Due anni dopo
"Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico."
(Qui ti amo - Pablo Neruda)
•••
Elisabeth"Okay ragazzi, basta così. Tutti a casa!" Esclamo con voce squillante, battendo ripetutamente le mani.
Un coro di sospiri di sollievo misto a stanchezza si diffonde dall'ambiente attorno a me mentre osservo Noah e i miei due nuovi dipendenti, Joseph e Cassie, abbandonare in tutta fretta canovacci e stoviglie per precipitarsi fuori dalla cucina.
"Capo, ho sistemato il magazzino. Adesso filerò dritta a casa, ho un divano che mi aspetta." Jenny giunge alla mia destra, slacciandosi il grembiule.
Ridacchio e sollevo gli occhi al cielo.
Jenny rimarrà sempre Jenny."Quante volte ti ho detto che non voglio essere chiamata capo? È strano e mi fa sentire a disagio!" Borbotto, sollevando le mani in aria.
"Ma tu sei il mio capo adesso." Risponde piccata, inarcando un sopracciglio rosso fuoco.
Scuoto la testa, porto una mano al ponte del naso per poi stringerlo tra l'indice ed il pollice, cercando di trattenere la risata che sta per sgorgarmi dal petto.
In realtà ha ragione.
Sono io a gestire il Katy's adesso.Paul, con l'intento di dedicarsi all'apertura di un nuovo ristorante in periferia, ha deciso di lasciare questa piccola perla nelle mie mani, affidandola alle mie cure e alla mia esperienza, certo del fatto che qui avrei compiuto un ottimo lavoro.
Ancora non riesco ad esprimere a parole il senso di gratitudine che mi inonda il cuore nel pensare a quell'uomo, a quanto abbia fatto per me, a come mi abbia supportata quando non avevo nessuno a cui aggrapparmi.
Ebbene si, adesso sono io il capo.
E si, amo tremendamente il mio lavoro.Socchiudo gli occhi, gustandomi l'assoluto silenzio che regna intorno a me.
Il chiacchiericcio dei clienti si è ormai spento, l'odore di fritto e ketchup è svanito.
I tavoli, lucidi e splendenti, sono già apparecchiati per l'apertura di domani.Mai come ora ho avvertito il Katy's come il mio rifugio sicuro, come una seconda casa.
È un luogo prezioso al mio cuore: scrigno di ricordi e memorie segrete."Va pure a casa Jenny. Ti voglio bene, a domani." Sussurro assorta, sfiorandole una spalla con fare rassicurante.
"A domani stronzetta." Ammicca nella mia direzione, facendomi un occhiolino.
"Ah, a proposito!" Esclama, portandosi un dito alla tempia. "Il tuo cliente preferito è fuori che ti aspetta." Mi informa con tono palesemente allusivo.Jacob.
Il suo nome mi balza alla mente con impeto e prepotenza: un lampo folgorante di luce in questa notte qualunque.
Un pigro sorriso sornione mi incurva dolcemente le labbra mentre libero i miei capelli dall'elastico e mi avvio a grandi passi in direzione dell'uscita.
Verso di lui.
Pronta ad accoglierlo.
Ancora e ancora.La verità è che la nostra vita, la nostra stessa esistenza, negli ultimi tempi è diventata più leggera.
Siamo nati sotto il peso di genitori assenti ed incasinati, intrappolati nella loro matassa di bugie ed egoismo e ne siamo stati gravemente danneggiati.
Io e Jacob eravamo rotti e forse ancora un po' lo siamo.
Ma finalmente abbiamo spiccato il volo.In realtà, il dono più bello che i nostri genitori potessero offrirci è stato quello di lasciarci liberi.
Jeremy è sparito dalle nostre vite quasi un anno e mezzo fa, sappiamo solo che ha caricato alcune valigie in auto ed è partito senza informarci sulla sua destinazione.
Io ho deciso di tagliare i ponti con mia madre, o meglio, mia zia, e con tutto ciò che mi incatenava alla mia vecchia vita a San Diego.A volte, l'unica via per lasciarsi fiorire è estirpare le radici cattive.
