Chapter 89: Petit Fleur

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Due anni dopo...


Rody si aggiustò ancora una volta il cappello sulla testa. Controllò che i bottoni della sua divisa blu fossero perfettamente chiusi, i guanti bianchi senza alcuna grinza e la cravatta ben distesa.

L'aeroporto era grande, brulicante di persone che si muovevano frettolosamente. Tutto era avvolto da colori dorati e biancastri.

«Ci siamo...» mormorò, deglutendo.

Izuku lo guardò con affetto mentre teneva in braccio Hiromi, ormai di sei anni. Erano entrambi splendidi e sorridevano teneramente.

«Mammina, voglio abbracciare papà!» disse il bambino.

Quando Rody lo strinse a sé e lo fece rimbalzare la sua risata felice esplose, riempiendo i loro cuori di gioia ed amore.

«Sei diventato un pilota di aerei e questo è il tuo primo volo... sei stato bravissimo in questi anni e ti sei impegnato così tanto da essere considerato un vero genio!».

Doveva tutto a quell'anziano e gentile uomo della Commissione che nel giorno in cui aveva mollato l'Esame per la nascita di Hiromi  gli aveva concesso una seconda possibilità e soprattutto di poter continuare il suo splendido percorso.

Non avrebbe mai dimenticato Murakami Sayuri.

Rody scosse il capo mentre sorrideva, poi lo baciò. Quelle dolci labbra avevano sempre avuto un potere forte su di lui e in lui, un calmante speciale e inebriante. In quei pochi anni di matrimonio si era scoperto ogni giorno sempre più innamorato del suo Omega.

Izuku sorrise ancor più teneramente quando Hiromi premette la guancia contro quella di suo padre. Erano proprio due gocce d'acqua, anche Katsuki continuava a ripetere che era con lui la vera somiglianza. Pochi tratti dell'Omega, moltissimi dell'Alpha.

Del resto, Hiromi era un piccolo Alpha.

«Siamo arrivati in tempo, te lo avevo detto, Kat!».

Al suono di quell'inconfondibile voce giocosa, Izuku che era di spalle si voltò di poco mentre Rody ed Hiromi sollevarono lo sguardo all'allegra famigliola appena arrivata.

«Non è ancora partito, vedi?» riprese Eijiro, puntando il dito contro Rody.

Izuku sorrise teneramente alle due gemelline nel doppio passeggino nero che spingeva il rosso crinito, mentre Katsuki teneva in braccio Yuri, di sette anni compiuti da poco.

I ciuffetti rossi si erano allungati con il tempo e al biondo non dispiaceva intrecciare trecce o qualche volta codini. Yuri amava i capelli lunghi perché era il medesimo tratto distintivo in Eijiro.

Kiyo e Keiko avevano gli stessi capelli biondi a punta e gli occhi di Katsuki; la prima era sempre imbronciata e faceva mille capricci, la seconda invece molto più calma e giocherellona.

Entrambe amavano stare con Eijiro e soprattutto farsi leggere qualche favola prima di dormire. Le bimbe avevano appena due anni, due principessine Alpha combinaguai.

Keiko agitò manine e piedini quando vide Hiromi. Rody lo mise con i piedi in terra e il bambino corse subito verso il passeggino per toccarle quei piccoli pugnetti morbidi.

Izuku si portò una ciocca dietro l'orecchio mentre inspirava a fondo e sorrideva ancor più teneramente. Amava quella piccola famiglia, il suo mondo, la sua vita.

Rody lo spinse contro il suo fianco, poi lo annusò profondamente e a pieni polmoni.

«Ti amo così tanto, Izuku...» sussurrò languido. «E sono così felice di averti conosciuto. Mi hai dato veramente così tanto...».

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