Epilogo 2.0

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Due anni dopo
Attraverso gli occhi di Jacob

"Non ti amo come fossi rosa di sale, topazio o freccia di garofani che propagano il fuoco, t'amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l'ombra e l'anima (...)"
(Pablo neruda- Non ti amo come fossi rosa di sale)
•••
Jacob

Gli ultimi, trionfanti raggi solari penetrano dall'ampia vetrata della camera da letto, gettando un piacevole bagliore.

Il cielo si è tinto dei brillanti colori del tramonto mentre un'altra giornata termina e si consuma sotto i miei occhi.

Fletto un braccio e lo porto al di sotto della mia nuca, ruoto il corpo e, nel movimento, il lenzuolo sfrega contro la mia pelle esposta.

Rivolgo il viso verso quello di Elisabeth e, per quella che mi appare come la milionesima volta in due anni, il mio petto viene invaso da un familiare, confortante calore.

Un senso di assoluta potenza e pienezza si irradia da ogni mia cellula che sembra cantare alla sola vista di lei.

Beth mi osserva con gli occhi socchiusi, le iridi le brillano in risposta al mio sguardo intriso di devozione.
Giace accanto a me sul nostro letto, debole e appagata, con i segni rossi dei miei baci che le adornano il collo come preziosi gioielli.

Una lucente ciocca della sua chioma castana le sfiora con timidezza le spalle nude, mentre la mia attenzione viene catturata dalla dolce curva del suo fianco e dal punto in cui la sua carne è nascosta dal candido lenzuolo che avvolge entrambi.

A volte, dopo aver fatto l'amore, rimaniamo così: immobili.
Scegliamo di non fiatare, di non respirare per crogiolarci in momenti come questo, istanti nei quali ci fissiamo a vicenda per assicurarci che tutto questo sia reale, che noi siamo reali.
E siamo qui, abbandonati sullo stesso letto, insieme.

"A volte ci pensi?" La mia voce arrochita squarcia il velo di silenzio che racchiude la stanza come una bolla.

Lei si muove appena, solleva un braccio e poggia la tempia sul suo palmo aperto così da potermi guardare in maniera diretta.
"A cosa?" Risponde con voce sommessa quasi come se avesse paura di rompere un incantesimo che è solo nostro.

"A quella serie di infiniti istanti che ci ha portato a questo." Indico noi, il letto, la nostra casa.

"Si." Risponde senza esitare. "Più spesso di quanto tu possa immaginare. Lo faccio in assoluto silenzio, lo faccio per rammentare il valore di ogni ferita, bugia e cicatrice che mi ha permesso di averti. Lo faccio per ricordare che ogni infinito istante ne è assolutamente valso la pena." Mi spiega, fissando un punto indistinto sulla parete.

"Sai..." Dico, avvicinando languidamente il mio corpo verso il suo. "Hai presente quella frase che mi ripeti sempre? Mi dici: tu sei l'inaspettato."

Lei annuisce mentre un timido sorriso le addolcisce la dolce curva della bocca.

"All'inizio non ero sicuro di averne compreso il significato. Mi ci è voluto del tempo per farlo, ma adesso mi è tutto più chiaro." Mormoro, giocherellando distrattamente con i suoi capelli.

"E allora spiegamelo." Ribatte semplicemente.

Prendo un profondo respiro e tento di mettere insieme le giuste parole.
"Le persone trascorrono la loro intera vita pianificandola. Voglio dire, ogni azione, pensiero, ogni gesto, sono diretti a perseguire un obiettivo.
Vivere si è trasformato in una affannata corsa verso la felicità, una felicità che si tenta di programmare, prenotare, si cerca di incastrare tra uno spazio e un altro.
Ed è proprio qui l'errore: l'aspettativa." Dico sicuro, picchiettandomi un dito sul mento.
"Qualcuno una volta mia ha detto che le cose destinate a marchiarti sono quelle che non aspetti. Ed è proprio questo il punto: io non ti cercavo Elisabeth, non ti avevo programmata nè prevista. Eppure è successo, ti sei fatta spazio dentro il mio petto lentamente, inaspettatamente e hai stravolto tutto.
Tu sei l'inaspettato è proprio questo: vivere nell'attesa di ciò che non si aspetta.
Galleggiare tra un giorno e un altro, gustare sulla lingua il sapore di ogni momento fino a quando non arriverà quell'infinito istante per dare un senso a tutto il resto.
E tu lo sei, sei il mio infinito istante." Le confesso con ogni goccia sangue che scorre impetuoso nelle mie vene.

Osservo il viso di Elisabeth aprirsi in un enorme, folgorante sorriso mentre schiude la bocca per parlare.
"Hai davvero..."

"Sposami." Mi ritrovo a sussurrare di getto in questo nostro caos di lenzuola sgualcite.

Noto lo shock tingerle gli occhi nel momento in cui capisce ciò che le ho detto.
Un lieve ansito di stupore lascia le sue labbra. "Come...cosa?" Mi chiede, boccheggiando senza fiato.

"Sposami, ho detto." Ripeto queste parole sulle labbra, assaporandone la consistenza, assorbendone il significato.

Non sono mai stato così sicuro di qualcosa così come lo sono di questo.

"Tu sei pazzo." Elisabeth mi parla con occhi straripanti di emozioni.

"No." Mi slancio verso di lei per agganciare le sue dita alle mie. "Mai stato più lucido di così." Le dico, portando la sua mano alla bocca.
"Continua a sbagliare con me Elisabeth, continua a mettere a posto ogni cosa con me. Ma questa volta facciamolo per tutta la vita."

"Io..." Lei tenta di rispondere ma io la blocco.

Parlo, parlo e parlo ancora.

"Ascoltami." Le dico, racchiudendo il suo viso nel mio palmo. "So di non essere quello giusto, ma proverò ogni giorno ad essere quello giusto per te. E so anche di essere ancora scheggiato e rotto, ma proverò ad aggiustarmi per te. Quindi tu non..."

Non riesco a concludere la frase, proprio non ci riesco perché la bocca di Elisabeth si avventa sulla mia con il calore di mille soli.

"Jacob, non dovrai promettermi nulla." Sussurra ansimante, staccandosi dalle mie labbra. "Il mio era già un si quando hai detto sposami, è sempre stato si, fin dall'inizio. Altre mille volte si." Mi dice con il volto umido di preziose lacrime.

Chiudo gli occhi e lascio andare un sonoro sospiro.

Mi sporgo verso di lei e le bacio le guance bagnate, bevo una sua lacrima come se fosse la mia.
Respiro ogni suo respiro come se fossero i miei.

Ripiombiamo sul letto, intrappolati di nuovo tra le lenzuola stropicciate mentre i nostri corpi tornano a congiungersi e poi a fondersi con febbrile eccitazione.

Ci sono io, poi c'è lei e tutto inaspettatamente riacquista un senso.

E questo, questo è un altro dei nostri infiniti istanti.

•••
Spazio autrice
Buongiorno e buona domenica❤️
Ecco per voi l'epilogo attraverso gli occhi di Jacob, spero vi sia piaciuto.
Torno qui anche per dirvi che continuerò a scrivere e aggiornare l'altra mia storia "Lontano da te." Quindi iniziate a fare un salto anche lì.🥰
Vi abbraccio
Grazie per il costante supporto.
Meri

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora