Chapter 4: L'Argento e lo Smeraldo

462 42 6
                                    


Diverse ore più tardi, Rody lasciava la palestra con la stanchezza sul viso. Era in un bagno di sudore e il fatto che dovesse portare la giacca per le temperature pazze delle sere di marzo non aiutava. Eijiro, lo conosceva, sarebbe rimasto fino alla chiusura delle venti e trenta.

Gettò un'occhiata sull'orologio che portava sul polso sinistro; erano quasi le diciannove e un quarto. Aveva circa quindici minuti per passare dal veterinario e riprendersi la sua amata pappagallina, Pino.

La fortuna era dalla sua parte; Rody, infatti, non si trovava che a pochi metri dalla sua meta. Attese di poter attraversare un piccolo incrocio, entrò in una porta a vetrate e raggiunse la reception dove una ragazza gli chiese di aspettare.

Rody controllò stavolta il suo cellulare; suo padre gli aveva scritto che finalmente Roro stava meglio dalla sua influenza e Lala gli aveva inviato la foto della sua torta. Il giovane sorrise con affetto mentre commentava con tanti complimenti. Gli mancava la sua famiglia così come gli mancava Otheon ma era arrivato a Tokyo per studiare e inseguire il suo sogno di diventare un pilota di aerei.

L'unica cosa di cui non era felice era la mancanza di un lavoro. Il suo ultimo part time non era finito bene; era incappato in un combini dove il datore di lavoro l'aveva fatto sgobbare per tre settimane e alla fine lo aveva licenziato con una scusa assurda e senza dargli neanche un centesimo.

Per fortuna, aveva ancora un po' di denaro che suo padre gli aveva messo da parte prima di iniziare la sua carriera scolastica.

«Ecco qui! Pino sta bene!».

Rody rinfoderò subito il cellulare: la sua pappagallina rosa trillò felice e attese con impazienza che la giovane Beta le aprisse la gabbietta per poter svolazzare sull'indice del padrone e poi sulla sua testa.

«Sei stato bravo a portare Pino per un controllo, così abbiamo scoperto e curato il suo virus intestinale».

Rody ringraziò e con il cuore più leggero uscì da quel posto brulicante di persone ed animali.

Un soffio di vento più freddo lo costrinse a chiudersi la zip della sua giacca bianca e blu. Pino scese sulla sua spalla, pronta per infilarsi nell'alto collo dell'indumento per un po' di calore.

Faceva ancora dannatamente freddo.

«Che ne dici se andiamo a comprare del ramen? Devo cercare di contenere le spese prima di finire al verde».

Rody parlava spesso con la sua pappagallina; era una specie molto intelligente e longeva tra l'altro. Così, con le mani in tasca, si incamminò verso un altro incrocio per raggiungere qualche combini.

Il cielo era imbrunito, poche stelle brillavano, offuscate da tutte le luci della città che non dormiva mai. I fari delle auto si riflettevano nelle svariate vetrine; odorini piacevoli inebriavano l'aria stessa, il brusio delle persone che passeggiavano di tanto in tanto catturava l'attenzione.

Rody chiuse gli occhi a una folata di vento ancora più forte; non si fermò, continuò piuttosto ad avanzare. E improvvisamente, con un forte dolore alla fronte e parte del naso, rovinò in terra. La caduta fu abbastanza dura: infatti, un acuto bruciore al palmo della mano e una fitta alla spalla lo fecero trasalire.

«Accidenti...» gemette, mentre si metteva a carponi.

Un odore di pino e menta gli si infilò nel naso; Rody puntò immediatamente gli argentei quanto incuriositi occhi sulla figura che era seduta in terra e si teneva lo stomaco. Una macchia rossa capeggiava sotto ai suoi capelli smeraldini così morbidi e arruffati, sulla fronte. Pino trillò prima di sistemarsi proprio su quella chioma.

Petit FleurDove le storie prendono vita. Scoprilo ora