Presentazioni

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"L'unica maniera di prendere la decisione giusta è sapere quale sia quella sbagliata."
(Paulo Coelho)
•••
Jacob

Mi convinco mentalmente di non essere uno stalker nè uno psicopatico, eppure sono qui, piantato fuori dal suo posto di lavoro nella speranza di rivolgerle qualche misera parola.

Nel bel mezzo della notte, in attesa di vederla arrivare, inizio a dubitare seriamente della mia fottuta sanità mentale.

Sono passate le undici, il suo turno dovrebbe essere già finito, ma con il trascorrere dei secondi inizio a pensare che non passerà di qui.
Una lieve fitta di frustrazione mi attraversa: forse la sua auto è parcheggiata dall'altro lato della strada o forse qualcuno le avrà dato un passaggio verso casa.

Un lieve scalpiccio mi desta dalle mie insulse paranoie e scioglie ogni mio inutile dubbio.

Eccola lì.

La luce del lampione che ci sovrasta sembra far risplendere la sua chioma castana.
Cammina ondeggiando leggermente i fianchi, sfoggiando delle curve alle quali quell'orribile divisa da lavoro non rendeva giustizia.

Indossa un'anonima felpa ed un paio di jeans scuri che le fasciano il corpo esaltandone ogni dolce rilievo, facendo sì che il mio sguardo indugi più del dovuto in determinate zone tremendamente piacevoli alla vista.

Avanza nella notte mormorando qualcosa ma, non appena si rende conto della mia presenza, i suoi piedi si bloccano immediatamente.

Volta la testa di scatto verso di me e la sento trattenere il respiro non appena mi scorge acquattato nel buio.

"Toglimi una curiosità, Beth è un diminutivo giusto?" Le chiedo senza pensarci, rivolgendole una domanda che mi ha torturato da quando si è presentata al tavolo del Katy's.

La sento borbottare qualcosa riguardo alla sua voglia di mandarmi al diavolo chiamandomi per nome e decido di accontentarla presentandomi.

"Adesso sai come mi chiamo, sai che non ho intenzione di rapirti e dunque aspetto una risposta alla domanda che ti ho fatto." Le dico con un cenno del mento, celando la nota di divertimento che impregna la mia voce.

Lei mi squadra un'altra volta, ha un'aria sospettosa e rigida, ma riesco a leggere una timida curiosità celata nel suo sguardo.
"Il mio nome è Elisabeth, ma tutti mi chiamano Beth." La sua voce è ferma, fiera e finalmente ottengo la risposta che desideravo.

Elisabeth.

Pronuncio il suo nome ad alta voce e mi piace assaporare la sensazione che provoca quel suono sulle mie labbra.
La guardo un'altra volta e la sorprendo ad osservare furtivamente la mia bocca.

Forse alla signorina Elisabeth non sono del tutto indifferente.

"Hai notato qualcosa di interessante?"
Chiedo strafottente, passandomi una mano tra i capelli.

Elisabeth strabuzza gli occhi, colta alla provvista dalle mie parole sfacciate e noto le sue guance arrossarsi deliziosamente per l'imbarazzo.

"E tu sei qui solo di passaggio o il Katy's è appena diventato il tuo posto preferito?"
Non sembra reagire alla mia provocazione nonostante il suo tono sia incredibilmente malfermo.

"Dovrei risponderti dicendo che sono capitato qui casualmente, che sto aspettando il mio amico Simon che abita qui accanto, ma sparerei soltanto una marea di stronzate."

Noto che sta torturando una ciocca di capelli nell'attesa che io prosegui con le spiegazioni.

"Forse...sono qui per te." Ammetto con tono suadente, tutto d'un fiato, senza neppure concedere ai polmoni di incamerare altra aria.
"Cristo, è dalla sera del nostro primo incontro che non riesco a tenere a bada i miei dannati pensieri. Non ho mai fatto nulla del genere e mi sento fottutamente inadeguato a stare qui, ma...."

"Cosa intendi esattamente con non ho mai fatto niente del genere?" Mi chiede incuriosita, assottigliando lo sguardo con aria guardinga.

