Avvertimenti

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"A vincere senza pericolo, si trionfa senza gloria."
(Pierre Corneille)
•••
Jacob

Perlustro cautamente le mie mani.
Il sangue, non so se mio o suo, mi bagna le nocche, sporcandole di un intenso cremisi.

Le escoriazioni sono profonde, ma basterà qualche benda e un paio di giorni di riposo per rimediare al tutto.
L'adrenalina scorre ancora impetuosa nelle mie vene, stringo con forza i pugni e sento delle fitte di dolore irradiarsi in tutto il corpo.

Sospiro soddisfatto, un improvvisa sensazione di stanchezza pervade i miei sensi e mi offusca la mente.
"Sei stato pazzesco oggi." La voce di Simon giunge squillante alle mie orecchie.

Il mio amico si avvicina e con una pacca sulla mia spalla annuncia: "È ora di andare, datti una sistemata, stasera esci con me, ho bisogno di un drink e della tua compagnia."

"Simon...lo sai che non bevo. O almeno...ci provo." Tento di ricordarglielo con tono sofferente.

"Non ho detto che devi sbronzarti fino a perdere i sensi, ti ho solo proposto di farci qualche bicchierino. Avanti Butler, fallo per il tuo migliore amico." Mi rivolge uno sguardo persuasivo.

Nel rievocare il pensiero dell'alcol, torno con il pensiero alla festa di Olsen e, inevitabilmente, il bel viso di Elisabeth si affaccia ai miei occhi.

Sento ancora la sua voce parlarmi con disprezzo: da quella sera ho analizzato ogni parola che mi ha gettato addosso, ogni sillaba che mi ha travolto e ferito profondamente.
Al diavolo.

"A che ora passo a prenderti?" Domando a Simon con un ghigno.

Un urlo trionfante echeggia nella sala deserta.
"Ecco il mio Jacob!" Lo sento esclamare.
Alzo gli occhi al cielo, Dio benedica gli amici fedeli.

***
Qualche ora e parecchi shot di tequila più tardi, mi ritrovo seduto al bancone di un sudicio bar.

Rigiro tra le mani il bicchiere ormai vuoto, il cui cristallo cattura la luce artificiale del locale dando vita ad uno strano gioco di luci.

"Ti immagini se avessi incontrato più di una volta lo stesso piccione? Voglio dire, sono tutti uguali certo, ma è possibile che ne abbia visto uno più volte? Magari lui mi ha perfino riconosciuto."

Mi volto verso Simon e cerco di trattenere a stento una risata.
È decisamente ubriaco.
"Amico, che ne dici di abbandonare la tequila per un po'?" Indico il suo bicchiere con il mento.

"Lasciare andare la mia amata tequila? Piuttosto la morte!" Urla, alzandosi dal suo sgabello e, con un gesto teatrale, porge il bicchiere al barista in cerca di un altro shot.

Simon ha un fisico da atleta: muscoli ben definiti, altezza sopra la media, lunghe gambe tipiche del
giocatore da basket.
Non mi meraviglio del fatto che anche stasera sia circondato da una schiera di ragazze pronte a cadere ai suoi piedi, in attesa solo di un suo cenno.

Gettato un rapido sguardo ai tavoli confinanti il bancone del bar: noto parecchie ragazze con gli occhi puntati su di noi, colmi di lascive aspettative.

Scuoto la testa e sento la bocca inarcarsi in un ghigno.

"Simon, abbiamo compagnia."  Annuncio al mio amico con voce piatta.

Aspetto che si volti per indicare le nostre pretendenti.

"Porca puttana! Siamo caduti in pasto agli avvoltoi." Strabuzza gli occhi, noto l'entusiasmo dipingersi sul suo viso.

Mi volto verso di lui e rilascio uno stanco sospiro.

"Buon divertimento allora, sono tutte tue." Gli scompiglio i capelli e in risposta lui mi rifila un pugno sul braccio.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora