Spaventose verità (parte 2)

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Sorpresa! Ho deciso di pubblicare stasera la seconda parte. Buona lettura😉
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"E cos'altro può essere l'amore se non una segreta pazzia, una opprimente amarezza e una benefica dolcezza."
(William Shakespeare)
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Jacob

"Mi dispiace per la sua perdita signora." Borbotto in tono sommesso, incapace di guardare la donna in volto.

"Anche a me. Sono passati anni, ma questa ferita continua a pulsare dal dolore." Sospira affranta, tamponandosi gli angoli degli occhi.

La ascolto con totale attenzione, posso capire dai suoi gesti e dal suo tono che questa donna non sta vivendo un bel periodo.

Il fatto che stia parlando a me, un perfetto sconosciuto, di un fatto così intimo, ne è la prova.

"Sai giovanotto, c'è una determinazione nei tuoi occhi che mi ricorda tanto mia sorella. Era una donna che amava incondizionatamente, una madre ed una moglie eccezionale." Confessa con un sospiro. "Ed è paradossale che se ne sia andata proprio per colpa di colui che amava."

Il mio cuore salta un battito. Stringo i pugni contro la superficie del tavolo e raddrizzo la schiena di colpo.

Cosa ha voluto dire con quella frase?

"Cosa..." Mi schiarisco la voce con disagio. "Cosa intende?"

Maledico me stesso per non essere riuscito a tenere a freno la lingua, ma questa donna è vulnerabile ed io ho bisogno di informazioni, quindi non mi faccio scrupoli nello sfruttare la sua loquacità.

Lei mi osserva con espressione indecifrabile.

"Ho avuto decine di colloqui con potenziali acquirenti di quella villa, ma credo senza dubbio che tu sia il più adatto Jacob. Ti chiami Jacob, giusto?" Domanda, corrugando la fronte e cambiando drasticamente argomento.

Annuisco in tensione. "Si, Jacob."

"Ecco Jacob, ti farò mettere subito in contatto con l'agente immobiliare di San Francisco. Mi hai detto di essere di San Francisco, dico bene?"

"Si signora, abito nel quartiere di Nob Hill per essere preciso." Dichiaro tutto d'un fiato.

Ed è proprio adesso che l'espressione della donna cambia del tutto.

Il suo viso sbianca di colpo mentre la sua mano destra perde la presa sulla tazza di tè fumante.

"Nob Hill hai detto?" Chiede in un sussurro. "Ti riferisci al quartiere dove si trova la sede della Butler's Corporation, non è così?" Parla senza neppure guardarmi in faccia, i suoi occhi vacui sono fissi sulla parete di fronte a sè.

Mi muovo a disagio sulla sedia mentre il sudore inizia ad imperlarmi la fronte e le mani.

Questa donna conosce la società di mio padre, il che vuol dire che potrebbe conoscere mio padre.

Altrimenti perché tra tutte le domande che avrebbe potuto rivolgermi sul quartiere ha scelto proprio quella inerente la società?

Deglutisco a fatica mentre tento di rifilarle una risposta con tono più fermo possibile.

"Sta parlando della società di quel Jeremy Butler? Si, la sede centrale è situata nel cuore di Nob Hill."

La signora si passa una mano tra i capelli con aria esasperata.
"E Jerem-...quel signore è ancora in affari?'' Chiede con voce flebile.

Ripenso alle immense fortune di mio padre, ai milioni di dollari che riesce ad incassare con facilità mese dopo mese.

"Signora, Butler è uno degli uomini più ricchi di tutta San Francisco." Borbotto con cocente imbarazzo.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora