🏹𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 40🏹

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Le loro labbra continuarono a cercarsi, a desiderare un contatto più vivido e veritiero nell'altro. Il cuore di Stre sembrava aver accelerato i battiti di qualche chilometro in più del normale. Non aveva mai provato questa sensazione. Era emozionato, ma non poteva nascondere quella piccola agitazione che albergava in lui. Cico era sopra di Stre, con le braccia che sorreggevano il suo corpo per non cascare sopra il corpo piccolo e minuto dell'altro. Stre si era sempre vantato della sua altezza, ma da quando c'era Cico, le sue convinzioni sparirono. Dannazione era troppo robusto e slanciato! Cico staccò per primo il contatto tra le loro labbra, passando esse sopra la mandibola, delineando i suoi contorni, per poi scendere più giù, passando al collo. Slacciò il papillon che Stre si era messo, buttandolo a terra perchè era di intralcio. Inizialmente lo baciò solamente, ma quando notò il respiro di Stre più affannato, decise di mordere un lembo di pelle dell'altro. Stre gemette per il gesto improvviso. Era piacevole, non riusciva a stare zitto in quel momento. Una sua mano si posò sui capelli di Cico, incitandolo a continuare, mentre l'altra si posò sulle sue spalle, stringendole quando ne aveva il bisogno. Era strano per Cico sentire gemiti maschili, non ne aveva mai sentiti, anche se Stre aveva una voce abbastanza acuta. Ma cavolo, erano nettamente più belli di quelli delle donne con cui aveva fatto sesso! Forse proprio perchè non stava facendo nè sesso, nè lo stava facendo con una persona qualunque. Stava facendo l'amore. Con Strecatto. Quella consapevolezza bastava per eccitarlo ancora di più, passando le sue mani sotto la maglia di Stre, mentre le sue labbra continuarono a torturare il collo dell'altro. Le sue dita iniziarono a giocare con i bottoni di pelle che Stre aveva sul petto. Non sentì nessun rigonfiamento, non aveva un seno Stre, e questo a Cico piaceva. Era stanco di sentire sempre le stesse emozioni, sempre gli stessi corpi. Ora c'era Stre. E di lui non si sarebbe mai stancato. Stre a quel contatto inarcò di poco la schiena, stringendo la camicia di Cico per il grande piacere. Iniziò a gemere il nome di Cico, ansimando al contempo, appagando l'ego del rosso. Faceva caldo, era anche estate, Stre si sentiva soffocare. Voleva togliersi i vestiti, erano troppo stretti in quel momento -C-cico- lo richiamò Stre, ricevendo l'attenzione del diretto interessato. Alzò lo sguardo, avvicinandosi al viso di Stre e allontanandosi di conseguenza dal suo collo -dimmi gattino- lo intimò Cico, accarezzandogli la guancia, azzerando anche i movimenti sul suo petto. Stre avvampò di colpo, divenendo ancora più rosso di prima. Era timido, e nonostante in quel momento stesse facendo delle cose che erano tutt'altro che dolci, questa sua caratteristica era rimasta -p-potresti ecco...s-spogliarmi?- chiese Stre, non guardando nemmeno negli occhi il rosso. Era imbarazzato, pensava di aver appena detto una cosa sbagliata e di aver rovinato tutto. Ma Cico lo rassicurò con un bacio casto, dolce e gentile -certo, lo faccio subito. Anche io iniziavo a sentire un po' di caldo- ridacchiò Cico dicendo l'ultima frase. Stre rimase stupito dal non aver rovinato tutto, facendo un sorriso verso Cico come risposta.

Dopo qualche minuto che Stre fu privato di ogni suo indumento, compresa la biancheria intima, Cico non potè essere da meno, perciò anch'egli si spogliò, mostrando per intero il suo fisico paradisiaco agli occhi di Stre. Erano nudi, i vestiti erano posati sul pavimento, gli occhi vagavano sul corpo dell'altro. Si stavano studiando, conoscendo. Stre era a disagio in quella situazione. Non era un'esperto e nemmeno un principiante. Non sapeva assolutamente niente di tutto quell'ambito! Cosa doveva fare ora? Qual era l'altro passo che dovevano compiere? -sei bellissimo Stre- si complimentò Cico. Stre spalancò gli occhi per quelle parole improvvise. Era davvero così bello? A lui non sembrava così. Ma a Cico piaceva. Forse doveva smettere di farsi i problemi, doveva solo godersi i momenti con il rosso, almeno finchè poteva -g-grazie, potrei dire lo stesso di te Cico- rispose Stre, guardando con occhi timidi l'altro. Cico fece un piccolo ghigno, avvicinando il suo viso a quello del viola e sussurrando -so già quanto ti piaccio gattino, non è la prima volta che vedi questo- la mano di Cico prese quella molto più piccola di Stre, posandola su tutto il suo petto e suoi suoi addominali, mentre il rosso si mordeva il labbro e faceva dei piccoli versi che mandavano Stre in estasi. Quest'ultimo sentì un dolore molto forte alle sue parti intime, insieme ad un formicolio nel suo ventre. Cosa stava succedendo? Aveva bisogno di qualcosa? -Cico...m-mi fa male...q-qui- disse innocentemente Stre. Questa volta era lui a portare la mano di Cico sopra una sua parte del corpo, ovvero proprio la sua intimità. Cico non si aspettava questo gesto, cavolo era davvero bellissima l'innocenza di Stre! Appena il viola sentì il contatto della mano di Cico sopra quella parte del corpo, fece un gemito abbastanza acuto, provando un piacere anche solo per quel piccolo contatto. Cico ridacchiò, liberandosi dalla mano di Stre e tornando sul suo viso -ci penso io a te- sussurrò, fiondandosi sulle labbra di Stre, baciandole con quanta più foga potesse avere. Doveva però cambiare luogo per continuare quella pratica, il divano era abbastanza scomodo. Allacciò le gambe di Stre alla sua vita, insieme alle sue braccia al collo, sorreggendo Stre dalle gambe e dirigendosi in camera sua. Sapeva già dov'era, ci era stato da relativamente poco per avvisare Stre di dover passare il pomeriggio da lui. Si alzò dal divano e si diresse, così, verso la stanza dell'altro.

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