Izuku percepiva una strana sensazione rimbalzare sotto la pelle. Non sapeva definire cosa e come fosse; l'unica cosa certa era che il batticuore non accennava un momento di calmarsi.
Guardò istintivamente Yoarashi seduto alla scrivania a poca distanza dalla sua. Teneva una mano contro la fronte e gli occhi socchiusi.
L'Omega si mordicchiò le labbra, non sapendo come rompere quell'innaturale silenzio. Sapeva che quell'Alpha era brioso, con la voce forte e incapace di smettere di parlare ma non pensava incutesse un certo terrore quando non dischiudeva la bocca.
«Yoarashi-san?» chiese preoccupato.
L'altro sollevò completamente il capo. I suoi occhi erano ampi, le iridi scure e piccine e dalla bocca dischiusa i canini parevano quasi brillare di luce propria.
In un battito di ciglia, Izuku venne schiacciato da quell'imponente corpo bollente. Lo sbuffo di fiato che uscì dalla bocca del più grande gli fece accapponare la pelle. Cercò istintivamente di fare un passo indietro ma scoprì presto di essere già stato messo all'angolo, incastrato tra la vetrata e una colonna portante.
«Y-Yoarashi... c-che cosa ti succede?» balbettò nervosamente.
L'Alpha gli passò gentilmente l'indice contro una guancia. Izuku sobbalzò come se fosse stato appena scottato. Guaì, i suoi occhi si fecero enormi e spaventati.
«Yoarashi!» abbaiò quando l'altra mano sfiorò un capezzolo turgido visibile sotto la larga camicia. «Smettila subito!».
L'Alpha portò il naso sulla ghiandola odorosa per inspirare a fondo quell'odore così buono. La lingua leccò, dopodiché le falangi corsero lungo i fianchi. Izuku fu spinto verso quel mastodontico fallo così eretto da forzare contro la zip del nero pantalone.
«Non voglio! Lasciami!» tuonò.
L'altro non lo ascoltò, gli bloccò duramente i polsi e tornò a inspirare l'odore di pino e menta. Ringhiò un po' prima di allontanarsi di qualche passo indietro. Il cerotto trasparente e fatto di carta, posizionato sulla ghiandola odorosa, camuffava la nota dolce della gravidanza.
Izuku si chiuse con le mani la giacca e cercò di allontanarsi verso la porta. In cuor suo sentiva che Yoarashi doveva essere in Rut. Eppure, non fece che pochi passi perché fu afferrato per un polso e sbattuto duramente in terra, di schiena, in un rumore terribile.
Il fiato gli mancò per qualche istante. Con fatica si girò su di un fianco, in posizione fetale per proteggere la pancia. Yoarashi lo sopraffò con il suo corpo, a quattro zampe.
«Tu sei mio, Izuku Midoriya. Sei il mio Omega. Cancellerò quell'inutile marchio...» gli sussurrò caldamente in un orecchio.
«NO! Stammi lontano! Io sono di Rody!» replicò, l'altro, tra le lacrime.
Yoarashi si leccò le labbra piegate in un ghigno, lo stesso che, però, morì quando strappò la camicia per aprirla. E allora notò il ventre gonfio. Il suo Alpha Interiore ruggì adirato per quel cucciolo estraneo.
Quando notò il cerotto lo strappò con una tale forza che un grido lasciò la bocca del più piccolo. Gli parve che la sua pelle fosse stata appena tirata via.
«Tu sei incinto?» gli chiese con calma apparente.
Il frigno del verdino si fermò: spalancò gli occhi nell'improvvisa realizzazione che quell'alto ragazzo aveva scoperto il suo segreto più importante! La paura crebbe nel suo minuto corpo fino a immobilizzarlo totalmente.
«Tu sei incinto di quel Rody, Omega?» ruggì feroce Yoarashi.
Le sue mani afferrarono il pantalone di Izuku e lo strapparono rumorosamente, così come gli slip. Con foga gli strinse i fianchi, tirandolo verso il suo fallo eretto.
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Petit Fleur
FanfictionKatsuki Bakugo, Omega, confida al suo migliore amico Izuku Midoriya, altrettanto Omega, di aspettare un bambino. Il punto è che non sa come e con chi sia successo. Eppure ben presto la storia prende forma tra amore, insicurezze, segreti, bugie e Can...