Ti porto via con me

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"Amami o odiami, entrambi sono in mio favore.
Se mi ami sarò sempre nel tuo cuore.
Se mi odi sarò sempre nella tua mente."
(William Shakespeare)
•••
Jacob

È notte fonda quando faccio ingresso nello studio di mio padre.

La casa è completamente avvolta da un tetro silenzio, un silenzio strano e denso di aspettative, come frutto di un sortilegio.
Oltre me c'è solo Thomas, addormentato profondamente tra le sue morbide coperte al piano di sopra.

Derek mi ha chiamato questa mattina, era ansioso di ottenere delle informazioni utili, ma questa volta ho dovuto deluderlo: la mia indagine ha inizio solo adesso.

Ho deciso di dare inizio alla mia ricerca proprio da qui: quale sarebbe il posto migliore per scovare i segreti di mio padre se non proprio il suo studio?

Il mio obiettivo è rintracciare il suo tallone di achille, qualcosa di losco e riprovevole, di profondamente sbagliato, qualcosa che io possa sfruttare così da indebolirlo e darlo in pasto a Derek.

Ho intenzione di infangare il suo nome all'interno dell'alta società, di distruggere la facciata di cortesia e bontà che si è costruito passo dopo passo.

Voglio rivelare a tutti chi è realmente Jeremy Butler.
Un uomo vuoto, marcio, privo di qualsiasi empatia ed emozione, incapace di amare.

E una volta umiliato toccherà a Derek occuparsi del suo impero: lo distruggerà, finirà per disintegrarlo in macerie.

Cosa farò io? Io sarò già altrove quando tutto questo si realizzerà.
Lontano, intoccabile ed impenetrabile.

La stanza è illuminata dalla sola luce fioca della luna che fa capolino timidamente dall'ampia vetrata.
La carezza della luce notturna inonda la scrivania di mogano che svetta al centro della stanza e le pile di documenti sparpagliate su di essa.
Tutto il resto è perfettamente in ordine: l'ambiente è freddo, asettico e austero.
Un po' come mio padre.

Controllo rapidamente le carte che ricoprono la scrivania, ma non rintraccio nulla che potrebbe interessarmi.
Mi focalizzo piuttosto sui premi e i riconoscimenti che mio padre tiene esposti su quella superficie liscia: nessuna foto di famiglia.
È come se non fossimo così importanti da meritarci un posto su questo dannato tavolo. O nel suo cuore.

Stringo i denti e, con passo sicuro, mi dirigo verso la cassaforte nascosta dietro l'ampia libreria che occupa un'intera parete dalla stanza.

Fletto i bicipiti e spingo per spostare il massiccio mobile.

"Diamo inizio alle danze." Sussurro digitando con sicurezza il codice richiesto. Ho visto mio padre farlo così tante volte da averlo memorizzato, chi lo avrebbe mai detto che lo avrei usato contro di lui?

La cassaforte si apre con uno scatto che risuona cupo nella stanza.
Ne esamino il contenuto con la massima attenzione: una piccola scatola custodisce l'antico anello della mia bisnonna, scorgo l'atto di vendita di un immobile, un paio di rotoli di banconote e... è tutto.

Maledizione, com'è possibile?

Passo una mano attraverso i capelli e tiro le ciocche con nervosismo: sono al punto di partenza.
Non ho nessuna informazione in mano e Derek sarà furioso.

In preda all'angoscia, i miei occhi si posano sul mio cellulare abbandonato sulla lucida superficie della scrivania.
Lo schermo è buio, non ho ricevuto nessun segno di vita da Beth dopo la scorsa serata.

Dove diavolo si è cacciata?

Agguanto quell'aggeggio infernale e, dopo aver frettolosamente cercato il suo numero tra i miei contatti, avvio la chiamata.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora