Tenko scese dall'auto con le mani in tasca.
L'aria era asfissiante, a tratti calda ma anche curiosamente fredda, ma a lui non importava. Era arrivato nel posto giusto, ai piedi di quell'enorme edificio molto particolare, tutto nero e privo di luci. Era l'unico avvolto dall'oscurità e incuteva terrore ma per l'Alpha tutto questo non aveva importanza.
Il suo obiettivo... solo quello contava.
Quell'uomo, Garaki Kyudai, aveva fatto un passo falso nella speranza di riavere Keigo e infine Izuku: si era scavato la fossa da solo.
Il suo fine udito catturò un improvviso suono proveniente dalla porta principale dell'edificio buio, posta a circa dieci gradini rispetto al livello della strada. Il giovane seguì i movimenti frettolosi dell'uomo che si guardava intorno e bloccava la serratura con una semplice applicazione del suo tablet.
Quando scese velocemente i gradini, rischiando di inciampare, deglutì sonoramente nel vedere Tenko appoggiato ancora all'auto con una gamba piegata leggermente contro la portiera e le mani nelle tasche del soprabito.
Una brezza di vento umido accarezzò i loro visi. Il soprabito dell'Alpha rumoreggiò appena, sferzando l'aria stessa. Amava quell'indumento. Estate o inverno, caldo o gelo, era sempre perfetto e non ne avrebbe potuto fare mai a meno. Del resto era un regalo.
Di Dabi.
«P-posso fare qualcosa per lei?».
Tenko gli si avvicinò lentamente e con aria minacciosa. L'uomo non poté scappare, spaventato e freddato da quei feromoni opprimenti. Dietro quegli enormi e spessi occhiali i suoi occhi si spalancarono nel vedere quel rosso pregno d'odio delle iridi dell'altro.
«Sì» rispose dopo un po'.
La canna dell'improvvisa revolver puntò alla testa dell'uomo. Tenko lo guardò ancora un po'.
«Puoi fare qualcosa per me» premette il grilletto. «Morire» disse gelido.
La vita abbandonò gli occhi di Garaki, il sangue schizzò in parte sul viso e sul vestito dell'Alpha. Il corpo cadde sull'asfalto con un tonfo nitido e in parte bagnato.
«Va all'inferno» gli augurò Tenko.
Il suo lavoro, tuttavia, non era finito. Trascinò il cadavere alla sua auto e lo fece sedere sul seggiolino accanto a quello del guidatore. Lo tenne fermo con la cintura di sicurezza, dopodiché afferrò il tablet di Garaki dalla tasca segreta del lungo quanto sottile cappotto beige e iniziò a smanettare.
Superò con facilità il blocco imposto, così arrivò all'applicazione delle telecamere di sicurezza e le disattivò. Con il suo cellulare inviò un virus al tablet così da corrompere e criptare i video che avevano immortalato il suo omicidio.
«So dove si trova il tuo laboratorio, bastardo. Sei stato così idiota da lasciare una traccia binaria nel tuo software per controllare chiunque ti potesse pedinare. La tua paura di finire in carcere è stata il tuo passo falso» mormorò Tenko.
Svoltò diverse volte su quella strada improvvisamente sgombra e silenziosa per poter arrivare in prossimità di una nauseante discarica.
Parcheggiò dinanzi alla recinzione arrugginita, poi scese. Con un calcio fece saltare il catenaccio, afferrò Garaki per un braccio e lo trascinò sul terreno, incurante della scia di sangue.
«Solo un topo di fogna poteva vivere sotto a un cumulo di spazzatura per non destare alcun sospetto» riprese.
Scorse una lamiera arrugginita e quando fece per spostarla sotto trovò una botola che si sarebbe aperta con una scansione della retina. Tenko sbuffò, non amava le cose troppo complicate al di fuori del suo piacere nell'hackeraggio.
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Petit Fleur
FanfictionKatsuki Bakugo, Omega, confida al suo migliore amico Izuku Midoriya, altrettanto Omega, di aspettare un bambino. Il punto è che non sa come e con chi sia successo. Eppure ben presto la storia prende forma tra amore, insicurezze, segreti, bugie e Can...