Chapter 35: Shindo Yo, l'Alpha in Nero (Parte II)

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Sei proprio un cretino! Sia tu sia io vediamo in Eijiro l'unico padre del bambino. Quindi alza il culo e scappa subito, idiota! Se rimarrai qui, Yo ti prenderà! In fondo, in fondo, lo ami il bambino e quelle cose non le pensavi sul serio! Altrimenti avresti accettato la stupida idea di darlo in adozione o di ucciderlo! Sì, perché è ciò che hai cercato di fare, scemo!


Katsuki sorrise appena a tutte le imprecazioni del suo Omega interiore. Cancellò le lacrime con il dorso della mano e guardò dall'altra parte del vicoletto. C'era un alto muro che non avrebbe potuto scavalcare per via della pancia.

Forse poteva andare via e sperare di rifugiarsi da qualche altra parte?

Annusò attento l'aria satura di umidità. L'odore di Yo era più forte che mai e-.

«Kitty, lo so che sei qui. Esci fuori e ti perdonerò per il calcio che mi hai dato».

La determinazione di Katsuki morì in quell'esatto momento. Il terrore tornò a gelargli il corpo, i suoi occhi si annebbiarono di lacrime e premette con forza una mano contro la pancia e l'altra alla bocca. Scosse il capo con fare incredulo.

Quanto era stato stupido? Si era messo in gabbia da solo!

«Kitty, dai» riprovò Yo, il tono sensuale e basso.

Il biondo vide l'ombra allungarsi pericolosamente oltre gli scatoloni, poco distante dai suoi piedi. Sollevò gli occhi ampi e li vide... quelle due sfere castane languide, con le pupille affilate di lussuria e un ghigno subdolo capace di far accapponare la pelle.

«Katsuki, torna alla caffetteria. Non ti farò niente, promesso. Anzi, scusami se ho perso il controllo in quel modo».

Un improvviso lampo nel cielo illuminò, per un singolo istante, il fallo pronunciato di Yo ben visibile sotto la patta dei pantaloni e addirittura al grembiule. Per poco Katsuki non vomitò.

«Scusami. Voglio solo che tu faccia una cosa per me già che sei in quella posizione».

Un brivido di terrore corse lungo la colonna vertebrale dell'Omega. Yo rilasciò una massiccia concentrazione di feromoni per tenerlo fermo, perfettamente immobile, proprio lì.

Il nodo del grembiule lo sciolse con impazienza, raggiunse il bottone dei pantaloni e tirò giù la zip. Il fallo guizzò verso l'alto e l'impatto dell'aria umida fece sospirare di piacere l'Alpha.

«Succhiamelo. Ho sempre desiderato farmi fare un pompino da te, cuginetto».

Katsuki che tremava vistosamente spostò un paio di volte gli occhi ampi dal pene mastodontico vicino alle sue labbra all'espressione lussuriosa e avvolta dalla penombra dell'altro.

«No!» riuscì a dire. «Non lo farò!».

«Non hai perso la tua indole combattiva, Kitty» Yo inspirò a fondo mentre la sua voce diventava più bassa e sensuale. «Allora dovrò usare le maniere forti» e Katsuki non poté ben capire che l'altro riprese: «Succhiami il cazzo, Omega!».

Un comando Alpha!

Katsuki pur di resistere schiacciò la testa contro il muro e con immensa fatica voltò il viso dall'altra parte. Yo sbuffò, gli afferrò i capelli con rabbia mal celata e lo spinse con le labbra verso la punta rosata del suo membro gonfio.

«No!» ringhiò il biondo.

«Succhia, Omega!» ripeté, rabbioso, Yo.

Katsuki resistette ancora ma l'Alpha non era d'accordo, così, lo afferrò ancor più brutalmente per le ciocche bionde e gli spinse il fallo in bocca con una tale forza che per poco non lo fece vomitare e tossire.

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