L'incarico

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"Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo.
Sani di mente o pazzi.
Eroi o vittime.
A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi.
A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi, e forse inventare qualcosa di meglio che è proprio il nostro compito."
(Chuck Palahniuk)
•••
Jacob

Rivolgo un ultimo sguardo alle mie spalle, in direzione del locale, rimpiangendo la compagnia di Elisabeth e sentendomi tremendamente in colpa per averla piantata in asso.

Troverò un modo per spiegarle tutto, ma la verità non rientra tra le opzioni possibili.

"Okay amico, ho due domande per te..." Annuncia Simon sussurrando allo strano tizio che ci ha appena prelevati dal Katy's.

"Chi cazzo sei? E che cazzo sta succedendo?" Chiede avvicinandosi al suo volto cercando di non alzare il tono per attirare l'attenzione.

Le nostre voci si perdono nel mare di suoni che inonda San Francisco all'ora di punta.
Stiamo camminando in fretta, guidati da un probabile criminale verso non so quale destinazione.

"Chiudi quella cazzo di bocca o giuro che entro stasera ti farò perdere l'uso della parola." Lo sconosciuto sfodera una Glock dalla sua giacca e la punta appena dietro il fianco di Simon, in modo da oscurarne la vista ad eventuali passanti.

I miei sensi si attivano all'istante, scatto in avanti pronto ad agire ma mi blocco sui miei passi non appena noto il marchio sul polso dell'uomo.

Il serpente dentro il pentagono.

Riconoscerei ovunque quel simbolo.

"Stai con Derek? Sei dei nostri?" Annuncio afferrandogli una spalla.

Il tizio distoglie l'attenzione dal mio malcapitato amico e si concentra su di me.

"Era ora cazzo! Sai, mi aspettavo che foste più svegli, per fare questo lavoro occorre avere occhi ovunque." Rivela per poi lanciarmi una strana occhiata.
"Hai impiegato fin troppo tempo per accorgerti del segno. Sei un novellino, eh?"

Faccio spallucce. "Meglio tardi che mai, giusto? E comunque sono nel giro da poco, ma me la cavo piuttosto bene."

Mi passo una mano tra i capelli e frugo nelle tasche in cerca di una sigaretta.

"Determinato e sicuro di sè, questo è Jacob Butler. Derek mi ha parlato molto di te." Comunica con la sua voce profonda e arrochita dal fumo.

"Porca puttana! Mi ha appena puntato una pistola contro e tu hai deciso di iniziare una chiacchierata con lui?" Simon si rivolge a me, è incapace di trattenersi oltre.

"Amico devo ammettere che non hai usato il migliore degli approcci per rivolgerti ad un ipotetico criminale. Tutte quelle domande e quelle esclamazioni...non funziona così." Gli rivolgo un'occhiata comprensiva trattenendo una risatina.

"E questo giustificherebbe il fatto che lui abbia attentato alla mia vita? Butler fai schifo come migliore amico, letteralmente schifo." Risponde indignato e cerco in tutti i modi di non scoppiare a ridere di fronte alla sua faccia sconvolta.

Lo sconosciuto interrompe la nostra conversazione.
"Ho dovuto farlo, sei fottutamente fastidioso." Si giustifica parlando con Simon. "E comunque io sono Mason."

Il suo nome rievoca alla mia mente una serie di ricordi e solo adesso mi rendo conto di aver già sentito parlare di quest'uomo: è uno dei collaboratori più stretti di Derek.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora