Capitolo 20 - Ryan

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Sto seguendo Ginny. Sta per incontrare con quella merda di Aaron.

Cosa cazzo mi tocca fare! Pure vedere lo sfigato mangiare il gelato!

Mentre la tengo sott'occhio, ripenso a ieri sera...

Apro la porta di casa e faccio un respiro profondo. Finalmente un po' di tranquillità. Che giornata... Vado in cucina. Ho voglia di una bella birra fresca.

Apro il frigo e trovo la nostra cena pronta, solo da scaldare. Sotto filetto alla griglia con patate al forno.

Una bomba di bontà, ma ho lo stomaco chiuso. Cosa molto rara per me. Rarissima.

Prendo la bevanda alcolica e, mentre la apro, vado in salotto.

Questa è la stanza più grande. C'è un televisore al plasma che copre tutta la parete. Sembra quasi di essere al cinema. Eccessivo perfino per i miei gusti, ma i Keller si possono permettere questo e altro. Quindi, perché no?

Mi siedo sul divano di pelle dove ci possono stare comode dieci persone e mi tolgo le scarpe lasciandole sul tappeto, tanto c'è Alma, la nostra donna delle pulizie, che ci penserà a sistemarle. Una santa.

Non so come abbia fatto a rimanere con noi per tutti questi anni. Diciamo che io e i gemelli non siamo proprio ordinati.

Poso la birra sul tavolino per accendere la PlayStation.

Un secondo dopo, il cellulare mi vibra in tasca.

«Cosa c'è Len? Stavo per giocare» rispondo scazzato.

«Lo stupratore ha mandato un messaggio a Ginny oggi pomeriggio.»

Balzo in piedi talmente tanto velocemente che la bottiglia finisce per terra bagnando il tappeto di qualche sceicco.

«Ma che cazzo dici? Non ho voglia di scherzare questa sera Lennox» gli rispondo scontroso.

«Ti pare che possa scherzare su una cosa del genere? Mi ha chiamato ora Alice dicendomi che hanno appena finito di parlare con la polizia»

«Porca puttana, giuro che lo ammazzo quello psicopatico!!!» grido, mentre le catene che sigillano la mia oscurità, tremano sotto la potenza della rabbia che mi corrode le vene.

«Ora Ginny sta provando a dormire. Ci sentiamo più tardi se ho aggiornamenti, ok?»

Non gli rispondo neanche. Grido dalla frustrazione e dalla rabbia. Prendo il fottuto tavolino di cristallo e lo lancio contro il muro. Mille schegge si disperdono nel salotto.

Ecco perché oggi piangeva disperata! Non era "solo" un attacco di panico.

Mi sembra di essere un leone in gabbia.

Inspiro profondamente e trattengo l'ira per lasciare il posto a una freddezza letale.

Sei nel mio mirino, figlio di puttana. Ti troverò e farai la fine che meriti.
Ti ridurrò così male che rimpiangerai di essere nato.

È una promessa. E io le promesse le mantengo. Sempre.
Preparati, perché sto arrivando.

Ritorno al presente quando vedo Ginny cambiare direzione.

Non incontra più Aaron?

La seguo e la vedo nascondersi dietro l'ex bar del campus. Lo stanno ristrutturando e per il momento è vuoto.

Cosa sta facendo?

Aaron non c'è e non capisco cosa ci faccia lì, ma devo saperlo.
Ora come ora neanche riesco a vederla. Così, mi avvicino lentamente.
Non essendoci nessuno in giro, riesco a procedere indisturbato.
A tre metri di distanza vedo uno dei tendoni di copertura delle impalcature muoversi.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora