Chapter 46: La Storia di Yuri Toyomitsu (Parte II)

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La Hercules parcheggiò poco distante da Cantasia.

Il rombo del motore finalmente smise e un senso di quiete invase le orecchie. Yagi sbottonò la cintura di sicurezza, la sua mano appoggiò delicatamente sulla spalla di Rody. Questo spostò pigramente lo sguardo profondamente triste su quelle sfere cerulee sotto ai capelli biondi.

«Io... ho rivissuto il passato... mi manca Yuri... il nostro bambino mai nato...» ammise. «Non posso andare a salvare Izuku, non posso essere il suo Alpha. Ho sbagliato tutto!».

«Mio figlio ancora ti ama, Shonen. Non decidere anche per lui».

Rody aprì la portiera dell'auto senza voltarsi dall'altro lato. In quel momento provava una grande apatia e un freddo sotto la pelle.

«Tornerò a casa a piedi...» disse.

«Shonen, vuoi davvero abbandonare Izuku?» chiese, gelido, Yagi.

L'altro spalancò gli occhi...



Rody sedeva accanto a Yuri.

«Come ti senti?».

«Non devi chiedermelo ogni cinque minuti. La nausea è molto forte in questo periodo; appena starò meglio tornerò a scuola» ridacchiò l'altro. «Sono a cinque settimane e non mi si vede moltissimo. Il pancino è ancora piccolo, vedi?».

«Ma è molto tenero... oltre che eccitante» ammise Rody mentre faceva correre la mano oltre l'elastico del pigiama. «Siamo io e te, da soli...».

«Ma sono anche stanco, non penso che reggerei una seduta di sesso con te» ammise Yuri. «Puoi farmi le coccole?».

«Tutto quello che vuoi, tesoro mio».

Yuri si spostò nella parte più fredda del letto della sua camera e Rody gli si coricò vicino. Accarezzò dolcemente i capelli, poi la treccia e infine il viso pallido. Scoccò un docile bacio sulla guancia, il sollievo arrivò nell'esatto momento in cui le dita sfiorarono il pancino.

«Mio padre è così felice di diventare nonno, sai?» sorrise l'Alpha.

«Ne sono lieto! E quando mi farai conoscere la tua famiglia?» domandò Yuri.

«Che ne dici di questo Natale?».

«Mi piace. Adoro la neve, i regali e poi... quest'anno c'è lui o lei» riprese felice Yuri, entusiasta.

Rody baciò il piccolo pancino, l'Omega ridacchiò, la sua mano accarezzò dolcemente la coda di cavallo del suo ragazzo.

«Voglio morderti, Yuri. Voglio ufficializzare la cosa. Voglio che tu sia il mio Omega per tutta la vita».

Gli occhi rossi si spalancarono nella gioia e stupore, dopodiché brillarono di entusiasmo.

«Allora fallo, Rody... mordimi ora e proprio qui, sul mio letto, dove tutto è iniziato».

Come avrebbe potuto dimenticare quella sera, di cinque settimane prima, che parlare di compiti li avrebbe portati a baciarsi febbrilmente e a fare sesso? Rody sorrise quando, per l'emozione, aveva intaccato appena il preservativo con l'unghia del pollice e senza rendersene conto.

«E' stato fantastico... non posso credere che avremo un bimbo».

Yuri rimase immobile mentre l'altro gli saliva a quattro zampe addosso. I loro occhi si studiarono con tante emozioni diverse. Rody smise di sorridere: l'odore dolce dell'Omega gli entrava con prepotenza nelle narici e non poteva far altro che smettere di opporre resistenza.

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