L'abito da sera

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"Se mi guardi così
Se mi sfiori così, se
Avvicini la tua bocca al mio orecchio
Non finirà bene, ma ti prego no
Non smettere, non smettere mai."
(Non avere paura, Tommaso Paradiso)
•••
Elisabeth

Libero i capelli dall'elastico e sciolgo la coda facendoli ricadere liberamente sulle spalle.

Reprimo un mugolio di sollievo e massaggio la nuca distendendo i muscoli del collo doloranti a causa di questa ennesima giornata di lavoro.

"Serata pesante anche per te?" La voce di Noah giunge improvvisamente alle mie spalle.

Mi volto nella sua direzione.
Si è già cambiato disfandosi della divisa: indossa dei semplici jeans e una felpa oversize nera che fascia l'intera ampiezza delle sue spalle facendolo sembrare ancor più muscoloso.

"Non immagini quanto." Sbuffo esasperata.

Sollevo gli occhi verso il suo viso e capisco che è sul punto di volermi dire qualcosa.
I suoi occhi fremono e si sta tormentando il labbro inferiore con i denti.

"Beth..." Pronuncia il mio nome quasi in un sussurro e poi mi si avvicina.

Il locale è vuoto fatta eccezione per noi due: per un giorno a settimana tocca a me e Noah occuparci della chiusura.

Si ferma proprio di fronte a me e non posso fare a meno di rimanere catturata dalla delicata bellezza del suo viso: osservandolo ora, nella sua pura semplicità, Noah mi sembra di nuovo se stesso.

La cascata di capelli color miele, i languidi occhi castani, il piccolo neo sulla mascella. Sono tutti particolari di un volto a me caro, del viso di uno dei miei migliori amici.

"Volevo scusarmi, per ogni cosa..." Il tono della sua voce è sommesso, intriso di colpevolezza.
"Ho fatto un casino con te, lo so. Ma credimi non voglio perderti, e se tu sei disposta ad essermi ancora amica io accetterò tutto ciò che avrai da darmi. Dico sul serio."

Un sorriso triste mi increspa gli angoli delle labbra.
Come siamo arrivati a questo punto?
Come può l'amore, il sentimento più potente e totalizzante, ridurre le persone in esseri così insicuri e fragili?

Allungo una mano e la avvolgo intorno al polso di Noah, cerco di offrirgli il conforto di cui ha bisogno.

"Non mi hai persa. Non potresti mai perdermi, anche perché non resisterei qui dentro senza i tuoi siparietti." Ridacchio ripensando alle nostre risate tra queste quattro mura.
"Non intendo condannarti per ciò che senti, non potrei mai. Siamo Noah e Beth, un duo perfetto, e lo saremo ancora per molto tempo. È tutto risolto, ma niente più incursioni da ubriaco in casa mia." Gli strizzo l'occhio in modo ironico.

Lui sospira e avvicina una mano al mio viso, sfiora la mia guancia con le dita.
È un tocco leggero e delicato il suo, quasi impercettibile, ma intriso di una dolcezza che riesco chiaramente a percepire.

Lo guardo supplicante, tento di comunicargli con lo sguardo il pensiero rimbombante che mi esplode in testa: la nostra è pura e semplice amicizia. Tutto qui.

"Dio mio Elisabeth, se solo potessi..." Si interrompe bruscamente con impeto nella voce.
"Voglio solo provare a farti cambiare idea su noi due, non voglio arrendermi. Non posso rinunciare a..."

Il rumore della porta ci fa sobbalzare.
Noah si allontana repentinamente da me e io faccio altrettanto.

Un uomo avanza a passi incerti all'interno del locale deserto, ha una grande scatola bianca tra le mani.

𝗛𝗨𝗥𝗥𝗜𝗖𝗔𝗡𝗘. 𝗧𝗨 𝗦𝗘𝗜 𝗟'𝗜𝗡𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗔𝗧𝗢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora