Chapter 10: Omega Seduttore

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Katsuki continuava a guardarsi nello specchio del suo piccolo appartamento. Era simile a quello di Izuku, cambiava il colore della carta da parati, di un color zucca tenue, e la grandezza del salotto, molto più piccino.

Si trovava in camera da letto, dinanzi all'armadio dove c'erano due lunghi specchi affiancati. Il riflesso non mentiva. La sua pancia era diventata molto più visibile e i suoi jeans più larghi non chiudevano più neanche sotto l'adorabile cunetta.

«Cazzo... non posso quasi più nasconderla» gemette frustrato.

Era il sedici di maggio ed era nella sua undicesima settimana ormai. Tra non molto avrebbe potuto anche scoprire il sesso del bambino. Sorrise e nel mentre che andava in cucina per un bicchiere d'acqua il trillo forte del campanello della porta lo fece sobbalzare.

Erano le ventuno; chi cazzo arrivava per scassargli le palle?

«Chi è?» chiese rabbioso.

Un odore familiare mischiato a un altro altrettanto fin troppo conosciuto filtrarono da sotto la porta. Katsuki aprì subito e inghiottì Izuku nelle sue braccia.

«Sono felice di vederti!» esclamò raggiante, scoccando un'occhiata di finta scocciatura ad Eijiro e Rody. «Questi due chi li ha invitati?».

«Scusa, Kacchan... sono stato dimesso stamattina ma non avrei potuto aspettare fino a domani per vederti. Oggi sono stato confinato a casa, non mi sentivo ancora in forze».

«Entrate».

Pino sbucò dalla sciarpa rossa e gialla di Rody per svolazzare curiosa fino alla spalla di Katsuki. Trillò prima di arruffarsi le piume e strofinarsi dolcemente contro la guancia di quest'ultimo.

«Le piaci» sorrise Izuku.

«Hai mangiato?» chiese apprensivo Katsuki, offrendo un grattino alle piume della pennuta.

«Non molto. Non riesco ancora a tenere dei pasti completi senza vomitare ma mi riprenderò» spiegò il verdino mentre si sedeva sul divano nero dell'amico. «E tu? Ho sentito che hai avuto dei crampi?».

«Sì ma è roba passata. Sto bene; tra quattro giorni andrò da Tensei e scoprirò il sesso del cucciolo» raccontò eccitato il biondo, con una carezza alla pancia.

Sotto la felpa larga e nera s'intravedeva quasi perfettamente. Ancora era un clima freddo e non c'era traccia del caldo che, molto probabilmente, sarebbe arrivato improvvisamente come negli scorsi anni. Neanche il sole si faceva tiepido.

«A che ora devi andare?» domandò Eijiro.

«Alle diciotto e trenta. Chiuderò in anticipo la caffetteria!».

«Perfetto! Perché di sicuro non avrò molti impegni. Ti accompagnerò volentieri».

Rody ed Izuku si scambiarono un'occhiata di chi la sapeva lunga e ridacchiarono sottovoce. Pino, invece svolazzò sulla testa di Eijiro, tutta felice.

«Oi, oi, oi! Chi cazzo ti da tutta questa confidenza di decidere per me?».

«Beh, ti ho detto che voglio esserti accanto durante tutta la gravidanza. Non lo sai che non mi rimangio mai la parola data?» rispose malizioso Eijiro mentre alzava un pollice e si sedeva sul bordo del divano.

Katsuki sorrise impercettibilmente prima di guardare in direzione del frigo.

«Izuku riesci a mangiare il miso, vero? E del riso bollito?».

«Kacchan, non ti preoccupare. Stavo venendo qui quando ho incrociato Rody e mi ha accompagnato; in ascensore si è aggiunto anche Eijiro. E' stata un'improvvisata».

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