Capitolo 46 - Ginny

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Sola.
Persa.
Sbagliata.
Spezzata.

Di nuovo.

Mi sembra di precipitare in un buco nero e profondo fatto solo del mio dolore.

Boccheggio.

Il cuore inizia a battere talmente tanto veloce da sentirlo quasi schizzare via.

Il petto si alza e si abbassa alla ricerca di ricevere ossigeno, che però non vuole saperne di entrare.

Caldo. Tanto caldo da iniziare a sudare.

E subito dopo, brividi ghiacciati mi percorrono il corpo.

Porto la mano sul macigno che sento dentro di me, come potessi toglierlo.

Ho un attacco di panico.

Da sveglia ormai non mi capitavano praticamente più. Il dolore continua a non farmi respirare.

Ogni sorriso di Ryan mi trafigge come lame dentro.

E poi quello che non avrei mai voluto vedere, succede.

Lei azzera la distanza e lo bacia.

Il mondo si ferma di nuovo, ma anche loro questa volta.

Come fosse una fotografia rimangono immobili insieme a tutti gli altri.

Resto in piedi, ma dentro un'esplosione fortissima mi ha distrutta totalmente.

Crollo.

Ryan era la mia cura.

Lui era quello che teneva insieme i brandelli della mia vita.

E ora questo.

L'anima a pezzi.
Il cuore sanguinante.
La testa nel panico.

Mi volto, incapace di reggere ancora la vista di un Ryan felice, baciare un'altra.

Chiudo gli occhi e, mentre il dolore mi sommerge, all'improvviso, un sentimento altrettanto potente mi fa ritornare a galla.

Inizio di nuovo a respirare.
Il macigno si fa più leggero.
Mi asciugo le lacrime.

L'anima e il cuore si congelano.
La testa ritorna lucida.

L'attacco di panico passa.

Apro gli occhi e il mondo riprende vita.

Non li guardo più.
Una furia cieca mi scorre nelle vene.

Mi dirigo a passo deciso verso il bancone del lounge bar, ma lontano da loro.

«Cosa posso servirti bellissima?» mi chiede uno dei barman dietro al bancone.

«Qualcosa di forte. Molto forte»

«Ti piace il colore azzurro?»

«Lo amo, anche se dovrei odiarlo, a dire la verità»

«Perfetto»

Lo guardo, mentre prende e posa diversi alcolici per poi mischiarli tra di loro e servirmi un cocktail blu.

«Eccoti servita. Questo è l'angelo azzurro, anche chiamato "la bomba blu". Il nome è un programma» dice strizzandomi l'occhiolino.

«Grazie» dico prendendolo.

Lo assaggio e ha un gusto dolce, ma si sente che è molto forte. Non so quanti gradi abbia, ma ringrazio di aver mangiato poco fa.

Ho bisogno di sciogliermi un po', ma non di ubriacarmi.

Devo ricordarmi che pezzo di merda sia Keller.

Riporto lo sguardo su di Ryan e Savannah. Solo che non riesco più a vederli, perché se ne sono andati dalla postazione precedente.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora