🏹𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 49🏹

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Cico in quel momento decise di prendere un bel respiro profondo, dirigendosi verso la propria chitarra, notando non solo il fatto che fosse rotta, ma che fosse anche ricoperta per metà da delle piume nere. Cosa simboleggiavano? Come mai avevano costituito per metà la sua chitarra -può darsi che essendo un'oggetto proveniente dall'Inferno non poteva rimanere nel mondo umano, diventando piume nere- tentò di ragionare Cico, prendendo la sua chitarra tra le proprie mani. Lentamente anche la parte materiale si stava sgretolando, facendo finire la vita di quello strumento tanto importante per Cico. Il rosso non era mai stato una persona emotiva o sensibile, ma in quel momento non potè fare a meno di versare qualche lacrima. Tutti lo avevano sempre preso in giro per il fatto che tenesse più alla sua chitarra che a qualunque altra cosa, ma lo avevano fatto perchè nessuno ne sapeva il vero valore. Solo Cico lo sapeva. E faceva male, faceva male al cuore sapere che un suo punto di riferimento fosse sparito nel nulla.

Era appena arrivato all'Inferno e Cico si sentiva spaesato. Stava volando nel regno degli Inferi, osservandone ogni sua caratteristica. Vedeva Demoni spintonarsi e litigare, non vi era nessuno che andava d'accordo con l'altro. Sentiva il suo cuore pesante, davvero lui era diventato un'essere così spregevole? Perchè? Che cosa aveva fatto di male nella sua vita? Si tentò di rifugiare in un posto dove nessuno lo avrebbe potuto vedere. Andò in una valle piena di fuoco, trovandola davvero meravigliosa a vedersi, ma troppo calda per avvicinarsi. In mezzo al fuoco vide una figura in mezzo ad esso. Sembrava un'adulto, che stava suonando uno strumento, una chitarra? L'adulto alzò lo sguardo, notando il ragazzo davanti a lui guardarlo. L'uomo richiamò Cico a sè, invitandolo con la mano ad avvicinarsi a lui. Cico era spaventato inizialmente, faceva troppo caldo per andare in mezzo al fuoco! Scosse la testa in senso negativo, declinando l'offerta. L'uomo però non si diede per vinto, continuando con il gesto della mano. Cico, vedendo che l'uomo non finiva, prese un bel respiro profondo, andando in mezzo al fuoco. Bruciava, faceva male, ma vedeva che il suo corpo non presentava bruciature. Le fiamme arrivavano fino ai suoi polmoni, ma infondo non poteva mica morire di nuovo no? Con questa consapevolezza si buttò a testa alta, dirigendosi verso il Demone più anziano di lui. Appena arrivò lo potè vedere più da vicino.

Era un Demone non molto anziano, era un'adulto, e in mano aveva una bellissima chitarra che il Demone non smetteva di suonare. L'adulto rimase a guardare il ragazzo dinanzi a lui, facendo un sorriso fiero e orgoglioso. Cico lo guardò in malo modo, non fidandosi molto di egli, reputandolo strano -chi sei tu?- chiese Cico, tentando di tagliare il silenzio creatosi, distraendosi dal fuoco che continuava ad essere troppo caldo. L'adulto ridacchiò, continuando a suonare varie note con lo strumento -non riesci a riconoscere tuo padre, vero?- disse l'uomo. Il cuore di Cico perse un battito. Che cosa? Suo padre? Come faceva a riconoscere il proprio figlio? Lui ricordava la vita che aveva vissuto? -non ti credo- rispose, stringendo i pugni. Come si permetteva a prenderlo in giro così? -prova a riconoscere queste note- rispose semplicemente, iniziando a suonare quel maledetto strumento.

