Capitolo 51 - Ryan

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Guardo l'ora e sono le 2:05 a.m.

Siamo tutti e tre in macchina diretti al dormitorio di Ginny.

Ma per motivi diversi.

Loro perché sono preoccupati da tutte le chiamate e i messaggi ricevuti, io perché le devo parlare e spiegare come stanno le cose. A maggior ragione, dopo quello che mi hanno detto i miei avvocati.

«Signor Keller, per questa volta sconta la pena con una notte in carcere e una multa di diecimila dollari. Ma la sua cartella penale è piena di reati e ci sono ancora sette cause in corso nei suoi confronti. Non possiamo più permetterci che venga sporta anche una minima denuncia contro di lei. Di qualsiasi tipo. È chiaro?» chiede il mio avvocato.

Arthur McKenzie è uno tra i migliori avvocati di tutta la California. Anche questa volta è riuscito a farmi uscire quasi del tutto pulito. Cosa praticamente impossibile, ma ha sfruttato il fatto che fossi ferito alla spalla. E, di conseguenza, che fosse molto improbabile di poter essere stato il solo a poter commettere quel massacro.

Cooper, al telefono, aveva detto che c'ero solo io e, per tanto, la polizia ha potuto fare ben poco contro di me.

In buona sostanza Cooper è passato per bugiardo e io per vittima. O quasi.

«Ho capito avvocato. Vedrò di fare attenzione»

«In caso contrario, non basterà una multa e qualche notte. Rischia di finire in carcere per anni. Quindi, prima di fare qualsiasi cosa, consulti me o i miei colleghi.»

«Non ho intenzione di marcire là dentro, può starne certo. Per il momento, se è tutto, la ringrazio.»

«Si figuri. Buona giornata»

Appena arriviamo, schizzo fuori dalla macchina e salgo a razzo le scale.

Porca puttana, mi è mancata come l'aria.

Svolto l'angolo del corridoio e mi paralizzo.

Aaron, quel figlio di puttana, le sta parlando vicino. Troppo vicino.

Il tempo si ferma, per poi riprendere a scorrere, ma a rallentatore.

Vado verso di loro e a ogni passo che faccio, un battito del cuore mi viene a mancare.

Ho un brutto, bruttissimo presentimento.

Accelero, ma mi sembra di essere sempre troppo lento.

E mentre sono a un metro di distanza, Aaron la bacia.

Il tempo inizia a scorrere velocemente e, un secondo dopo, Ginny è contro la parete a terra. Aaron invece, è appeso per il collo sulla porta della camera di quella che dovrebbe essere la mia ragazza.

Lo alzo ancora più in alto, serrando la presa sul collo.

Aaron scioccato, porta le mani al collo cercando di liberarsi e rantola in cerca di ossigeno.

Mi sembra di sentire Ginny dire qualcosa, ma mi scorre di nuovo nelle vene quella miscela tutta mia. La testa è completamente offuscata dal veleno che mi circola in corpo.

Stringo di più, ma mi sento afferrare da quattro morse d'acciaio.

«Ryan lascialo subito. Lo sai cos'ha detto McKenzie.» mi sussurra Len all'orecchio.

Ma l'odio che provo per questo pezzo di merda è a dei livelli impensabili.

Stringo ancora di più la presa e mi avvicino a muso duro.

«Tu toccala ancora, anche solo per caso, e sei morto. Per davvero. Non sfidarmi, Aaron, perché ti metti contro la persona sbagliata. Ci siamo capiti?» gli ringhio contro.

La parte peggiore di me - The Keller series 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora