Il biondo Omega di sedici anni servì due caffè e due ciambelle a un paio di ragazze sedute a uno dei tavolini accanto alla vetrata che affacciava sulla strada. Il locale non era molto grande, le pareti rivestite da parati in un color caramello, accompagnati da gigli dipinti a mano di una nuance cioccolato e i tavoli di legno, con poltrone rosso rendevano l'ambiente molto confortevole.
Il bancone dove Katsuki lavorava era ben fornito di dolci e finger food; alle sue spalle la vetrina a specchio conteneva numerose bottiglie di liquori vari. Il pavimento era a piastrelle caffè e rifletteva perfettamente la fila di neon del soffitto alto, di un ambra tenue.
L'Omega sospirò semplicemente e fu in quel momento che il campanello sopra la porta d'entrata trillò. Un ragazzo alto e muscoloso, dagli strani capelli rossi a punta racchiusi in una coda bassa e occhi scarlatti, si guardò intorno.
«Benvenuto» salutò monocorde il biondo.
L'altro parve illuminarsi per poi avvicinarsi con una certa fretta. Prese subito posto su uno degli alti sgabelli di fronte a Katsuki. Un odore intenso di ramen con spolvero di peperoncino gli si infilò nelle narici. Era sicuramente un Alpha quello lì!
«Che cosa ti servo?».
«Un cappuccino e due dango, grazie».
Katsuki si mise subito all'opera. Gli occhi del ragazzo seduto con le gambe aperte e le mani intrecciate insieme gli arrivarono subito sul collo quando si voltò per preparare la calda bevanda.
«Non ero mai entrato in questo posto. E' nuovo?».
«No. Petit Fleur è una caffetteria aperta da circa dieci anni ormai» rispose Katsuki, nervosamente.
Qualche istante dopo, servì finalmente quanto richiesto. L'Alpha sorrise brillantemente prima di prendere immediatamente un sorso del caldo cappuccino. Un rumore di apprezzamento arrivò dal fondo della gola: un brivido di strana eccitazione risalì la schiena di un più che stupito Katsuki.
«Davvero ottimo! Penso che mi vedrai spesso come cliente!» cinguettò, leccandosi le labbra.
L'altro corrugò le sopracciglia in un tentativo abbastanza disperato di mostrarsi neutrale o forse seccato. I denti dell'Alpha erano bianchissimi ma stranamente aguzzi. Per un singolo momento, l'Omega interpose al viso luminoso dell'Alpha l'immagine di un cucciolo di squalo possibilmente rosso.
«Mi chiamo Eijiro Toyomitsu, diciotto anni».
«Sono... Katsuki Bakugo, sedici anni».
L'Alpha in rosso gli porse la mano, l'altro la strinse con fare tentennante. Quando i loro palmi si toccarono, però, arrivò nitida e veloce una piccola scarica che formicolò, serpeggiando, lungo tutto il braccio. I due non batterono ciglio.
«Non vai a scuola, Katsuki?» domandò curioso Eijiro.
«No. Studio a casa e sono anche un fottuto genio. Quelle comparse di merda non hanno bisogno di me in classe».
«Non è perché sei un Omega, vero?» e Katsuki lo trucidò con un'occhiataccia. «Penso che sia ingiusto; voglio dire, perché un Omega dovrebbe essere relegato nei bassifondi della società? Ah, questo non lo tollero!».
«Chi ti ha detto che sono un Omega?» ringhiò Katsuki.
Eijiro lo guardò un momento, l'altro percepì un senso d'immotivato nervosismo serrargli la gola. Per poco non gli venne in mente di abbassare lo sguardo. Il rosso sbuffò una risatina mentre si appoggiava una mano contro la guancia per sostenere il capo inclinato.
«Sei un tipo interessante tu! E comunque ho semplicemente il naso molto fine; anche se indossi dei cerotti riesco ancora a sentire il tuo odore» Eijiro inspirò a fondo, i suoi occhi diventarono più scuri e quasi liquidi di malizia. «E' davvero inebriante. Sciroppo d'acero con una spruzzata di curcuma e leggero piccante».