Cico stava perdendo la pazienza, lo stava sicuramente ingannando, lui non era suo padre. Nessuno si ricordava le persone incontrate in vita, come poteva farlo lui? Si girò, intenzionato ad andarsene, ma non appena sentì la melodia suonata dal Demone, un qualcosa in lui si accese. La sua mente sembrò ricordare quella melodia così bella e dolce, calda. Si fermò di colpo, udendo ogni nota dall'uomo suonata. Aveva già sentito questa musica -ti è familiare non è vero? Te la suonavo sempre quando eri bambino- disse il Demone. Cico spalancò gli occhi, un mal di testa iniziò a colpirlo, facendolo cadere in ginocchio. Quella melodia, quello strumento, una voce femminile che cantava, urla e una macchina. Sentiva tutti questi suoni nella sua testa. Finchè una sola immagine si proiettò nella sua mente. L'uomo di fronte a lui che gli sorrideva suonando la chitarra che aveva in quell'esatto momento.

Cico si girò di scatto, con le lacrime agli occhi, e le mani tra la testa -p-papà- balbettò piangendo. Il Demone aprì le braccia, aspettando che Cico potesse rifiugarsi al loro interno. Il rosso non esitò un secondo, abbracciando il padre con tutta la forza che aveva -c-come hai fatto a riconoscermi? Ti ricordi quello che hai vissuto? Ti ricordi perchè sei diventato un Demone? E io? Perchè io- iniziò a fare domande Cico, non smettendo di singhiozzare un solo secondo. Il Demone lo zittì, accarezzandogli piano la testa -Cico, purtroppo non posso rivelarti nulla. Lo dovrai scoprire da solo, perdonami- disse, con un tono malinconico nella voce. Cico annuì, non volendo ribattere e non avendone nemmeno la forza, rimanendo tra le braccia del suo amato papà.

Dopo questo incontro, i due stavano sempre insieme. Il padre gli insegnò a suonare la chitarra e a sopravvivere nel mondo dei Demoni, finchè un giorno, tutti i misteri vennero a galla. Il padre venne richiamato al castello della Rapitrice, dicendo a Cico di avere un piccolo impegno. Cico annuì, rimanendo quella serata a imparare a suonare la chitarra. Purtroppo, però, quei momenti felici scomparvero. Il padre venne scortato da due guardie reali, portandolo in un posto a Cico sconosciuto. Il rosso guardò il padre con sguardo confuso -papà!- urlò Cico, facendo voltare il padre. Quest'ultimo spalancò gli occhi, liberandosi dalle guardie e dirigendosi verso la valle di fuoco dove si trovava il figlio -Cico, ascolta non ho molto tempo- disse in maniera frettolosa, prendendo il figlio tra le sue braccia -quando scoprirai la verità, ti prego di perdonarmi per tutto quello che ho fatto, scusami Cico, ti voglio tanto bene, porta questa chitarra sempre con te. Non dimenticare mai quella melodia, d'accordo?- disse il padre con le lacrime agli occhi. Cico era abbastanza grande da capire che il padre non sarebbe più stato un Demone. Sarà mandato nel vuoto vero? -ti voglio tanto bene anche io papà, te lo prometto- disse Cico, abbracciando il Demone per l'ultima volta, per poi dover lasciare andare il padre stesso, che venne portato nel vuoto, morendo anche come ultracreatura.

Quella chitarra era l'unico ricordo che aveva di lui. Quella melodia non l'aveva dimenticata. L'aveva sempre suonata ogni giorno, pensando a lui. Adesso non avrebbe più potuto farlo -papà, scoprirò ogni cosa e sistemerò tutto, promesso- pensò Cico, stringendo le piume nere, ormai i resti della chitarra, che aveva Cico tra le mani, con una forte determinazione in lui.

💜Spazio Shizuko❤
Ora è stato svelato il motivo di tutto l'amore verso quella chitarra! Sono sorte altre domande, a cui pian piano avrete delle risposte. Noi ci vediamo domani con il prossimo capitolo.
💜Ciao Shippatrici e Shippatori❤

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