Le ore passavano lente, accompagnate dai vorticanti pensieri che affollavano la mente di Rody, con gli occhi fissi al soffitto, un braccio contro la fronte e disteso nel letto dell'ospedale, nel reparto Chirurgia dei Grandi Traumi.
Era ancora un po' stordito ma ricordava e ripercorreva perfettamente con la mente ciò che era accaduto in quelle ore parse semplicemente infinite. I ricordi di Yuri, sigillati dal suo stesso cervello perché troppo dolorosi, erano emersi a poco poco, dopo che Izuku aveva perso il bambino e infine, fino alla menzione e alla vista di Cantasia.
«Come ti senti, ragazzo?».
L'Alpha spostò pigramente gli occhi sul dottore che era appena entrato nella piccola stanza con due letti. Lui occupava il numero due. Ricordava di essere lì da già tre giorni, ormai.
«Non sento niente» ammise.
«Per ora» ridacchiò l'altro. «Gli effetti della dose di anti-dolorifici che ti abbiamo iniettato e parte di quelli dell'anestesia totale alla quale sei stato sottoposto svaniranno a breve e sentirai tutto con gli interessi».
Rody non rispose, l'altro si limitò a sfogliare un plico di fogli in un contenitore di plastica blu e a controllare il sacchetto di liquidi, il cardiofrequenzimentro e la temperatura corporea.
«Hai una lieve frattura alla spina dorsale; ti consiglio di fare molta attenzione ma guarirà in cinque-sei mesi. Sei stato operato per rimuovere dei frammenti di costole che avevano quasi intaccato un tuo polmone, ragazzo».
«E... Izuku?».
«Ah, Midoriya-chan?» e Rody annuì appena. «Il morso sul collo è infetto ma sia io sia i miei colleghi siamo rimasti scioccati di aver trovato sostanze illegali e nocive nel suo corpo. Dubito che si riprenderà mai completamente. La sua psiche è stata pesantemente danneggiata».
Il cuore dell'Alpha strinse nella vergogna e nel dolore.
«P-posso vederlo?».
«Non credo. Takami-san è andato a fargli visita. Era un suo ex-paziente. Tu non puoi ancora lasciare il letto, ragazzo. Non ti affannare» rispose pacato l'uomo. «Non c'è nulla che possiamo fare, per ora».
L'Alpha abbassò gli occhi grondanti di lacrime e si mordicchiò le labbra. Ogni volta che si innamorava di qualcuno finiva per stare male. Le palpebre calarono dolcemente: non voleva dormire ma... desiderava semplicemente mettere a tacere quel mostro dentro di lui.
Keigo aveva provato a interagire con Izuku, seduto al centro del letto in ospedale. L'Omega non gli aveva mai rivolto la parola ed era rimasto con lo sguardo spento e fisso alla finestra alla sua sinistra ad osservare la fitta pioggia.
Alla fine sospirò mentre si avvicinava ai vetri cosparsi di una miriade di goccioline.
«E' tutto finito, ormai. Ti prometto che ti farò stare bene» aggiunse.
Izuku era immobile, un semplice guscio senz'anima. Keigo sospirò ancora una volta, la sua mano gentilmente offrì una carezza su quei morbidi capelli verdi. I suoi occhi adocchiarono il grosso cerotto sulla ghiandola odorosa. Pensò a Chisaki Kai, a tutti gli Omega maltrattati e infine a Snowy con il suo bambino. Strinse l'altro pugno con rabbia.
«Verrò domani e inizieremo la terapia. Non farà male, te lo assicuro. Cerca solo di collaborare» e detto questo, Keigo uscì dalla stanza.
Non si meravigliò quando notò Yagi che aspettava in silenzio fuori, con la schiena appoggiata al muro e un'espressione affranta. Keigo scosse il capo.
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Petit Fleur
FanficKatsuki Bakugo, Omega, confida al suo migliore amico Izuku Midoriya, altrettanto Omega, di aspettare un bambino. Il punto è che non sa come e con chi sia successo. Eppure ben presto la storia prende forma tra amore, insicurezze, segreti, bugie e Can...