Lasciarsi appassire

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"Passo il tempo ballando
Per riempire lo spazio che hai lasciato dentro di me
Pieno di bugie e di nient′altro
Sulla pelle uno sguardo che hai lasciato dentro di me."
(Luna piena- Irama, Rkomi)
•••
Elisabeth

Quando quella bomba di bugie e segreti è scoppiata nella mia vita, seminando caos e confusione, credevo che si trattasse di uno scherzo.

Voglio dire, non capita tutti i giorni di scoprire che la donna che credevi tua madre in realtà è tua zia, che l'uomo che consideravi tuo padre non ha il tuo stesso sangue, che i tuoi veri genitori sono morti in un incidente stradale causato da uno psicopatico ubriaco che non sapeva accettare la rottura di un rapporto.

Ecco, in quel momento avrei giurato che dei tizi con le telecamere in mano stessero per saltare fuori e dirmi: questa è una candid camera, torna pure a casa e dimentica che tutto questo sia realmente successo.

Ma non si è fatto vivo nessuno, dunque mi tocca mandar giù la realtà.

Negli ultimi giorni ho avuto a disposizione moltissimo tempo per pensare: un cumulo di secondi, minuti e ore durante il quale la mia mente ha navigato tra i pensieri più disparati.

Ho cercato di immaginare il volto di Albert e poi quello di Natalie.
Ho scavato negli angoli più reconditi del mio cervello alla ricerca della briciola di un ricordo, provando a ricordare com'era la mia vita prima, com'era essere amata.

Ma mi sono scontrata con il vuoto più totale.
O meglio, è emerso il lato più buio del mio passato.

La memoria ha fatto tornare a galla le urla, le lacrime, gli schiaffi e gli spintoni, la puzza di whiskey, lo sporco, la solitudine e tutto il marcio che è stata buona parte della mia esistenza.

Ho provato a dare forma nella mia mente al tipo di vita che avrei vissuto se qualcuno come Jeremy Butler non fosse esistito.
Forse sarei stata sommersa di amore, baci e carezze, forse avrei festeggiato ogni compleanno e i miei genitori mi avrebbero preparato una torta enorme con tanto di glassa e decorazioni.
Forse non mi sarei mai sentita sola e abbandonata perché avrei avuto accanto due persone che mi avrebbero amata incondizionatamente con ogni loro
respiro.

Ma questi rimarranno solo forse e oggi sono da tutt'altra parte, con alle spalle ricordi diversi, mentre mi ritrovo di fronte l'apatico volto dell'uomo che mi ha gettato in una vita che non era destinata ad essere la mia.

C'è qualcosa che mi spaventa terribilmente nel volto di Jeremy Butler.

Credo si tratti del fatto che sembra ricordarmi una versione più vecchia e matura di Jacob ma, nell'osservarlo meglio, sono sicura che a terrorizzarmi sia la totale assenza di emozione nei suoi occhi.

Sono quei due pozzi neri di nulla che lo fanno apparire vuoto, arido.
Il guscio di un uomo.

Non so quale impeto mi spinge a parlare, ma improvvisamente mi ritrovo a stringere convulsamente la maniglia tra le mani e le parole rotolano giù dalla mia bocca con la forza di un fiume in piena.

"Ti concedo tre minuti per fare un passo indietro e sparire dalla mia vista prima che io chiami la polizia." Gli dico, sfidandolo con lo sguardo mentre tento di soffocare il tremore nella mia voce.

Jeremy non replica immediatamente a quanto dico, continua a fissarmi inebetito quasi come fosse sconvolto dal solo fatto che io riesca a parlare.

Emana un forte odore di bourbon e colonia costosa e questo mix giunge alle mie narici facendomi arricciare la bocca con disgusto.

Quest'uomo è un rottame.
Tutti quei soldi non potranno mai farlo apparire meno vuoto e arido di quel che è.

"Elisabeth." Pronuncia il mio nome con voce ferma e controllata come se stesse recitando un copione che conosce perfettamente.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora