''Credo nelle sensazioni a pelle, nel colpo di fulmine, nell'istinto. Credo in tutto quello che il mio corpo sceglie prima della mia testa.''
(misSchianto, Twitter)•••
JacobNon riesco a cancellare questo sorriso soddisfatto dalla mia dannata faccia.
Anche Elisabeth deve aver notato la mia espressione trionfante tanto che decide di avvertirmi.
"Non farti strane idee Butler, ti ospito in casa mia solo per quattro chiacchiere e, se lo meriterai, ti guadagnerai un buon caffè." Mi informa, inarcando un sopracciglio.
"Cazzo! E io che stavo già pensando alla proposta di matrimonio. Non demordo però, sarà per la prossima volta." Ribatto sarcastico, prendendola giocosamente in giro.
"Jacob Butler sei un coglione, te l'ho detto vero?" Borbotta nel tentativo di nascondere il divertimento che pervade la sua voce.
"Si Beth, me lo hai già detto, più di una volta per essere precisi." Ribatto, alzando gli occhi al cielo.
Solleva le spalle con aria rassegnata. "Una volta in più non fa mai male."
Il tragitto dal Katy's a casa sua è piuttosto breve, non mi stupisco che percorra questa strada ogni sera a piedi.
Non ha ancora fatto riferimento al nostro discorso di poco fa, so di aver azzardato con ciò che ho detto ma dovevo farle capire qualcosa, dovevo tentare di tradurre a parole quello strano tumulto che mi scuote il corpo solo guardandola.
Credo che le mie parole abbiamo sortito l'effetto desiderato dato che adesso sono qui, con lei, davanti la porta del suo appartamento.
Se potessi alzerei un pugno in segno di trionfo, ma non vorrei perdere la parvenza di normalità che ho guadagnato ai suoi occhi, quindi decido di starmene buono.
"Eccoci qui, benvenuto nella tana di Elisabeth." Annuncia, spalancando la porta con un gesto teatrale.
Le chiedo di ripetere quanto ha appena detto perché il mio sguardo è focalizzato sul suo culo fasciato nei jeans striminziti che indossa anziché sulla sua voce.
Purtroppo sono costretto a sollevare lo sguardo da quel delizioso spettacolo e ciò che mi ritrovo davanti agli occhi è un grazioso appartamento di modeste dimensioni.
È piuttosto piccolo ed essenziale nell'arredamento: il colore dominante è il beige, a mio parere tremendo, ma chissà perché mi sarei aspettato una scelta del genere da Elisabeth.
Siamo nella cucina che suppongo faccia anche da soggiorno, vista la presenza di un divano che ha visto tempi migliori.
Senza dubbio, ciò che rende piacevole l'atmosfera di questa casa è la presenza di Elisabeth: cammina nervosa, avanti e indietro, blaterando qualcosa di indecifrabile.
"E dunque questa è la stanza nella quale passo la maggior parte del mio tempo: cucina, televisione, divano. Beh, il divano lo uso per sedermi ovviamente, ma spesso finisco per addormentarmi qui perché certe sere la stanchezza si fa sentire e..." Farfuglia senza sosta tanto che mi ritrovo a doverla interrompere per farle prendere un po' di fiato.
Mi avvicino a lei e le appoggio le mani sulle spalle.
Il contatto con la sua pelle provoca una scarica di calore che si irradia dal suo corpo fino al centro del mio palmo, strani brividi mi attraversano le punte delle dita per poi propagarsi fino al mio inguine irrequieto.
Se questo è l'effetto che la sua sola vicinanza mi provoca, non oso immaginare cosa mi succederebbe se facessi scontrare la mia bocca contro la sua.
"Elisabeth, tranquilla. È tutto okay, rilassati." Le parlo in modo delicato.

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𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢
RomanceDAL 10 SETTEMBRE IN LIBRERIA💜 Osserva, analizza, rifletti, agisci. Questo è il mantra di Bessie Gray, la cui vita monotona si svolge tra i cento passi che separano il Katy's, il locale dove lavora come cameriera, e il suo appartamento, dove trascor...