Capitolo 39 - Ginny

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Ryan si inginocchia e muoio dentro.

Ryan è la mia cura.
L'antidoto al veleno che mi uccide.
La chiave che apre la prigione in cui sto vivendo.
L'ordine che sistema il disordine del mio essere.
La cornice di un puzzle incompleto.
Il collante dei frammenti del mio cuore.
Lo strumento che aggiusta qualcosa di completamente irreparabile.
Il porto sicuro dove rifugiarmi dai mostri che mi abitano.
La melodia che copre il rumore delle mie grida.
La carezza che asciuga le mie lacrime.

Ryan è l'amore.
Il mio.

Per quanto provi a gridargli di reagire, non mi ascolta. I suoi occhi, che prima mi parlavano, adesso sono completamente privi di qualsiasi cosa. È come si fosse estraniato o spento, di nuovo freddo e insensibile, anche al dolore.
Ma mi guarda. Non ha mai distolto lo sguardo da me, da quando sono arrivata...

«Ginevra! Scusaci, sei tu vero?»

Mi volto e due ragazzi enormi mi affiancano.

«Sì, perché?» domando sulla difensiva.

«Scusaci, non vogliamo spaventarti. Siamo Edward e Simon. Non ci conosci perché siamo nuovi nella squadra di Ryan.» dice sorridente, un po' in imbarazzo, quello che dovrebbe essere Edward. Ha i capelli castano chiaro e gli occhi scuri. Alto e muscoloso. Simon, invece, è rasato, con la barba e con gli occhi azzurri. Ben piazzato fisicamente anche lui. Capisco perché siano nella squadra.

«Ah, scusatemi. Volevate dirmi qualcosa?»

«Sì, Ryan ci ha chiesto di portarti in un posto.» dicono con un sorriso di chi la sa lunga.

«In un posto? E che posto? Sentiamo.» sono di nuovo un po' sulla difensiva, ma cerco di tranquillizzarmi. Se giocano con Ryan e i gemelli, mi posso fidare.

«Non dovremmo dirtelo perché è una sorpresa, ma è dietro il bar in ristrutturazione. Hai presente?» mi dice Simon.

«Certo che sì!» dico con un sorriso a tremila denti. È il posto dove ci siamo dati il nostro primo bacio.

«Allora andiamo! Avverto solo la mia amica. Aspettatemi qui, arrivo subito.»

Sto per voltarmi quando Simon mi ferma.

«Non ce n'è bisogno. Anche lei sa della sorpresa.» mi dice facendomi l'occhiolino.

«Ah, giusto. Dovevo immaginarmelo» dico sorridendo.

«Vieni, usciamo dall'uscita sul retro, così facciamo prima.» dice Edward.

Un brivido mi percorre la schiena.

«Ma...» dico indecisa.

«Vedrai che cosa ti ha organizzato! Non l'ho mai visto così! E poi prima arriviamo, prima puoi vedere Ryan» continua Edward.

«Davvero? Ok, ok, andiamo. Non sto più nella pelle!»

«Anzi, alzati in piedi. Così mi è più facile picchiarti.» dice Cooper con un ghigno malefico in viso.

Ryan, come si era inginocchiato poco fa, senza dire una parola si alza in tutta la sua stazza. Tiene la testa alta e, per quanto lui sappia che le prenderà, sta lì, fermo nella sua fierezza, come un leone. Cooper gli sta di fronte con altri due gorilla a fianco. In più, si è aggiunto Edward. Sono quattro contro uno.

«Siete dei vigliacchi! Dei grandissimi pezzi di merda! E tu lasciami!» grido cercando di liberarmi da Simon, inutilmente.

«Stai zitta!» risponde urlandomi contro, mentre mi strattona malamente.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora