Katsuki guardava Eijiro seguire alcuni Beta in sovrappeso che facevano flessioni sul tappeto della palestra. Quest'ultimo era davvero brioso e sapeva coinvolgere con grande naturalezza. Non aveva voluto rimanere a casa a fare nulla o studiare, allora si era aggrappato al braccio del rosso quando lo aveva visto prendere lo zaino e le chiavi per dirigersi in palestra verso le sedici del pomeriggio.
E vedere tutti quei muscoli... l'Omega sospirò guardando la sua pancia e infine il lieve rigonfiamento nei pantaloni neri. Sedeva su una panca accanto a una rastrelliera piena di bilancieri. Dietro Eijiro c'erano ben quattro grossi specchi che riflettevano perfettamente la schiena muscolosa sotto alla canottiera larga e grigia.
Perché doveva essere così magnifico?
E perché si eccitava in ogni dove?
«Ehi, dolcezza!».
Katsuki alzò gli occhi verso l'Alpha dai capelli bianchi e gli occhi blu a torso nudo e con un bilanciere in una mano. Numerosi piercing all'orecchio sinistro riflettevano le luci dei neon al soffitto. Il sudore ricopriva i suoi muscoli perfetti, gli addominali si contraevano ritmicamente per lo sforzo di un lungo allenamento.
La tuta grigia larga mostrava chiaramente l'enorme pacco in mezzo alle gambe.
«Che vuoi?» sbuffò il biondo. «Sono impegnato».
«Ma certo. Hai un bel visino. Oggi sei fortunato; sto reclutando personale».
Katsuki che era tornato a guardare Eijiro fissò l'altro con interesse.
«Puoi chiamarmi Dabi. Ho appena aperto una caffetteria in prossimità dell'università. La paga è ottima».
«Ho esperienza. Gestivo quella dei miei genitori. Due fottuti anni e sei mesi» spiegò Katsuki, tornando a guardare il suo ragazzo.
Dabi prese posto accanto a lui e i suoi occhi caddero sulla pancia. Il biondo sbuffò, una mano volò su di essa con fare protettivo. Non gli piaceva molto quell'Alpha dagli occhi blu.
«Ottimo. Che ne dici di venire a fare un paio di giorni di prova? Ovviamente sarà retribuita» riprese Dabi. «Non devi fare particolari sforzi, starai dietro al bancone».
Katsuki abbassò un momento gli occhi mentre ponderava attentamente quell'improvvisa proposta.
«Nessuno viene a offrirti un lavoro» disse, infine, alzandosi. «Che cosa ci guadagni da me?».
Dabi fece cadere gli occhi sulla pancia e la sua espressione parve illuminarsi con una leggera perversione. Katsuki socchiuse gli occhi, l'altro sbuffò una risatina riprendendo a pompare il braccio sinistro.
«Un Omega bello come te cattura subito l'attenzione. Inoltre, ci siamo già visti».
Katsuki sollevò un sopracciglio mentre Dabi sorrideva con finta gentilezza.
«Non mi ricordo di te».
«Non mi sorprende. Eri ubriaco» ridacchiò l'Alpa. «Tu sei Katsuki Bakugo della caffetteria Petit Fleur. Sei venuto svariate settimane fa nel locale notturno dei mio capo. Eri davvero una furia. Ti ho offerto un paio di drink e mi sei saltato addosso».
Katsuki spalancò gli occhi mentre le guance perdevano gradualmente colore. Dabi posò in terra il bilanciere per potersi passare una mano sui capelli. Il sudore gocciolò lungo una tempia.
«Il locale... era Cantasia, vero?» chiese, tremante.
«Questo te lo ricordi, vedo» ridacchiò l'Alpha. «E' un peccato che invece hai dimenticato il mio bel visino. Sai, sono molto popolare al Cantasia. Reggi proprio male l'alcool. Forse non sei abituato? O forse sei minorenne?».
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Petit Fleur
Fiksi PenggemarKatsuki Bakugo, Omega, confida al suo migliore amico Izuku Midoriya, altrettanto Omega, di aspettare un bambino. Il punto è che non sa come e con chi sia successo. Eppure ben presto la storia prende forma tra amore, insicurezze, segreti, bugie e Can...