🏹𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 21🏹

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Piadina era appena arrivato sulla terraferma. Cavolo se si sentiva strano e spaesato. A lui era capitato di abitare in un'appartamento posto in una stradina della città. Non doveva fermarsi per troppo tempo, oppure sarebbe risultato strano ai passanti. Decise, perciò, di immergersi immediatamente nella sua nuova casa, sperando che l'ambiente fosse un posto accogliente. Appena mise piede in essa potè notare, già dai colori sgargianti che adornavano le pareti, tra cui il giallo, che essa era un posto magnifico. Era un'appartamento bellissimo ai suoi occhi. Spazioso al punto giusto, con molti mobili d'arredamento di suo gradimento. Vide dei vari scatoloni, in cui c'erano contenuti vestiti e oggetti che Piadina aveva già preparato in precedenza. Ci mise tutto il pomeriggio per mettere davvero a posto tutta la casa, una vera fatica per lui. Sentire tutto il silenzio intorno, nessun rumore, urla di persone che facevano male ad altre persone, sembrava davvero di vivere su un altro pianeta. Un leggero languorino si propagò nel suo stomaco, dando il via alla rinomata sensazione e bisogno della fame -fa davvero un sacco di rumore questa cosa- facendo riferimento alla sua pancia. Decise, perciò, di uscire e di prendere un qualcosa da mangiare al volo, oppure a piedi visto che non poteva usare le proprie ali.

Arrivò in una grande piazza, trovandosi moltissima gente in essa, si erano di nuovo illuminati i suoi occhi alla vista di tutta quella gente. Prese un qualcosa da mangiare in un fast food, dove per sua fortuna non si ritrovò a dover fare una fila lunga mille chilometri, e se ne ritornò a casa. Arrivò dinanzi alla strada che affacciava la sua abitazione, trovandovi un giovane ragazzo che continuava a camminare avanti e indietro con una grande preoccupazione. Piadina non voleva ignorarlo, finalmente avrebbe avuto l'opportunità di parlare con qualcuno -hey, è successo qualcosa?- chiese Piadina, avvicinandosi al ragazzo e mettendogli una mano sulla spalla. L'altro si spaventò per la sorpresa, facendo un sorriso imbarazzato -e-ecco, per caso è tua quella finestra?- chiese l'altro giovine, indicando una finestra rotta, che, proprio per sua fortuna, era quella della dimora di Piadina. Quest'ultimo rispose positivamente, non potendo credere che in pochi minuti già gli avevano rotto qualcosa -perdonami è colpa mia, stavo giocando a pallone e per sbaglio ho colpito la tua finestra. T-ti ripagherò i danni e- continuò a scusarsi il ragazzo, ma Piadina lo interruppe sospirando -non serve stai tranquillo, lo farò io domani. La prossima volta però stai attento- lo raccomandò Piadina, dirigendosi verso il portone per aprirlo ed andare in casa sua, vedendo però che vi era anche l'altro ragazzo a seguirlo -se aspetti fuori te lo riporto io- prese parola Piadina -in realtà anche io abito in questo palazzo sai?- lo informò il giovine, stupendo Piadina, che però non badò molto ad egli, dirigendosi direttamente verso l'appartamento.

Appena entrati, Piadina vide che la finestra rotta era quella all'interno del salone, almeno non era nella sua camera da letto, e trovò la palla dell'altro ragazzo vicino al divano, prendendola e restituendola -grazie infinite! Ti devo un favore!- lo ringraziò l'altro, prendendo la mano di Piadina e facendo vari inchini suo onore. Quest'ultimo ridacchiò a questi gesti, trovando interessante questo ragazzo -come ti chiami?- chiese Piadina -mi chiamo Paga- rispose, con anche Piadina che rivelò il suo nome, facendo così una nuova conoscenza.

Paga era un ragazzo dai capelli biondi e corti, occhi gialli che esprimevano un colore vivido e intenso, nasino piccolo e bocca larga ma minuta. Era abbastanza basso, con una carnagione abbastanza chiara e una corporatura nella media. Piadina era molto contento di essersi fatto un nuovo amico anche sulla terra, non pensava minimamente di passare il proprio tempo con persone che non erano Alex e Cico -ecco, almeno per sdebitarmi un po', ho visto che ti sei comprato la cena, vorresti mangiarla a casa mia?- chiese Paga con sguardo speranzoso. Piadina accettò di buon grado quell'offerta gentile ed innocente, uscendo dal suo appartamento per poi dirigersi in quello di Paga.

Vide che la casa era un po' in disordine e molto più piccola della sua, probabilmente Paga lavorava per potersela permettere da solo. Andarono in salone ed iniziarono a chiacchierare sulle loro vite, volendo sapere di più dell'altro -tu lavori o studi?- chiese Piadina, addentando un pezzo del suo panino -lavoro, ma mi sto anche allenando perchè vorrei diventare un calciatore- espresse il suo sogno Paga, con occhi che brillavano di una bellissima luce -tu?- chiese egli, volendolo sapere anche da Piadina. Lui? Che cosa faceva? E ora che cosa doveva rispondere? -s-studio- disse la prima cosa che gli era venuta in mente, alla fine non è strano studiare no? O almeno così credeva. Per fortuna Paga non fece più domande inerenti a quell'argomento, ma anzi, ne fece un'altra che forse era al dir poco peggiore -posso sapere una cosa?- chiese il biondino, con un tono leggermente strano dal normale. Piadina acconsentì, curioso di capire di che cosa si trattasse -potrei aver avuto un'allucinazione, ma mi sembra di aver visto sul tuo collo una specie di tatuaggio con delle corna, però credo di essermi sbagliato perchè non lo vedo più- espresse il suo stupore Paga. Piadina all'inizio non aveva capito a cosa potesse riferirsi, ma poi capì che l'unico simbolo che poteva apparire sul suo corpo, e poteva sembrare un tatuaggio, era il segno del fatto che lui era un Demone. Paga era un'umano, come ha fatto a vederlo? Non era un'Angelo, non era apparso niente sul suo collo, come diamine aveva fatto? Piadina sbattè numerose volte le proprie palpebre, con un battito che era nettamente più accelerato del normale. Stava panicando, questo è sicuro, doveva andarsene immediatamente -e-ecco ora devo proprio andare, grazie per avermi ospitato!- disse in fretta e furia Piadina, buttando le cartacce e dirigendosi all'uscita. Appena aprì la porta venne fermato dal braccio di Paga, dispiaciuto per la domanda inappropriata che aveva fatto -scusami! Forse ho detto qualcosa che non dovevo dire! V-vuoi ancora essere mio amico vero?- chiese Paga. Non voleva rovinare un rapporto appena nato. Non voleva più essere solo. Voleva avere anche solo un amico -certo che voglio, s-solo che ho molto sonno ecco! Ne riparliamo la prossima volta va bene? Se vuoi cercarmi, sai dove trovarmi- disse Piadina, salutando Paga ed andandosene nel suo appartamento -finalmente ho un amico- pensarono all'unisono i due giovani, chissà se rimarranno solo amici o un qualcosa di più sboccierà.

💜Spazio Shizuko❤
Ecco un capitolo un po' diverso, vi anticipo già che sicuramente non sarà l'unico di questa storia. Vorrei cercare di approfondire tutti i fronti possibili, lasciando comunque un grande spazio a quella principale. Noi ci vediamo domani con il prossimo capitolo.
💜Ciao Shippatrici e Shippatori❤

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