Denki guardava Kyoka che parlava con gioia ma dentro di lui non sentiva altro che completa apatia. In realtà, era da un po'che ci pensava, forte anche del rifiuto che aveva dato al povero Eijiro.
Tra l'altro, questo non gli aveva più neanche rivolto la parola. Ma lo capiva e francamente gli andava bene così; dopotutto gli stava solo rendendo le cose più semplici. Inoltre, non era mai stato veramente bravo a prendere iniziative, scusarsi o cercare di ignorare.
Adesso, però, più guardava la Beta dal caschetto violaceo più sentiva di dover prendere il toro per le corna. Così, deglutito un magone di ansia e paura nel fondo della gola, le prese una mano. Kyoka smise istantaneamente di parlare.
«Devo dirti una cosa» disse semplicemente.
«Certo! Di che si tratta?».
Denki abbassò lo sguardo che non era più così determinato, poi lo rialzò. Kyoka corrugò nervosamente le sopracciglia.
«Mi dispiace tanto, Kyoka... tu mi piaci ma...» strinse i denti, distolse lo sguardo ma riprese: «... Lasciamoci».
La Beta rimase completamente pietrificata, tuttavia non disse o fece nulla per capire il motivo di quella rottura. Ritirò, scottata, la mano e corse via, senza neppure versare una lacrima.
Denki provò un forte senso di colpa dentro di lui, a tal punto che barcollò di un paio di passi indietro, con la mano ad artigliarsi ferocemente il petto. Sbatté di schiena contro il muro che portava alla palestra al coperto della U.A.
Una lacrima scese sulla sua guancia, un forte bruciore di stomaco lo fece trasalire.
«Mi dispiace ma... è giusto così...» sussurrò.
Scivolò seduto sul pavimento, con le ginocchia tirate al petto e il viso affondato nelle braccia. Il freddo che iniziava a sentire sotto la pelle, fin nelle ossa, serpeggiava come delle spire invisibili pronte a serrare la sua gola.
«Starò meglio tra poco...» si disse, in un sussurro per convincersi...
Le cose andarono via via peggiorando alla fine del primo tempo di un'importante partita di basket. Denki si era svegliato con tutti i sintomi del calore ma aveva preso comunque dei soppressori per tenere il tutto sotto controllo.
In quella lunga settimana, dove Kyoka aveva parlato male di lui con tutte le sue amiche e alle sue spalle per giunta, si era concentrato sullo studio e sugli allenamenti nella speranza di rimettere insieme i cocci del suo cuore e della sua vita.
Guardò il tabellone luminoso; bene. Erano in vantaggio di otto punti.
Sorrise un po', mentre si strofinava il sudore dalla fronte. Passò una mano un po'tremolante sui capelli per portarli all'indietro ma questi rimbalzarono in avanti con fare beffardo.
Denki prese un sorso della sua bevanda energica. Ci pensò su se sedersi sulla panchina o andare un po' fuori; la pausa era almeno lunga, di circa quindici minuti. I suoi compagni di squadra stavano ridendo rumorosamente, raggianti di poter ottenere l'ennesima vittoria.
«Capitano, dove stai andando?».
Denki si irrigidì un po'; il suo amico, Rikido era un Alpha molto gentile e ci sapeva fare in cucina. Eppure, straordinariamente, anche molto timido.
«A prendere una boccata d'aria. Si continua con la stessa strategia anche nel secondo tempo, va bene?».
«Ottimo! Riferisco anche agli altri!» e Rikido, felice, lo lasciò in pace.
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Petit Fleur
FanfictionKatsuki Bakugo, Omega, confida al suo migliore amico Izuku Midoriya, altrettanto Omega, di aspettare un bambino. Il punto è che non sa come e con chi sia successo. Eppure ben presto la storia prende forma tra amore, insicurezze, segreti, bugie e Can...