Extra Chapter 53.2: Tra le Bianche Lenzuola

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Katsuki stringeva la mano di Eijiro.

Il suo cuore era pregno di disperazione e non riusciva a trovare la solita spavalderia per poter affrontare ogni cosa a testa alta. Tutto ciò che era accaduto lo aveva provato molto.

Accarezzò il suo ventre rotondo ma non udì nulla. Le sue dita sfiorarono dolcemente il morso che sfoggiava orgogliosamente sul collo: e allora, un piccolo sorriso comparve sul suo viso.

Quanto era cambiato in quei sei mesi?

A volte stentava a riconoscersi ma non ne era arrabbiato.

«Eijiro» sussurrò. «Per quanto tempo ancora hai intenzione di dormire?».

Il viso dell'Alpha era pallido e quasi sereno. Il cardiofrequenzimetro pulsava regolarmente. Katsuki sollevò appena la leggera coperta su quel corpo muscoloso. Il torso nudo era avvolto in uno spesso strato di bende. Alcuni lividi capeggiavano sulle braccia e diversi elettrodi, flebo e fili ne pendevano.

Katsuki deglutì. La sua fronte calda poggiò delicata sul braccio di Eijiro. Improvvisamente aveva una gran voglia di piangere. E di nuovo accarezzò dolcemente il suo ventre.

«Ti prego, cucciolo... fatti sentire...» sussurrò tremante.

Un improvviso gemito arrivò nitido alle orecchie dell'Omega. Quando alzò di scatto la testa notò che sotto le palpebre di Eijiro gli occhi si muovevano. Era prossimo al risveglio?

Colto da uno sprizzo di gioia si alzò e si chinò dolcemente per poter piantare un bacio su quelle labbra un po' screpolate.

«Apri bene le orecchie, Alpha» sussurrò. «... io ti amo. Sono fottutamente innamorato di te».

Le labbra di Eijiro si incresparono in un sorriso, un attimo dopo i suoi occhi guardavano Katsuki con immenso amore. Gemette un pochino per il dolore crescente, come un'onda bollente che si infranse contro il suo petto ma tenne duro.

«Svegliarmi con te accanto... mi rende felice» ammise, debole, Eijiro.

«La prossima volta che mi farai prendere un cazzo di spavento del genere ti castrerò!» minacciò Katsuki.

I suoi occhi grondanti di lacrime fecero sorridere ancora l'Alpha. La sua mano tremante cercò di raggiungere una di quelle guance un pochino paffute ma non poté fare molto, a causa della stanchezza e del dolore, così Katsuki la guidò e la baciò affettuosamente.

«Il cucciolo?».

«Sta bene... non si fa sentire perché è molto spaventato».

Katsuki gli portò la mano sul pancione ed Eijiro accarezzò dolcemente.

«Perché ti sei fatto mordere a Cantasia?» chiese.

«Perché volevo essere tuo. Tutti ci hanno fatto da spettatori, quelle cazzo di comparse. L'espressione sul viso di quel bastardo di Kai non la dimenticherò mai. Era folle».

Improvvisamente, i due udirono...

Un calcetto.

Katsuki fece rimbalzare gli occhi ampi dal pancione alla mano di Eijiro e al viso di quest'ultimo. Accarezzarono insieme e di nuovo il cucciolo scalciò, sebbene debolmente.

«Il piccolo si muove! Si fa sentire!» esclamò con gioia.

«Sai, ora che ci penso... siamo marchiati, forse così il bambino si sente molto più al sicuro, tu che dici?» formulò Eijiro.

Katsuki non rispose. Quando l'Alpha lo vide rimase folgorato. Era bellissimo, con le guance rosse e le mani che cercavano di cancellare le lacrime di gioia. Il sorriso sincero quanto enorme spiccava teneramente.

«Per favore, avvicinati. Voglio baciarti» implorò Eijiro.

Katsuki si chinò nuovamente su di lui e non appena la mano dell'altro accarezzò la pancia il bambino scalciò più forte.



Il morso ha solidificato il vostro legame. Il bambino è felice. Lo sento!



Il biondo sorrise al suo Omega Interiore. Amava davvero la sua piccola famiglia.

«Ora rimettiti quanto prima, Eijiro. Che mi devi parecchie scopate».

Il rosso ridacchiò un pochino ed annuì.

«Puoi alzarmi la coperta per favore?» chiese poi con un ghigno.

Quando Katsuki obbedì e vide l'enorme erezione sbuffò una risatina. Guardò prima oltre la porta socchiusa poi si leccò le labbra ed iniziò. Nel momento in cui le sue dita abbassavano l'elastico del pigiama e si avvolgevano intorno al membro caldo ed eccitato, Eijiro per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.

«C-che cosa stai facendo, Kat?».

«Un pompino».

«M-ma qui? Ci posso vedere e ah-! Cazzo!» Eijiro si morse le labbra quando la lingua di Katsuki leccò dal basso fino alla punta e inglobò l'intera lunghezza nella bocca. «Cazzo, sì... sei meraviglioso, tesoro...».

Anche l'Omega era molto eccitato, così, con l'altra mano iniziò a masturbarsi mentre aumentava il ritmo con rapidi movimenti del collo. Eijiro strinse le dita dei piedi, la sua mano tremante artigliò le ciocche bionde e si rifiutò di lasciarle andare.

Non poterono resistere a lungo, complici anche quei lunghi giorni senza potersi dare piacere e vennero copiosamente. Eijiro iniziò a respirare velocemente, soddisfatto ma il cardiofrequenzimetro prese a dettare un suono molto rapido e compromettente!

«Cazzo, Kat! Prendi le salviette che lasciano nel cassetto del comodino e scusami, puoi aiutarmi a pulirmi? Facciamo presto o verrà qualche infermiere!».

Katsuki scoppiò a ridere ed eseguì con una tale velocità poco prima che arrivasse un medico indispettito dai suoni dell'apparecchio. Guardò l'Omega e poi l'Alpha ma non si pronunciò...

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