Lo stomaco mi sussulta di gioia mentre stringo tra le mani le chiavi di casa.
Della nostra casa.
La villa sulla spiaggia, la nostra piccola bolla nel mondo che ci culla ogni sera con il rombo delle onde.Adesso, solo adesso, percepisco il peso di ogni lacrima, di ogni dubbio e bugia, di tutte le crepe e le imperfezioni.
E capisco che ne è valsa la pena.Le luci sono già spente quando la pesante porta di ingresso del Katy's si richiude alle mie spalle con un sonoro tonfo.
Un battito di ciglia, un soffio di vento, e lui è qui.
Jacob è appoggiato alla fiancata della sua auto: una mano in tasca ed un sorrisetto sghembo stampato sul suo viso letale.
Mi inchioda con occhi che saprei riconoscere ovunque, due iridi straripanti d'amore, mentre avanzo verso di lui con passi impazienti.
Così dolorosamente bello, così inevitabilmente mio.
"Non avevamo già superato la fase degli appostamenti fuori dal mio luogo di lavoro?" Domando strafottente, giungendo davanti a lui e gustando l'effetto calmante della sua presenza.
Lui ridacchia alla mia battuta e si sporge verso il mio viso per scostare una ciocca di capelli, il suo tocco è setoso e gentile.
Rabbrividisco inevitabilmente, la sua sola presenza fa tremare violentemente il mio petto."Certe abitudini sono vecchie a morire, non trovi?" Ribatte ferino mentre una fossetta fa capolino a lato della sua rosea bocca.
Porto le mani ai fianchi.
"Se quello che vuoi è un hamburger, mi dispiace deluderti, ma il mio locale è chiuso. E non farò eccezioni per te Jacob Butler." Lo provoco giocosamente, puntando un dito contro il suo naso."Elisabeth Gray non mi interessa il cibo o altre stronzate simili." Borbotta, sogghignando da sotto le sue lunghe ciglia.
"Voglio soltanto salire su quest'auto e portare a casa la mia futura moglie."
Dice, afferrando la mia mano sinistra per accarezzare l'anulare coronato da un maestoso anello: al centro di questo risplende uno smeraldo verde dal taglio semplice.È il colore di ciò che più amo al mondo: i suoi ipnotici e profondi occhi.
È il colore di rinascita.
È il colore di un nuovo inizio.Io e Jacob ci sposeremo a luglio, tra pochi mesi. Celebreremo la nostra unione in compagnia di pochi intimi, sulla spiaggia di fronte alla quale sorge casa nostra, con il sole negli occhi e la sabbia sotto i piedi.
La sua proposta è arrivata inaspettata, improvvisa e folgorante.
Un po' come noi.
E il mio cuore ha subito danzato nell'udire quella sua domanda, battendo forte al centro del mio corpo e scalpitando con un sonoro si dal profondo del mio petto.Osservo Jacob con devozione pura, poggio il mio palmo caldo contro il suo viso virile e mi godo la sensazione della sua pelle sotto le dita.
Siamo giovani, siamo stati distrutti e lontani, ma stiamo rimettendo insieme i nostri cocci.
Avremo una vita intera per farlo.
E non vedo l'ora di assaporare pienamente ogni attimo, fin sotto la pelle e fin dentro le ossa.
"Tu sei l'inaspettato." Gli sussurro tremante ad un soffio dalle sue labbra.
"Tu sei l'inaspettato." Mi ripete, accostando dolcemente la sua bocca alla mia.
Ci aggrappiamo l'uno all'altra, intrappolati in un rovente bacio.
E posso tornare a respirare.
FINE
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𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢
RomanceDAL 10 SETTEMBRE IN LIBRERIA💜 Osserva, analizza, rifletti, agisci. Questo è il mantra di Bessie Gray, la cui vita monotona si svolge tra i cento passi che separano il Katy's, il locale dove lavora come cameriera, e il suo appartamento, dove trascor...