Chapter 81: Coincidenze al Ristorante

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«Avresti dovuto riposare».

Katsuki sbuffò mentre si aggiustava il colletto della camicia bianca. Era bellissimo ed elegantissimo nel suo smoking bianco; nere, invece erano la cravatta e le scarpe. Con del gel si era alzato solo metà della frangia, scoprendo così la fronte.

Eijiro sorrise dolcementeper poi poggiargli sul dorso la sua calda mano. Anche lui era davvero affascinante, con la camicia bordeaux e il completo blu notte. La cravatta e le scarpe erano dello stesso colore di quelle del suo compagno.

«Avevo solo un po' di febbre. Lo spavento di Yuri mi ha assestato il colpo di grazia ma sto bene» rispose Katsuki, prima di arrossire un po': «... anzi, più che bene...».

Il ristorante in cui erano era davvero lussuoso e sembrava una grande sala di palazzi di ricchi nobili. Le tende rosse, i lampadari dorati pomposi, le ampie vetrate, il marmo scuro che rifletteva ogni cosa e la lieve musica offrivano un ambiente perfetto per un'occasione speciale.

Sia Katsuki sia Eijiro ne avevano una.

Ma entrambi non lo sapevano.

«Yuri si sta divertendo con Hiromi e Taishiro. Sai che si vogliono molto bene» sorrise dolcemente il biondo.

Eijiro annuì. L'indice continuava a sfiorare l'anello di fidanzamento che capeggiava sull'anulare del suo eterno amore. Il sorriso che piegava le sue labbra faceva risaltare gli occhi gentili e puntati quasi al vuoto.

Katsuki si guardò intorno ancora una volta; gli piaceva molto quell'ambiente e lo trovava davvero di classe. Per poco non si mise a ridere; quando si era svegliato ore fa in ospedale, Eijiro era scoppiato a piangere, bianco in viso come un lenzuolo.

«Kat, come stai? Vuoi parlare con Tensei-san? Riposati mentre io disdetto la cena» aveva detto, trafelato.

«Quale cena?» lui aveva risposto, stancamente. «Niente disdette, che sto già meglio. Voglio andare a mangiare fuori, Capelli di Merda!».

Katsuki chiuse le palpebre: il brusio delle persone era davvero forte ma tollerabile. In aria galleggiavano profumini invitanti e per di più aveva anche fame.

Eijiro strinse le dita delle sue mani con un certo nervosismo. La tensione era palpabile e visibile, soprattutto dal modo in cui teneva dritta la sua schiena.

Fu in quel momento che sopraggiunse un cameriere con due calici, una bottiglia di vino rosso e due piatti con delle specialità gourmet di brasato di altissima qualità accompagnato da spruzzi di crema di pistacchio, avocado e granella di mandorle.

Servì tutto con eleganza, riempì i bicchieri e con un inchino del capo si congedò. Eijiro spalancò gli occhi come se attendesse con ansia qualcosa: brandì il calice e lo sollevò a mezz'aria, pronto per un brindisi.

Katsuki non si fece pregare, tuttavia non bevve. Aveva ancora un po' di malessere addosso e non voleva rischiare di peggiorarlo. Eijiro parve intuirlo, così non chiese. Aspettò, invece, che l'altro iniziasse a tagliare la carne.

Katsuki prese una generosa porzione e la portò totalmente in bocca. Il sapore perfetto, la morbidezza della carne, il gusto equilibrato gli fecero chiudere gli occhi ed emettere un gemito di piacere dalle labbra chiuse.

All'improvviso, però, i suoi denti cozzarono contro qualcosa di duro ed estraneo. Perplesso, afferrò il tovagliolo per camuffare alla meglio ciò che lasciò la sua bocca.

Ne tirò fuori un piccolo agglomerato di carta. Guardò istintivamente Eijiro che, immobile e serio, osservava tutto con attenzione.

Un piccolo lembo di carta, a causa della saliva, si era sollevato leggermente verso l'alto; Katsuki, istintivamente lo aprì e quando i suoi occhi videro un anello d'argento con piccole pietre rosse gli mancò il respiro.

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