Chapter 25: L'Astuzia dei Lapislazzuli (Parte I)

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Dopo due settimane, finalmente Izuku fu dimesso. Era l'undici di luglio, Katsuki era nella sua ventesima settimana, ormai a ben cinque mesi di gravidanza.

Tra non molto, il giovane avrebbe compiuto diciassette anni. Il 15 sarebbe stato il suo compleanno. Yagi aveva pregato di non fare alcuna festa né creare episodi speciali capaci di creare più danni che bei ricordi. 

E quel giorno era passato normalmente.

Il verdino si guardava intorno.

L'appartamento di Eijiro lo incuriosiva ma non gli faceva ricordare nulla. Sapeva solo di essere finalmente fuori da quel letto e con una temperatura ottimale del corpo. I dottori gli avevano prescritto diversi farmaci, tra cui un Ansiolitico nei casi di momenti di torpore o furia.

Perché sì, il ragazzo di diciassette anni compiuti a luglio aveva avuto momenti di rabbia incontrollata.

Era, ora, insolitamente tranquillo. Katsuki lo guardava mentre sorseggiava del tè e lo controllava in silenzio.

«Così tu convivi?» chiese il verdino. «E' un bel posto! E il bambino dove lo metterete?».

«Sì, più o meno conviviamo ma è presto per pensare di rimodernare casa» rispose, appena, il biondo.

Eijiro finì di risciacquare un piatto, si asciugò le mani e finalmente prese posto accanto al suo ragazzo. Provò a portargli la mano sulla pancia ma improvvisamente Katsuki si alzò con la scusa di andare al bagno. L'espressione preoccupata non passò di certo inosservata.

Quando il rumore della porta arrivò nitido, il rosso sospirò pesantemente, Izuku invece inclinò il capo con fare tenero.

«Sembra perplesso. Non mi è parso entusiasta del vostro bambino».

«Ah... no, non è mio. Ma non importa. Lo amo lo stesso. Anzi, li amo!» spiegò Eijiro, con un sorriso luminoso. «E' una storia lunga ma ti basta sapere solo questo».

Izuku corrugò le sopracciglia. L'Alpha temette qualche improvviso scoppio di emozioni, tuttavia durò un solo istante perché l'Omega tornò a sorseggiare il tè e lui poté sospirare nel sollievo.

«Rody non è venuto?».

«No. E' in università. Avrà lezione fino a mezzogiorno; io ci sono stato stamattina. Sai, studiamo per diventare-».

«... piloti di aerei».

Il rosso si tese come una corda di violino, Izuku inclinò un sopracciglio ma poi una fitta lo costrinse a portare la mano contro la tempia. Sbuffò un po' di dolore tra i denti, la mano che stringeva il bicchiere di tè vuoto tremolò.

«Vuoi un po' d'acqua, Izuku?» si affrettò a chiedere Eijiro.

L'altro negò ma poi aggiunse: «H-ho di nuovo detto... qualcosa di strano?».

«No. Mi sono solo sorpreso che tu te ne sia ricordato, tutto qui».

«Katsuki non va a scuola?» riprese Izuku, massaggiando la tempia con le dita. «E io?».

«Lui studia a casa ma vorrei parlare con mio padre per fargli seguire un corso preparatorio e farlo accedere alla mia stessa università in modo che possa inseguire il suo sogno. Tu lavori invece alla D. Shield Corporation insieme a tuo pad-... cioè, voglio dire, insieme a Toshinori-san!».

Eijiro trattenne con estrema fatica il sorriso e sperò che quell'inciampo sul nominare qualcosa inerente ai veri genitori di Izuku non avrebbe avuto effetti indesiderati. L'Omega parve completamente disinteressato.

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