Katsuki deglutì, le sue guance erano ormai prossime a tingersi di una nuance rosata. Il cuore gli batteva troppo velocemente e tutto ciò non gli era mai accaduto in presenza di un Alpha. Che fosse colpa della gravidanza? Improvvisamente sussultò: quello lì non aveva colto la sfumatura dolciastra del suo stato?
Eijiro socchiuse gli occhi mentre il suo sorriso svaniva. Drizzò la posizione, prese un morso di un dolcetto.
«Cosa?» ringhiò Katsuki.
«Sei incinto» disse semplicemente l'altro. «E... non sento odori di Alpha su di te».
«N-non sono affari tuoi!» sbottò il biondo. «Smettila d'importunarmi! Non sono una puttana che si fa scopare dal primo che passa, hai capito?!». Alcune persone li guardarono con fare perplesso. «Comunque sono dieci yen tutto» riprese, con tono meno forte.
Eijiro spostò lo sguardo sul barattolo di vetro per le mance. Tirò fuori il portafoglio dal suo jeans in combo con una t-shirt bianca che fasciava il suo corpo muscoloso, sotto a una giacca di pelle e mise due banconote di grosso taglio in esso.
Katsuki spalancò gli occhi, sorpreso.
«Non volevo farti pensare quelle cose. Ammiro gli Omega come te che non si piegano» aggiunse semplicemente, allungando un'altra banconota sul bancone. «Tieni pure il resto».
«Non serve».
«Insisto» replicò Eijiro con un sorriso. «Voglio solo farmi perdonare... a volte mi lascio un po' andare se un odore mi dà alla testa».
A malincuore Katsuki inspirò a fondo l'aroma di ramen con il peperoncino. Decisamente sublime, a tal punto che l'Omega in lui fece le capriole nella pura felicità.
All'improvviso, la serietà si incise sul viso di Eijiro che puntò i suoi occhi sul suo viso. E per la seconda volta l'altro fu costretto a combattere pur di non arrossire.
«Ci siamo già visti da qualche parte?».
«No» replicò deciso il biondo.
«Chissà» Eijiro ridacchiò mentre si alzava. «Comunque ottimo servizio, ottimo cibo e ottimi prezzi! Tornerò sicuramente con il mio amico. Sai, entrambi studiamo per diventare piloti di aerei!».
Katsuki annuì senza il benché minimo interesse e poté respirare di sollievo quando l'Alpha se ne andò assicurandosi di fargli un piccolo occhiolino simpatico.
«Cazzo!» sbottò Katsuki. «Chi diavolo si crede di essere quello lì?».
Bastò una semplice occhiata alle banconote nel barattolo per fargli contenere quella rabbia unita a frustrazione e imbarazzo. Beh... forse non era tanto cattivo.
-No. Un Alpha è un seduttore e un approfittatore nato. Meglio stare attento- corresse nel pensiero.
Il suo sguardo preoccupato volò al suo stomaco piatto sotto al grembiule color terra d'ombra. Doveva fare attenzione. Aveva un cucciolo dentro di sé e non era minimamente intenzionato a rinunciarci o darlo via. E nel mentre che lo pensava portò la mano sul ventre senza nemmeno rendersene conto.
Katsuki inspirò a fondo e sospirò. Era fortunato che la nausea non era eccessiva; da appena sveglio, verso le solite cinque del mattino, vomitava un paio di volte ma poi riusciva a cavarsela fino a pranzo. I suoi genitori non vivevano con lui; avevano il loro villino di proprietà in una zona meno trafficata di Musutafu.
-Arriverà il giorno in cui dovrò dirlo...- pensò con una punta di amarezza...
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Petit Fleur
FanficKatsuki Bakugo, Omega, confida al suo migliore amico Izuku Midoriya, altrettanto Omega, di aspettare un bambino. Il punto è che non sa come e con chi sia successo. Eppure ben presto la storia prende forma tra amore, insicurezze, segreti, bugie e Can...