sua mano destra, che ha ormai lasciato la presa sul panno abbandonato a terra, per poi riportarlo alle sue iridi ancora fisse nelle mie.

È bella, senza ombra di dubbio. 

Un tipo di bellezza che però non è ordinaria o delicata, la sua è una bellezza cruda e vera.

Ed io, da perfetto bastardo quale sono, di fronte alla visione della sua bocca dischiusa e delle sue lunghe gambe, non impiego molto tempo ad immaginare il suo corpo nudo sul mio letto.

Si schiarisce la voce, credo sia a disagio dopo aver notato le condizioni del mio viso, ma continua a fissarmi con quello strano cipiglio al quale non riesco a dare un significato.

Cristo, cosa diamine dovevo chiederle?

Ghiaccio. Per Simon.

Scuoto la testa e distolgo i pensieri dalla sequela di immagini a luci rosse che ha invaso la mia mente negli ultimi minuti: tutti pensieri poco appropriati che hanno come protagonista questa strana sconosciuta.

Vorrei essermi imbattuto in lei in circostanze del tutto diverse.

Senza dubbio con il viso intatto e privo di lividi.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora