Chapter 29: Intervento Fallito

304 25 1
                                    


Yagi Toshinori prese un sorso del suo caffè bollente ed accavallò una gamba sull'altra.

Anche in pieno calore, amava molto sorseggiarlo ben caldo. 

Era ormai il due di agosto, Izuku aveva compiuto diciassette anni il quindici di luglio, trascorrendo quel giorno come se ne fosse stato uno del tutto normale. Katsuki, invece, era di circa ventritré settimane.

Nel suo ufficio, pressoché identico a quello di Izuku, leggeva alcune mail ed elaborava importanti dati al suo pc portatile. I suoi occhi cerulei si muovevano rapidamente ma la verità era che la mente si trovava altrove.

Per circa quasi sei settimane non era riuscito a vedere Izuku. Ogni volta che era andato a trovarlo, nonostante quel piccolo appartamento fosse stato il suo, non l'aveva trovato. Yagi aveva pensato di dargli del tempo per guarire, di raggiungere un certo equilibrio ma poi il suo istinto di padre lo aveva sopraffatto.

Rody non era voluto salire ai piani superiori per lavorare nel suo nuovo ufficio ed era rimasto dove un tempo c'era Izuku. Questo non gli aveva detto nulla, i suoi occhi argentati erano sempre stati immersi in un mare di colpevolezza crescente e le parole di conforto di Yagi non erano riuscite a diventare un'importante ancora di salvezza.

Improvvisamente sul suo monitor comparve una schermata piccola, nera, con una stringa di comandi bianchi. Yagi piantò entrambe le gambe in terra e si raddrizzò sulla sua sedia in pelle bianca. Sollevò un sopracciglio con fare confuso: lui non aveva aperto il Prompt dei Comandi. Che stava succedendo?

Una seconda finestra si aprì, stavolta con una sfilza di numeri Binari tutti verdi. L'uomo corrugò nervosamente le sopracciglia, le sue dita invece corsero rapidamente sui tasti per cercare di fare qualcosa.

«Potrebbe essere un virus?» rifletté a voce bassa.

Il suo sospetto venne confermato quando il suo pc si riavviò all'improvviso e anziché del logo del sistema operativo comparve l'immagine di un teschio infuocato che ruotava e un download che non si poteva fermare. Yagi provò alcuni comandi, a spegnere il computer forzando l'arresto con il tasto d'avvio ma non successe nulla.

Allora cercò ancora di fare qualcosa, poi il computer si spense e lui non riuscì ad accenderlo in alcun modo.

«Cosa diavolo sta succedendo? Shit!» protestò sottovoce mentre si alzava e riprovava ad accendere.

Decise di andare ai piani superiori, da David e così fece.

Raggiunse in fretta l'ascensore, poi il quindicesimo piano e bussò, elegante come suo solito, alla porta di pregiato legno. Quando David che era in conversazione al cellulare gli aprì, gli fece cenno di entrare ed accomodarsi. L'ufficio era davvero meraviglioso; un affresco raffigurante nuvole rosa-dorate capeggiava al soffitto, ampie vetrate affacciavano su una città che sembrava infinita e magnifica soprattutto al calar delle tenebre.

La grossa scrivania che rifletteva i faretti bianchi incastonati nel soffitto illuminavano la superficie lustra e sempre perfettamente ordinata. Libri su libri rivestivano un lato dell'immenso ufficio; dall'altro un vetro anti-proiettili concedeva di ammirare un'autentica cascata che cambiava perfino colore.

Yagi salì tre gradini ricoperti da un tappeto elegante con motivi geografici e si accomodò su una delle poltrone nere. David terminò pochi istanti dopo la chiamata, prendendo immediatamente posto dietro la scrivania.

«Abbiamo avuto un attacco hacker. Il tuo computer è stato pesantemente danneggiato e in parte anche il mio e quello di tuo figlio» spiegò trafelato David.

Petit FleurDove le storie prendono vita. Scoprilo ora