Stringe con forza la tracolla della sua borsa, sta tentando di nascondere il suo nervosismo.
Ma sta fallendo miseramente.

"Insomma..." Tento di spiegare, di trovare le parole giuste.
"Non sono il tipo che corre dietro le ragazze."
Alzo una mano, indicando lo spazio tra me e lei.
"Tutto questo non mi era mai capitato."
Tento di fornire una spiegazione plausibile, ma tutto ciò che dico suona terribilmente male una volta abbandonata la mia bocca.

"Credo di aver capito." Inclina impercettibile il viso verso me, storcendo le labbra in una smorfia di disapprovazione.
"Sei il classico giocatore di football bello e dannato, circondato da schiere di ragazze pronte a darti tutto ciò che desideri senza che tu chieda niente..."
Prende un respiro e continua: "Non costruisci legami stabili, anzi questi ti spaventano, e quindi prendi solo ciò che ti offrono e a te va bene così."

Sono spaventosamente stupito dal suo acuto spirito di osservazione.
Ho sempre pensato di essere una persona difficile da decifrare, ma mai in vita mia mi sono sentito così esposto come adesso, di fronte a lei, sotto il peso dello sguardo di questa sconosciuta in uno squallido vicolo buio.

Lei prende il mio silenzio come conferma alle sue parole e, con un'alzata di spalle, si prepara a concludere la nostra conversazione.

"Come ogni altra ragazza mi lusinga ricevere certe attenzioni, soprattutto se a darle è un ragazzo dannatamente attraente, e fidati... tu lo sei.
Ma sappi che io non sono come le altre: non cerco il brivido nè il divertimento, non ho intenzione di essere l'ennesima conquista dei tipi come te, perciò non aspettarti alcuno sguardo malizioso o supplicante da parte mia perché non riceverai nulla del genere.
Apprezzo il teatrino che hai inscenato oggi, ma credimi, se vuoi portarmi a letto questo non è il modo giusto."

E ancora una volta questa ragazza mi spiazza completamente.

Prima io che possa aggiungere un'altra sola parola, lei mi liquida con una semplice frase.
"Non basteranno i tuoi occhioni verdi a farmi cedere.
A mai più Jacob, e questa volta dico sul serio."
Detto questo, mi volta le spalle e si incammina a passo svelto, allontanandosi da me per poi sparire nell'oscurità di questa sera autunnale.

Resto immobile per qualche minuto, con il viso rivolto verso la direzione nella quale si è dileguata.

La nostra conversazione mi ha destabilizzato totalmente: non solo le ho dimostrato di essere un completo coglione, ma mi sono quasi convinto di esserlo realmente.

Non ho mai sperimentato nulla del genere con altre ragazze.
Mai nessuna è riuscita a tenermi testa così, mai nessuna si è dimostrata così indifferente nei miei confronti.
Ripenso per una manciata di attimi alle sue furenti parole, a quel suo viso arrossato dalla collera durante la nostra chiacchierata, ma questo flusso di pensieri vagabondi viene interrotto dal mio telefono.

Il cellulare vibra nella tasca dei miei pantaloni e, afferrandolo prontamente, noto che sullo schermo mi accolgono una decina di messaggi da parte di Simon.

È ora.

Prima di andare definitivamente, lancio un'ultima, folle occhiata alla strada vuota che si apre davanti ai miei occhi.

So per certo che questa non sarà l'ultima volta che vedrò Elisabeth andar via.

Porto una sigaretta alle labbra, la accendo e mi dirigo a passo svelto verso la mia macchina.

"Ci si vede in giro, Beth." Sussurro al dolce buio di questa notte stellata.

•••
Spazio autrice
Salve a tutti! Ecco un nuovo "capitolo" della mia storia, cosa ne pensate? Aspetto i vostri pareri con ansia. Ci terrei molto a far conoscere la mia storia a più lettori possibili, sarebbe una grande soddisfazione, spero di riuscirci prima o poi.
Continuate a leggere "Tu sei l'inaspettato", non vi deluderò. Xo

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora